Palermo Classica Symphony Orchestra, dalla Russia con amore

Palermo Classica Symphony Orchestra, dalla Russia con amore

giovanni francio

Palermo Classica Symphony Orchestra, dalla Russia con amore

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venerdì 25 Agosto 2017 - 06:31

La grande musica russa di scena al Teatro antico di Tindari

Anche il teatro di Tindari, di solito sede estiva di rappresentazioni teatrali, quest’anno ospita concerti musicali, di rado qui eseguiti. Il 20 agosto, nell’ambito del cartellone Anfiteatro Sicilia, la Palermo Classica Symphony Orchestra diretta da Francisco Maestre ha eseguito un programma interamente dedicato alla musica russa.

L’orchestra ha esordito con “Una notte sul monte Calvo”, di Modest Mussorgski. Il compositore russo vissuto nella seconda metà dell’ottocento, contemporaneo di Cajkovskij, indicò egli stesso il programma di questo celebre poema sinfonico, eseguito ormai per prassi come un unico movimento, orchestrato da Rimski-Korsakov, altro grande musicista russo dello stesso periodo. “Suoni sotterranei di voci soprannaturali – Apparizione degli spiriti dell’oscurità seguiti da quello di Satana – Glorificazione di Satana e celebrazione della messa nera – Il sabba delle streghe – Al culmine dell’orgia la campana della chiesa di un villaggio suona e disperde gli spiriti dell’oscurità – L’alba”. Questo sabba delle streghe fu reso celebre nella splendida animazione di Walt Disney, nel film Fantasia, tuttavia non si tratta di una vera e propria musica a programma, ma di una potente pagina musicale, tumultuosa e trascinante, fino al rintocco delle campane, che annunciando l’alba, riportano la quiete, con una dolcissima melodia prima intonata dal clarinetto e poi dal flauto, che contrasta con l’irruenza orchestrale precedente. La Palermo Classica Symphony Orchestra, nuova interessante realtà che da alcuni anni si è affacciata nel panorama musicale, allietando le serate estive dei palermitani al cortile del convento di Sant’Anna, composta prevalentemente di giovani musicisti, ha manifestato inevitabilmente qualche difetto, proprio di una orchestra di recente costituzione, talora poco amalgama fra archi e legni, questi ultimi a volte fuori tempo nelle entrate – molto bene però nei momenti finali rappresentanti l’alba – e nel complesso una mancanza di quell’impeto, quella vertigine che deve essere resa in un brano del genere. Tuttavia ha anche palesato notevoli potenzialità, che si sono evidenziate nel prosieguo del programma. Infatti nell’esecuzione della “Suite per orchestra de Il Lago dei cigni”, il famosissimo balletto di P.I. Cajkovskij, una raccolta – non da lui realizzata a differenza della Suite dallo Schiaccianoci – che comprende brani fra i più celebri del balletto (in particolare la melodia dei cigni, l’elegantissimo valzer iniziale, la famosa danza dei piccoli cigni, il duetto Odette – Sigfrido e altre danze), brano eseguito dopo Mussorgski, l’orchestra, ben diretta dal giovanissimo Francisco Maestre, si è mostrata più padrona e disinvolta, con momenti di particolare ispirazione, per lo più affidati ad una giovane primo violino sicuramente di gran talento. La seconda parte è stata dedicata al Concerto per pianoforte e orchestra n. 2, in do minore, op. 18 di Sergei Rachmaninov, e ha visto grande protagonista la giovane pianista russa Sofia Vasheruk. Sergei Rachmaninov, anche se ha vissuto in epoca notevolmente posteriore rispetto a Cajkovskij, ha continuato, a differenza dei suoi contemporanei Strawinsky e Prokofiev, nel solco della tradizione melodica russa, e la sua musica è spesso connotata da temi romantici e nostalgici. Il Concerto n. 2 in particolare è sicuramente il più riuscito e popolare dei Quattro concerti per piano composti dal musicista russo, senz’altro il più eseguito. Deve la sua fortuna principalmente ai temi post romantici, ricchi di pathos, melodie dal carattere sognante che catturano l’ascoltatore, talora indimenticabili. È il caso in particolare del secondo movimento “Adagio sostenuto” con quel canto nostalgico che costituisce forse il tema più popolare dell’intera produzione musicale del compositore russo. I tempi estremi, il primo “Moderato – Allegro” e il terzo “Allegro scherzando” alternano invece momenti idilliaci e sentimentali ad altri impetuosi e drammatici, ricchi di passaggi di strabiliante virtuosismo, in particolare l’ultimo tempo, che solo pianisti dotati di una tecnica di assoluto livello possono affrontare.

Sofia Vasheruk si è dimostrata all’altezza dell’arduo compito. Se nei tempi veloci ha dato mostra di una notevole tecnica, prediligendo la pulizia del tocco, talvolta a scapito della velocità, nei temi melodici e sognanti di cui il concerto trabocca, in particolare il secondo movimento, il giovane talento russo si è mostrata particolarmente ispirata, in piena sintonia col brano (eseguito interamente a memoria), ed ha letteralmente incantato il numeroso pubblico presente, evidentemente non avvezzo all’ascolto di concerti di musica classica – i soliti applausi alla fine di ogni movimento ne sono la prova – ma capace comunque di assaporare l’ascolto di questo splendido concerto che, complici lo spettacolare scenario del teatro di Tindari, la toccante esecuzione di Sofia Vasheruk, e un’orchestra di giovani talenti di sicuro avvenire, ha reso magica questa calda serata d’agosto.

Giovanni Franciò

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