Via alla demolizione della ex Smeb. In due mesi si libererà uno “spicchio” di Zona Falcata. FOTO

Via alla demolizione della ex Smeb. In due mesi si libererà uno “spicchio” di Zona Falcata. FOTO

Marco Ipsale

Via alla demolizione della ex Smeb. In due mesi si libererà uno “spicchio” di Zona Falcata. FOTO

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martedì 14 Giugno 2016 - 10:09

Sono iniziate le operazioni di abbattimento e smontaggio dei vecchi silos e di tutte le strutture in ferro. La Zona Falcata è nel Piano regionale delle bonifiche ed è possibile, facendo i progetti esecutivi, accedere al finanziamento promesso da 30 milioni. LA FOTOGALLERY DI GIOVANNI ISOLINO

“E’ una lingua di terra curva a forma di falce, lunga poco meno di un miglio e profonda cento passi”. Usa le parole dello storico cinquecentesco Tommaso Fazello l’assessore alle politiche del territorio, Sergio De Cola, per evidenziare l’alto valore simbolico, oltre che storico-culturale della Zona Falcata. “Sono i cento passi che dobbiamo fare – dice, ricordando Peppino Impastato -, oggi ne abbiamo fatto uno e ne servono ancora altri in sinergia”.

Come si sia potuto pensare di realizzare una stazione di degassifica all’interno della più pregiata area della città è un mistero. O forse neanche tanto se si considera che l’intera Zona Falcata è stata per decenni sfregiata, considerata terra di nessuno o solo di chi ha fatto i propri comodi. “Un luogo dimenticato – prosegue De Cola -, che non c’era neanche negli strumenti di pianificazione. Oggi c’è e vogliamo darlo alla città”. “E’ stato più che dimenticato – incalza il sindaco Renato Accorinti -, qualcuno se l’è ricordato per devastarlo e inquinarlo, atti politici che hanno mortificato la città”.

Solo negli ultimi anni, finalmente, qualcosa si è mosso, a partire dall’accordo del 23 aprile 2014 che ha segnato la fine dell’Ente Porto ed il passaggio all’Autorità Portuale, tra le altre cose, della gestione della bonifica dell’ex degassifica. Quell’accordo prevedeva che l’Autorità Portuale si occupasse della “procedura di affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva ed attività consequenziali di caratterizzazione già avviate dall’Ente Porto, col relativo finanziamento regionale già concesso per l’importo di 997mila euro”. Peccato che “quel finanziamento non ci è mai arrivato – dice il segretario generale dell’Autorità Portuale, Francesco Di Sarcina -. E’ legato a progetti di bonifica che l’Ente Porto aveva già messo in moto ma noi neanche conosciamo. Anche questo può rientrare nel Piano Regolatore Portuale, che questa settimana invieremo alla Regione”. Da quel momento “scatteranno” i 60 giorni di tempo massimo previsti dal Patto per la Falce per dare l’esito definitivo.

Prima ancora della bonifica, è necessario demolire i vecchi silos e rimuovere tutte le strutture in ferro. Nello scorso mese di novembre, l’assessore alle politiche del territorio, Sergio De Cola, aveva scritto una dura nota al curatore fallimentare della Smeb, l’avv. Marcello Parrinello, chiedendone conto e ragione. Dallo scontro all’incontro, perché è stato condiviso il progetto che consentirà di liberare un’area di 16mila metri quadri. I lavori sono stati affidati alla Metalferro di Catania e iniziati oggi, per un importo di 140mila euro, costo a carico della curatela fallimentare, ma la ditta trarrà i suoi maggiori guadagni dal riciclo dei materiali provenienti dalla demolizione.

Di Sarcina invita a stare coi piedi per terra: “E’ un’azione importante – afferma – ma dovranno seguirne altre con impegno politico ed economico. La vera sfida nasce alla fine di questo lavoro. Il vice capo di gabinetto dell’assessorato all’energia mi ha confermato che tutta la Zona Falcata appartiene al Piano regionale delle bonifiche e che quindi i 30 milioni promessi sono spendibili facendo i progetti esecutivi. Allora dobbiamo rimboccarci le maniche e seguire il lungo iter burocratico per liberare l’area dall’inquinamento e demolire ciò che serve. Quando si sarà bonificato tutto, si potrà finalmente pensare a investire nella riqualificazione”.

A proposito di bonifiche, infine, il sindaco Accorinti sottolinea che “quando verrà Renzi per il Patto con la città metropolitana di Messina chiederemo altri fondi necessari per il disinquinamento della Zona Falcata e della Sanderson. Bene che si faccia a Bagnoli, a Napoli, ma vogliamo essere trattati alla pari”.

(Marco Ipsale)

4 commenti

  1. La zona … lo meriterebbe ampiamente. Tanto più’ se venisse realizzata, dopo la bonifica, una pista ciclabile e pedonale (come DIO COMANDA).

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  2. La zona … lo meriterebbe ampiamente. Tanto più’ se venisse realizzata, dopo la bonifica, una pista ciclabile e pedonale (come DIO COMANDA).

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  3. Nicolò D'Agostino 14 Giugno 2016 12:30

    Le maestranze che stanno abbattendo i serbatoi stiano attente quando demoliscono il serbatoio vicino a Marisicilia, alle spalle del monumento dell’ammiraglio. Anni addietro denunciai che sotto quel serbatoio potrebbe emergere qualche problema serio. Mi disse uno degli operai dell’ex SMEB ce lì sotto sotterrarono materiale altamente inquinante. State attenti. Nella città dell’omertà qualcuno parla.

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  4. Nicolò D'Agostino 14 Giugno 2016 12:30

    Le maestranze che stanno abbattendo i serbatoi stiano attente quando demoliscono il serbatoio vicino a Marisicilia, alle spalle del monumento dell’ammiraglio. Anni addietro denunciai che sotto quel serbatoio potrebbe emergere qualche problema serio. Mi disse uno degli operai dell’ex SMEB ce lì sotto sotterrarono materiale altamente inquinante. State attenti. Nella città dell’omertà qualcuno parla.

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