Nino Cannistraci, impressione attraverso il colore

Nino Cannistraci, impressione attraverso il colore

Laura Giacobbe

Nino Cannistraci, impressione attraverso il colore

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sabato 19 Novembre 2016 - 23:09

Opere che danno vita a paesaggi onirici, popolati da creature dai contorni evanescenti, appartenenti al mondo terreno o soprannaturale

Sarà ospite per tre giorni presso la sede dell’associazione culturale Teste Matte la personale del pittore messinese Nino Cannistraci: dal 18 al 20 novembre, resterà aperta al pubblico un’esposizione dedicata ad un particolare periodo compositivo, quello degli anni ’80, come appunto il titolo della mostra suggerisce.

La selezione è una piccola parentesi se considerata all’interno di una carriera di oltre cinquant’anni, ma malgrado ciò riesce a trasmettere la potenza creativa dell’artista. Nel descrivere lo stile di Nino Cannistraci, la critica ha spesso citato l’espressionismo, per la tendenza all’esaltazione, più che della concretezza del reale, dell’emotività che (nascostamente) vi dimora. Le opere danno infatti vita a paesaggi onirici, popolati da creature dai contorni evanescenti, appartenenti al mondo terreno o soprannaturale, alternativamente. Le atmosfere variano di molto da un dipinto all’altro, restituendo all’osservatore macabre terre desolate, tanto quanto sfavillanti paradisi terrestri. L’uso del colore è essenziale nel delineare lo stato d’animo del dipinto, sebbene l’autore riveli di comprendere solo con il tempo il senso profondo di ciò che produce. “Nei mei quadri si possono trovare belve e crocefissi, nudi femminili e babbuini, avvoltoi, presenze insomma del mondo naturale… e simboli di altra natura attinenti al mondo spirituale. L’associazione di questi elementi non è mai programmata, ma nasce sempre da una sorta di evocazione spontanea per antitesi fra Eros e Thanatos, evocata attraverso l’accostamento di archetipi”, afferma l'artista.

Nella pittura di Cannistraci è evidente l’influenza dell’impressionismo, nell’uso del colore e dei giochi di luce come forze dominanti, attraverso i quali l’occhio e il cervello dell’osservatore devono farsi strada, per riuscire infine a distinguere i soggetti e lo spazio in cui sono collocati. La scelta dei temi, tuttavia, nei quali si distingue chiaramente il richiamo al mondo mitologico, rimanda a suggestioni di tipo surrealista. Questa particolare combinazione di influenze si condensa in una forma espressiva di sicuro impatto.

Laura Giacobbe

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