Cateno De Luca: Gestione dei rifiuti fallimentare, un bancomat della politica

Cateno De Luca: Gestione dei rifiuti fallimentare, un bancomat della politica

Cateno De Luca: Gestione dei rifiuti fallimentare, un bancomat della politica

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sabato 10 Febbraio 2018 - 07:56

Il candidato sindaco di Messina spiega come invece sarebbe possibile abbassare le tariffe ed erogare un servizio efficiente

Nuovo affondo di Cateno De Luca nei confronti dell’amministrazione Accorinti.

Stavolta a finire nel mirino del candidato sindaco è il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani che viene definito da De Luca “tipico esempio di malaffare politico e clientelare abbastanza diffuso in tutte le società partecipate municipali usate dagli amministratori comunali come un vero e proprio bancomat che attinge dalle tasche della comunità”.

La gestione affidata ad una società partecipata (Messinambiente – ATO 3 ME spa – Messina servizi bene comune) che come ricorda il deputato regionale si è rivelata fallimentare con il mancato raggiungimento degli elementari standard qualitativi: la città è sempre sporca ed i villaggi abbandonati al loro destino con i greti dei torrenti ormai divenuti delle vere e propri discariche a cielo aperto.

L’esistenza di tre ben tre società partecipate per il medesimo servizio, di cui due di fatto fallite, connota un chiaro tentativo di eludere le vigenti norme in materia di società partecipate da enti pubblici che vietano ai comuni di continuare a gestire in house per i prossimi cinque anni un servizio con proprie società nei medesimi settori ove già si è registrato un fallimento societario. L’urgenza di far partire il servizio con Messina Servizi bene comune è dettata da questo intento: sfruttare la fase dell’evanescente concordato preventivo di Messinambiente per ritardarne la dichiarazione di fallimento prima che il servizio parta a tutti gli effetti con un’altra società, Messina servizi bene comune, che segnerà la terza gestione fallimentare del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti”.

De Luca non risparmia neanche attacchi a quelle che chiama lobby sindacali che in nome della salvaguardia dei posti di lavoro, in verità ben blindati dalle norme vigenti, riescono a condizionare l’intero governo municipale impedendo di attivare l’ARO con una gara aperta alle società private e far passare definitivamente la gestione del servizio da una logica pubblicistica (società partecipate) ad una logica privatistica (gestore privato per sette anni)”

De Luca ricorda poi come il costo della Tari sia superiore alla media nazionale e come Messina dalle statistiche ISPRA 2016 si trova fra le 10 città italiane con la tariffa più alta ad uso domestico. Una famiglia media di 3 persone spende il doppio della città di Verona ed il triplo di comuni virtuosi come Santa Teresa di Riva. Le delibere di approvazione delle tariffe secondo il candidato sindaco non contemplano alcuni dati richiesti dalla normativa ed anche il Piano finanziario presenta alcune anomalie come il fatto che la voce dei Costi Generale Gestione (costo fisso) non riporta il costo del personale amministrativo ed una quota del costo del resto del personale.

Un numero compreso fra il 30% ed il 35% di famiglie ed attività non domestiche non è iscritto a ruolo ordinario e quindi non riceve la bolletta TARI: attualmente chi paga la tariffa paga anche per chi non esiste nell’anagrafe tributaria ma usufruisce del servizio. I valori di raccolta differenziata sono lontanissimi dal minimo imposto dalla legge. Valori così bassi di differenziata costringono i messinesi a spendere per trasporto, trattamento e smaltimento dei rifiuti RSU oltre 15 milioni di €/anno in più di quanto spenderebbero se la differenziata fosse al 65% (oltre il 30% dell’attuale costo)

L’evasione della tariffa è sempre più in crescita e solo l’accertamento dei detentori fantasma di immobili porterebbe ad un abbassamento della tariffa di circa il 20-25%.

Con i moderni software a banca dati unica oggi a disposizione degli enti pubblici e con incrocio dati fino a 30 database diversi (dati catastali, dati idrici, dati elettrici, dati gas, contratti internet, permessi costruire, ristrutturazioni, anagrafe tributaria, domicili temporanei, social network, google maps, etc) una azione accertativa del genere si può benissimo svolgere nell’arco temporale di 120gg-spiega De Luca-La tariffa potrebbe diminuire di oltre il 50% se si procedesse ad inserire nell’anagrafe tributaria gli immobili fantasma e si portasse la differenziata ai minimi di legge del 65%”

Un commento

  1. Tutto questo lo ha maturato mentre a torso nudo si cingeva la vita con la bandiera della trinacria. Comunque per me l’idea deve avergliela data il buon Pinocchio che da burattino di mondo quale è, ne sa una più del diavolo.

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