Da vertenza della città a vertenza delle bandiere. Lavoratori e utenti passano in secondo piano

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Da vertenza della città a vertenza delle bandiere. Lavoratori e utenti passano in secondo piano

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domenica 22 Gennaio 2012 - 01:20

Da un lato rossi, azzurri ed arancioni, dall’altro bianchi e verdi. I dipendenti restano senza lavoro, i passeggeri rimangono a piedi

La bandiera dovrebbe essere unica: una linea diagonale che divide in due parti il rettangolo di stoffa, da un lato giallo, dall’altro rosso, su cui campeggia l’inconfondibile volto della Trinacria, della Sicilia. Purtroppo però anche stavolta non è così che vanno le cose: ci sono bandiere bianche e verdi, ci sono bandiere rosse, ci sono bandiere azzurre ed anche arancioni, che il vento fa soffiare in diverse direzioni. E l’ennesima dimostrazione la si è avuta ieri, alla stazione centrale di Messina, lì dove si sono radunati i rappresentanti del movimento Mobilitiamo Messina (cui aderiscono Cgil, Cisl e Uil), lì dove da 52 giorni, per la precisione al binario1, i lavoratori Servirail trascorrono giorno e notte, organizzati in turni ormai ben rodati. Non ne facciamo una questione di numeri, non importa se sono 85, 60, 40 o 15, l’importante è non dimenticarsene. Così come non bisogna dimenticare quanti, pur non aderendo a questa forma di protesta, condividono la stessa condizione di disagio, ovvero la perdita del posto di lavoro.

Eppure, è proprio ora che i “numeri” sembrano essere diventati più importanti del resto. Consumata, infatti, la fase delle proteste eclatanti che inevitabilmente catturano l’attenzione dei media, a fare notizia è altro. E quest’altro è rappresentato dalla “divisione”, volutamente non parliamo di rottura, all’interno del fronte sindacale, Cisl, da un lato, Cgil, Uil e OrSa dall’altro. Un distinguo che non è stato necessario fare per i primi 40 giorni, perché per i primi 40 giorni è degli ex-dipendenti Servirail che si è parlato e non di eventuali “appartenenze”. Senza per questo negare, e non siamo noi a dirlo, bensì i lavoratori, che la vicinanza, umana ancor prima che professionale, sia giunta dalla Fit Cisl, identificata nella persona, prima che nel segretario, Michele Barresi.

Questo è stato, ma adesso non lo è più. E lo dimostrano quelle bandiere e quegli striscioni verdi e bianchi, che sono apparsi proprio all’ingresso e all’interno del presidio del binario1: fino ad oggi, infatti, i lavoratori, assoluti “padroni” dello spazio, hanno deciso di lasciare fuori ogni “colore”, ma purtroppo, quella Servirail non è più “la vertenza” di Messina, ma è una delle tante vertenze della città, da identificare con l’una o l’altra sigla sindacale. Il che appare ancora più paradossale se si considera che la questione non interessa solo un problema occupazionale e di diritto al lavoro, bensì di mobilità e continuità territoriale.

Ecco perché a fare notizia non sono le proteste, più o meno eclatanti, non sono i lavoratori, più o meno interessati a fotocamere, telecamere o prime pagine, ma sono i sindacati, l’uno contro l’altro armato. E gli effetti sono purtroppo sintetizzati nelle frase scritta sul foglio appeso sul muro d’ingresso del presidio della stazione e di cui riportiamo il testo (riferito a ieri, ndr): «Presidio Servirail Binario1. Oggi 21 gennaio, lasciamo fare ad altri quello che noi facciamo da 5q giorni (oggi 52 ndr) mentre stavano a guardare». Ecco perché la vertenza non è più solo dei lavoratori. (ELENA DE PASQUALE)

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