Fino al 30 novembre "Posto Occupato" contro la violenza di genere

Fino al 30 novembre “Posto Occupato” contro la violenza di genere

Fino al 30 novembre “Posto Occupato” contro la violenza di genere

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martedì 14 Novembre 2017 - 11:01

La campagna è anche l’occasione per promuovere il 1522, numero attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno, accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente

Prosegue sino a giovedì 30 novembre la campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere #30giorniNo#ConMe, attiva su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di attenzionare istituzioni e cittadini sulle attività di prevenzione, educazione, formazione e informazione per il contrasto quotidiano contro le violenze di ogni genere. Il messaggio forte di #30giorniNo#ConMe è che esiste una filiera della violenza che va interrotta per evitarne le conseguenze in senso comunitario, in sinergia con istituzioni, società civile, cittadini e comunità.

La campagna è anche l’occasione per promuovere il 1522, numero attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno, accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. Le operatrici telefoniche dedicate al servizio forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati presenti sul territorio nazionale. L’invito è anche a rivolgersi direttamente alle forze dell’ordine, ai servizi sociali, ai centri antiviolenza, ai medici, all’ospedale tramite il codice rosa.

Per aderire all’iniziativa, è sufficiente scaricare la locandina dal sito internet del Comune, dalla pagina http://www.comunemessina.gov.it/wp-content/uploads/LOCANDINA-EVENTO-ASSESSORATO-POL.SOCIALI-CONSULTA-COMUNALE-ORG.-SOCIALI-POSTO-OCCUPATO.jpg o ritirarla all’assessorato alle Politiche Sociali, a Palazzo Zanca (palazzetto interno, primo piano), stamparla a colori e collocarla su una sedia, una poltrona, una panchina, un sedile o in qualsiasi luogo dove una donna avrebbe voluto essere, ma che l’ultimo atto estremo di violenza fisica non le consentirà mai più di poterlo occupare. Il “posto” indica la presenza-assenza e il rischio che si corre nel sottovalutare e nel non riconoscere i primi segnali di violenza, di cui il femminicidio è solo l’ultimo atto estremo e irreversibile. Stereotipi, discriminazioni e pregiudizi sono di per sé forme di violenza che abilitano al bullismo fin dai primi anni di scuola, portano allo sfruttamento e agli abusi nel mondo del lavoro e alla violenza nelle relazioni con l’altro, se riconosciuto come diverso. A tutto ciò si aggiungono i fenomeni invisibili della violenza assistita dai minori, delle vittime di tratta e dell’omofobia.

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