Due i progetti promossi dall'assessorato regionale ai Beni culturali: il museo virtuale ed il documentario. La presentazione nella Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele.
Lo Stretto è il luogo del mito, è realtà palpitante che attraversa la storia, la letteratura, l’arte, la leggenda e ci consegna ogni giorno un patrimonio che va ben oltre lo sguardo.
Proprio in virtù di questo i due progetti che l’ormai ex assessore regionale ai Beni culturali Carlo Vermiglio insieme a Sebastiano Tusa, a capo della Sovrintendenza del mare dell’assessorato, hanno presentato lunedì scorso, nella Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele, meritano attenzione e adeguata ribalta.
Sono due progetti con un unico filo conduttore, il primo è il documentario “Lo Stretto di Messina, un luogo nel mito” per iniziativa del CRicd (Centro regionale per l’inventario e la documentazione, grafica, fotografica, aerofotografica, audiovisiva e filmoteca regionale siciliana) ed il secondo è un museo virtuale “Orion, Museo multimediale dello Stretto” per iniziativa della Soprintendenza del Mare.
E’ un doppio viaggio in un patrimonio di leggende e miti che appartengono alla tradizione siciliana e che sono purtroppo poco conosciuti.
Alla presentazione erano presenti lo scrittore, giornalista e documentarista Sergio Palumbo (che ha curato i due progetti), il presidente del Teatro Vittorio Emanuele, Luciano Fiorino, Milena Romeo che tempo opera con passione e competenza per la maggiore diffusione delle iniziative culturali ed artistiche, Nunziello Anastasi in rappresentanza dell’assessorato regionale.
L’incontro è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione culturale “Athanasius Kircher”, col patrocinio di Fidapa Capo Peloro, Ordine degli avvocati di Messina, Ordine dei medici di Messina, Ordine dei geometri di Messina, Rotary Stretto di Messina, Soroptimist Club Messina.
“Orion” è un tuffo nella nostra identità più nascosta, in quella che dobbiamo andare a cercare, con l’orgoglio di quelle tradizioni sopite e la rinnovata determinazione per valorizzare questa straordinaria ricchezza.
Il museo virtuale dello Stretto, ideato da Sergio Palumbo è un percorso, attraverso 40 spazi visivi, articolati in 8 sezioni, che ci porta a conoscere tutti gli aspetti del nostro mare, vuoi con ricordi letterari, vuoi con miti sconosciuti, vuoi con cenni storici o di carattere scientifico-ambientale. Ogni sezione è una sorta di pinacoteca multimediale nella quale il visitatore può scegliere se dare priorità ai filmati, leggere brani, ascoltare musiche legate allo Stretto o poesie e storie lette da artisti. Ogni visitatore tra l’altro potrà costruirsi un “suo” percorso virtuale, alternando le testimonianze di scrittori del calibro di Consolo, D’Arrigo, agli articoli e ai saggi scritti nel corso degli anni, o ancora interviste ad esperti, simulazioni audiovisive della caccia del pescespada. Dai miti legati ad Orione, Colapesce o alla Fata Morgana si passa ai testi più antichi che citano lo Stretto (Omero, Goethe, Dumas, Quasimodo, Sciascia).
Il documentario è realizzato per iniziativa del Cricd e racconta lo stesso viaggio in tutti quegli aspetti meno noti che pure grandi artisti del passato sono riusciti a comprendere e valorizzare, dalla letteratura alla pittura.
Siamo troppo abituati a dare per scontate le nostre bellezze dal non riuscire a comprenderne più la grandezza.
Il Museo è in fase di ultimazione ed il documentario è stato presentato lunedì nella sala Sinopoli.
Su queste tematiche Palumbo si è soffermato anche nei suoi due ultimi libri: “D’Arrigo, Gattuso e i miti dello Stretto” e “Colpasce ed altre leggende normanne di Sicilia”.
L’amore per la nostra terra nasce anche dal conoscere le nostre radici.
Rosaria Brancato
