Emergenza abitativa: Casa Paradiso in ostaggio della burocrazia

Emergenza abitativa: Casa Paradiso in ostaggio della burocrazia

Emergenza abitativa: Casa Paradiso in ostaggio della burocrazia

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venerdì 16 Febbraio 2018 - 07:00

Quattro famiglie si ritrovano a condividere medesimi ambienti in una condizione ben lontana dall’essere definita ‘dignitosa’. Da 5 anni gli abitanti di ‘Casa Paradiso’ sono in attesa di un segnale che forse non tarderà ad arrivare, ma che è ancora avviluppato nella folta ragnatela della burocrazia.

E’ ancora in attesa della votazione della Giunta Comunale la delibera che concederebbe il contratto di comodato d’uso provvisorio alle quattro famiglie che attualmente occupano la ex scuola Pietro Donato di Paradiso (Messina). Ribattezzata nel 2013 ‘Casa Paradiso’, la struttura è stata protagonista di un’occupazione che doveva rappresentare una ‘momentanea’ sistemazione per quattro famiglie in emergenza abitativa. Una ‘momentanea’ alternativa alla prospettiva di dormire in macchina, o peggio, in strada.

Un altro capitolo per tanti anni rimasto nella penombra che si aggiunge al noto elenco di occupazioni ancora in attesa di una conclusione. Ciò cui si aspira, è la possibilità di poter realmente considerare ‘Casa Paradiso’ come una sistemazione momentanea in attesa dell’assegnazione delle case popolari. Ma non è tutto. La votazione della delibera infatti, non comporterebbe solo la concessione del comodato d’uso, ma anche la realizzazione di quei lavori di manutenzione che sono da considerarsi necessari.

Allo stato attuale, quattro famiglie si ritrovano a condividere medesimi ambienti in una condizione ben lontana dall’essere definita ‘dignitosa’. Ed è proprio questo ciò che viene chiesto. Quattro famiglie, due delle quali con bambini e adolescenti, costrette a condividere due bagni, con evidenti conseguenze sotto il punto di vista igienico sanitario. Poche stanze, la cui divisione interna è assicurata solo dal mobilio. Letti matrimoniali utilizzati da un unico nucleo familiare. Alla inadatta suddivisione degli ambienti, si aggiungono infiltrazioni d’acqua, infissi rotti o malfunzionanti ed una insalubrità dell’aria aggravata da evidenti tracce di umidità.

Da parte delle famiglie, l’espressa volontà di mantenere la riservatezza, e insieme ad essa, quella dignità che ha permesso loro di non mollare. Di arrangiarsi con ciò che avevano a disposizione per rendere quel posto più accogliente possibile.

Da 5 anni gli abitanti di ‘Casa Paradiso’ sono in attesa di un segnale che forse non tarderà ad arrivare, ma che è ancora avviluppato nella folta ragnatela della burocrazia. Il contratto, e con lui i lavori tanto necessari, permetterebbero di convertire quella che è ad oggi una struttura fatiscente, in un ricovero momentaneo per le tante famiglie in emergenza abitativa che sono in attesa dell’assegnazione di una casa popolare. Una volta che gli attuali occupanti otterranno una loro sistemazione infatti, la ex scuola Pietro Donato potrà essere destinata ad altre famiglie.

In questi 5 anni, tante promesse, tutte dissoltesi nel tempo. Ma ad oggi, sembra che realmente si stia smuovendo qualcosa, grazie anche all’intervento del sindacato Si.cobas e del Fronte Popolare Autorganizzato che, nella persona di Valentina Roberto, è sempre stato attivo nell’ambito dell’emergenza abitativa.

Nel perfetto rispetto del principio della non privatizzazione, le quattro famiglie si sono costituite in un comitato, presentando in Comune un progetto per la riqualifica e la messa a disposizione della cittadinanza gli spazi di ‘Casa Paradiso’. Il progetto comprende la realizzazione di un orto sociale, un cineforum, un’area ludica per bambini e una struttura esterna adibita a eventi sociali.

Un commento

  1. HO PARTECIPATO AD INNUMEREVOLI INTERVENTI DELLO STESSO ARGOMENTO E ORMAI MI SONO ROTTO DI SCRIVERE ANCORA, PERO’ VI RICORDO CHE PURTROPPO PER MOLTISSIMI ITALIANI LA RESPONSABILITA’ DI TUTTO CIO’ CHE NATO DALL’APROVAZIONE DELLA LEGGE DEL CD EQUO CANONE CHE HA DISTRUTTO TUTTO IL TESSUTO SOCIALE CUI SI REGGEVANO GLI ACCORDI E LA FIDUCIA RECIPROCA TRA IL LOCATORE E IL LOCATARIO. LA DISGRAZIA, AL PARI DI ALTRE LEGGI VOTATE IN QUEL MALEDETTO 1978, E’ STATA LA LEGGE 27 LUGLIO 1978, N. 392 E SEGUENTI. COME ALLORA SI ERA DETTO “VOGLIONO PORTARE I SINDACATI ANCHE ENTRO IL CESSO” EDUCATAMENTE DICEVANO E DICEVAMO IN BAGNO, MA CONSTATA LA SITUAZIONE TRAGICA QUESTA PAROLINA E’ BEN PULITA, ANZI PULITISSIMA. LA POLITICA DEL 1978 HA DISTRUTTO TUTTO E TUTTI

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