“OniriCAMente” di Caminiti: il potere dell’immaginazione

“OniriCAMente” di Caminiti: il potere dell’immaginazione

Sefora Adamovic

“OniriCAMente” di Caminiti: il potere dell’immaginazione

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venerdì 01 Aprile 2016 - 07:33

Una visione magica, esaltante e fiabesca della vita nella personale di Carmelo Davide Caminiti in esposizione al Teatro Vittorio Emanuele fino al 3 aprile

La personale “OniriCAMente” di Carmelo Davide Caminiti, in mostra al Teatro Vittorio Emanuele fino al 3 aprile, all’interno della rassegna “R-esistenza d’artista” a cura di Saverio Pugliatti, raccoglie un’importante selezione di opere realizzate in circa 25 anni di instancabile produzione artistica. La mostra offre così allo spettatore la possibilità di apprezzare le tante commistioni tecniche adoperate per descrivere una visione magica, esaltante, a tratti allucinata e non di meno, teneramente fiabesca, della vita. Entrando nella sala mostre del teatro, il gioco di parole di “OniriCAMente” si svela subito e palesa l’intrinseco legame fra la dimensione onirica e quella teatrale, che dal sonno alla veglia, interessano ed avvincono l’artista, fino a fondere nella sua personale riscrittura di miti e leggende, aneddoti vissuti e scorci di quotidianità. Basta una crepa sulla tavola di legno, un garbuglio di fili sulla tela, un anonimo tassello di vetro, perché Caminiti vi trovi il filo conduttore del suo racconto, l’arché creativa di questo dipanarsi di pesci, uccelli, gatti, sirene, cavalieri, in un tripudio sempre crescente di pareidolie psichedeliche e ricomposizioni sparse di ricordi, impressioni, omaggi.

Non c’è qui la ricerca di simbologie o velleità prosaiche, bensì la potenza dell’atto creativo, riversata su grandi tavole di legno, tele, collage di carte di consistenze fra le più difformi, inaspettati mosaici. Il colore, denso e stratificato, narra, canta, definisce nettamente le forme, i confini e ciononostante, fa occhieggiare innumerevoli volti, come in un carnevale di Ensor, il pittore delle maschere, meno macabro e più animistico, dove confusione, allusione e rivelazione, si intrecciano. Inconsciamente. Oniricamente.

È una leggerezza mai frivola quella che si evince, una versatilità di linguaggi e strumenti che non preclude la trattazione di temi ingombranti e dolorosi come la guerra e che anzi, trova proprio nella particolare capacità dell’artista di dare tridimensionalità persino ai diversi collage di carta, la cifra infantile, ma non ingenua, che gli permette di ripensare la Bagdad bombardata, “spezzettata”, del ’91: aerea ed incantevole.

L’immaginazione non è uno stato mentale! È l’esistenza umana stessa”, scriveva William Blake: Carmelo Davide Caminiti ne è la dimostrazione vivente.

Sefora Adamovic

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