Il poema di Enea, libro IV. I cuori dei mortali

Il poema di Enea, libro IV. I cuori dei mortali

giovanni francio

Il poema di Enea, libro IV. I cuori dei mortali

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mercoledì 22 Marzo 2017 - 07:47

La triste storia di Didone nella lettura metrica del prof. Giuseppe Ramires e le musiche di Giovanni Puliafito. Evento a cura dell'Associazione Bellini

Quarto appuntamento con la lettura metrica del poema virgiliano, da parte del prof. Giuseppe Ramires (che ha curato anche i testi introduttivi della vicenda) tenutosi al Teatro Annibale Maria di Francia, gremito per l’occasione, un gioiellino della nostra città che andrebbe utilizzato più spesso per spettacoli di tal genere.

“Improbe Amor, quid non mortalia pectora cogis!” (Amore ingiusto, a cosa non spingi i cuori dei mortali!): questo verso riassume in sé forse tutto il dramma raccontato nel libro quarto dell’Eneide, uno dei più intensamente drammatici (e conosciuti) che narra la triste vicenda dell’amore della regina Didone per Enea, e la sua morte, per propria mano, a causa dell’impossibilità di tale amore, prima ricambiato, ma poi respinto da Enea, per volere degli dei, i quali gli hanno affidato una missione superiore, dalla quale nulla può e deve distoglierlo. Leggere in latino, con la lettura metrica, gli splendidi versi di Virgilio (l’esametro, il metro in genere utilizzato dagli autori greci e latini per i poemi epici) è una sfida difficile e impegnativa, che richiede un notevole sforzo sia per l’interprete che per gli spettatori. Tale sfida finora sembra abbondantemente vinta, a giudicare dall’affluenza del pubblico, e dai convinti e meritati applausi. Lo spettacolo infatti è stato molto interessante e originale, arricchito da musica, danza e recitazione. Perfetta la lettura di Ramires, bravissimo non solo per quanto riguarda la competenza nello scandire gli accenti metrici – è la sua materia – ma anche sotto il profilo recitativo, nel rendere la giusta intonazione, quasi sempre drammatica, corrispondente al significato dei versi. Inoltre non è facile neanche coordinare la lunghezza dei versi con la musica di accompagnamento, e in tal senso la voce recitante e il pianista hanno mostrato un perfetto amalgama. Giovanni Puliafito ha accompagnato i testi e la musica registrata al pianoforte, in una eccellente performance. Le musiche originali, composte dall’autore messinese per l’occasione e presentate in prima assoluta, hanno sicuramente fatto presa sul pubblico. Si tratta di composizioni dagli accenti ora fortemente drammatici, ora riflessivi, connotate da temi intensi e molto belli. Uno stile moderno che tiene presenti i modelli classici, vagamente inquadrabile nel minimalismo di Glass, Nyman e altri contemporanei, infatti tali composizioni si prestano perfettamente ad accompagnare immagini o testi.

Efficaci le voci fuori campo di Fiamma Calarco (Didone), Luca Fiprino (Enea) e Giulia Ramires (Anna); bravi i due ballerini solisti Ernestina Lamponi (molto elegante nelle vesti di Didone) e Gabriele Oliva (Enea), impegnati in alcuni pas de deux, bene anche i Danzatori di “Progetto Danza”: Bianca Barrilà, Ludovica D’Audino, Clara De Francesco, Alessandra De Luca, Carla Di Chio, Fabiana Ficarra, Ludovica Pinzone, nelle scene corali, per le raffinate coreografie di Sofia Zanardi. Il Coro del “Liceo La Farina – Basile”, diretto di Giovanni Mundo, ha arricchito ulteriormente lo spettacolo, una contaminazione di varie forme artistiche, ottimamente coordinate dalla regia di Gabriella Bertuccini. Appuntamento, si spera, l’anno prossimo, con il quinto libro del grande poema virgiliano.

Giovanni Franciò

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