Nuova indagine sul Cas e la società Pachira, perizia sui pc dell'ente

Nuova indagine sul Cas e la società Pachira, perizia sui pc dell’ente

Alessandra Serio

Nuova indagine sul Cas e la società Pachira, perizia sui pc dell’ente

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martedì 25 Ottobre 2016 - 09:07

Tre procure indagano su una presunta tangente e una consulenza privata a una società milanese, che potrebbe finire per essere pagata dal Consorzio autostrade. A Messina i tecnici passano ai raggi x le mail della dirigenza di Scoppo. E spuntano incarichi agli ex amici di Crocetta.

Una maxi tangente da quasi mezzo milione di euro a testa, suddivisa tra i protagonisti delle trattative, sia pubblici che privati. E’ questa l’ipotesi della magistratura, al centro di uno dei tanti filoni di indagine sul Consorzio autostrade siciliane. Una inchiesta coperta dal più stretto riserbo, visto che le ipotesi sono ancora tutte da verificare, e visto che una parte degli accertamenti potrebbe arenarsi sul segreto bancario.Riservata ma giunta già ad un passaggio cruciale. Perché è in corso l’incidente probatorio sul materiale informatico sequestrato.

L’ultima, scottante inchiesta sull’ente di contrada Scoppo si muove tra Milano, dove sono stati intercettati telefonicamente gli imprenditori privati, e Messina, dove è arrivata una parte degli accertamenti. Il fascicolo è sul tavolo del sostituto procuratore Alessia Giorgianni, che ha ordinato l’acquisizione di tutta la documentazione esistente al Cas da dove si evincono i rapporti con la Pachira Partners , una società di consulenza con sede a Milano. La perizia è stata disposta per estrarre dai computer sequestrati la documentazione informatica rintracciata, in particolare alcune e mail tra i vertici del Cas e i consulenti privati di una delle imprese appaltanti.

Proprio l’entità di questi rapporti, e le informazioni scambiate tramite queste mail, sono ora alla verifica degli inquirenti, che ipotizzano i reati di turbativa d’asta e corruzione. Per via di questa inchiesta, il Governatore regionale Rosario Crocetta ha chiesto ai vertici del Consorzio di “ridurre” il cda, invitando apertamente l’e commissario Antonino Gazzara a dimettersi. Ma Gazzara al momento rimane al suo posto.

Si è dimesso invece l’ingegnere Mandanici, componente della commissione che ha dato l’ok alla variante dei lavori sui lotti 6,7 e 8 della Rosolini –Gela. Lavori affidati alla Condotte spa, che ha chiesto di posare nuoi conci, facendo lievitare il prezzo totale dei lavori stessi. La Condotte – capofila insieme alla Cosedil di Santa Venerina, l’impresa che fa capo all’ex assessore regionale Andrea Vecchio – si è affidata alla milanese Pachira Partners srl. L’azienda ha unasocia a Palermo, Anna Lapresa, sconosciuta agli ambienti finanziari ed imprenditoriali, che possiede il 9% delle quote. Amministratrice è Oriella Bruno Valentino, una operatrice finanziaria a sua volta legata a fiduciarie, ed è domiciliata in Svizzera, mentre il restante 63% è in mano alla Poieo srl, un’altra sigla in mano ad una fiduciaria, ossia una vera e propria cassaforte pressoché inviolabile, per gli amministratori. Alla Poieo, la consulenza viene liquidata in un milione e 400 mila euro.

Secondo gli investigatori, dietro la Pachira in realtà ci sarebbero legali e consulenti che a loro volta avrebbero trattato pesanti contenziosi, costati cari al Consorzio. In più, ci sarebbe un incarico privato al figlio di uno dei dirigenti del Consorzio.

A non vederci chiaro per primo era stato il Tar di Catania, che giugno 2014 ha emesso sentenza su un ricorso presentato da due sigle che hanno perso l’appalto andato a Condotte. I ricorsi erano seguiti dagli avvocati Andrea Guarino, Riccardo Modica e Stefano Polizzotto, ex consulente del Presidente della Regione Rosario Crocetta, e vedevano “ad opponendum” la Tecnis di Lo Bosco. Il Tar, dichiarando inammissibile il ricorso, ha rilevato delle anomalie a proposito dell’intervento da parte della sottocommissione del Cas che ha autorizzato, il 27 febbraio 2014, ed ha trasmesso gli atti alle procure di Messina e Siracusa.

Tra le carte sequestrate al Cas, gli investigatori avevano acquisito un fa inviato al Consorzio dalla Condotte, che comunicava all’ente appaltante la volontà di volersi avvalere di un partner per la consulenza. Sono le risposte da parte del Consorzio, e le modalità con la quale la consulenza è stata effettivamente svolta ed a chi è stata pagata, che fanno sospettare gli investigatori.

Alessandra Serio

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