Omaggio a Debussy: il tributo di Leonardo Pierdomenico

Omaggio a Debussy: il tributo di Leonardo Pierdomenico

giovanni francio

Omaggio a Debussy: il tributo di Leonardo Pierdomenico

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martedì 01 Maggio 2018 - 06:00

Un importante omaggio al compositore francese nel 100° anniversario della sua morte

Il 25 marzo 1918 moriva a Parigi Claude Debussy, il grande musicista francese le cui composizioni hanno influenzato tutta la musica del novecento. Anche il critico Alex Ross, nel suo bellissimo libro “Il resto è rumore” afferma che “… è stato Claude Debussy a dissolvere l’armonia così come la conoscevamo”. Il concerto del giovane pianista Leonardo Pierdomenico, per la stagione concertistica dell'Accademia Filarmonica, ha inteso tributare, sabato 28 aprile, un omaggio a questo straordinario musicista, per celebrarne il centenario della morte.

La prima parte del concerto è stata dedicata però all’esecuzione della Sonata D 850 in re maggiore di Franz Schubert. Schubert scrisse 21 sonate per pianoforte, alcune rimaste allo stato di frammenti, per lo più non molto frequentate dai pianisti. Ciò è dovuto probabilmente alla notevole lunghezza che caratterizza la maggior parte di esse. Non fa eccezione la lunghissima Sonata in re maggiore, la n. 17, in quattro movimenti: “Allegro”, “Andante con moto”, “Scherzo (Allegro vivace)”, “Rondo (Allegro moderato)”. Dedicata al suo amico pianista Carl Maria Von Bocklet, composta nel 1825, è un’opera dell’ultima maturità di Schubert, tuttavia presenta un carattere esteriore e virtuosistico, meno intenso rispetto alle sue ultime quattro straordinarie sonate, ma anche rispetto ad alcune sonate composte prima, come le ben più complesse D 840 “Reliquie” e D 845, o ancora la disperata Sonata in la minore D 784. La Sonata, dal carattere sereno e poco problematico, contiene tuttavia una gemma preziosa, il secondo movimento “Andante con moto” a proposito del quale Schumann ebbe a scrivere: “Un adagio che appartiene proprio tutto a Schubert, pieno di slancio, esuberante, che quasi non può trovare una fine”. L’esecuzione del giovane pianista è apparsa corretta ma forse un po’ accademica, con qualche imperfezione in particolare nello “Scherzo”. Più convincente Pierdomenico è sembrato nella seconda parte del concerto, interamente dedicata a Debussy. “Estampes”, fanno parte dei grandi cicli di composizioni pianistiche del musicista francese. I tre brani, la cui ispirazione va cercata nei quadri del suo pittore preferito, Joseph Turner, costituiscono uno splendido esempio del descrittivismo debussiano, relativamente a luoghi mai visitati in realtà da Debussy. Il primo brano, “Pagodes”, evoca il lontano Oriente, i templi giapponesi, un brano statico, di atmosfera, sicuramente raffinato e affascinante. Il secondo brano, “La Soirée dans Grenade”, adotta il ritmo di Habanera per descrivere l’atmosfera della città dell’Andalusia, ove possiamo ascoltare lontani flamenchi, serenate interrotte ecc.. È tutto frutto della fantasia dell’autore, mai stato a Granada, che arrivò ad affermare: “Se lì non si sente tale musica, beh! Tanto peggio per Granada”. Chiude la serie “Jardins sous la pluie”, ove una veloce successione di quartine imita la pioggia scrosciante sul giardino. Il ciclo Children's Corner è un insieme di sei brani che manifestano tutto l’affetto di Debussy, per la figlia, la piccola Chouchou, dedicataria di questo capolavoro. Nella scia di altre precedenti composizioni dedicate ai bambini (“Camera dei bambini” di Musorgskij, “Kinderszenen” di Schumann), i Children's Corner descrivono in vari aspetti l’universo psicologico dell’infanzia, brani dedicati al mondo dei piccoli, non a piccoli pianisti, stante che la loro esecuzione richiede una tecnica pianistica già avanzata. E così nel “Doctor Gradus ad Parnassum” troviamo la parodia degli studi di Clementi sui quali i piccoli pianisti sono costretti a esercitarsi, “Jimbo’s Lullaby” è una buffa ninna nanna ad un elefantino di peluche, la graziosissima “Serenade for the Doll” un dialogo fra la bambina e la sua bambola, “The snow is dancing” – forse il brano più raffinato – dipinge la malinconia del bambino che dai vetri della finestra contempla la neve che cade. Dopo “The little Shepherd”, un pastorello pupazzo che suona il suo flauto, ecco il brano più interessante, “Golliwogg’s cakewalk”, la passeggiata di un pupazzo di colore, chiamato appunto “Golliwogg”, a ritmo di rag-time, strepitoso, brillante, che contiene anche, nella parte centrale, un irriverente riferimento al preludio del Tristano wagneriano ( è noto come Debussy non amasse affatto Wagner).

Il concerto si è concluso con l’esecuzione de “L’isle Joyeuse” un brano ispirato a un quadro di Watteau intitolato “L’embarquement pour Cythere” (imbarco verso Citera), l’isola della gioia, una pagina brillante, fluida, a volte quasi atonale, di grande raffinatezza. Buona la prova di Pierdomenico, a suo agio nel delicato fraseggio proprio dei brani del compositore francese, (particolarmente convincente l’esecuzione delle “Estampes”), un po’ meno forse nelle parti più brillanti ed energiche (ad es. nell’ultimo brano dei Children's Corner). Molto applaudito, il pianista ha concesso due splendidi bis, i primi due brani di uno dei più importanti cicli di Robert Schumann, “Phantasiestucke” op. 12: il delicatissimo “Des Abends” (La sera) e l’appassionato “Aufschwung” (Slancio).

Giovanni Franciò

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