Barcellona, bimbo italiano rapito dal padre marocchino

Barcellona, bimbo italiano rapito dal padre marocchino

Barcellona, bimbo italiano rapito dal padre marocchino

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giovedì 07 Settembre 2017 - 19:05

Paola Imbesi non ha notizie del figlio, incontrato in Marocco nel giugno 2016. Era stato portato via dal padre nel 2013 e lo scorso anno la giustizia ha dato ragione alla madre, stabilendo il ritorno a casa del ragazzino. Quando la donna, dopo la sentenza, è andata a riprenderlo, di lui non c'era più traccia. Il padre intanto è in carcere per il rapimento

“Non avrò pace finché mio figlio non sarà con me in Italia”. Il calvario di Paola Imbesi, 37enne di Barcellona Pozzo di Gotto, è durato ben 4 anni. Poi, quando pensava che fosse tutto finito, è ripiombata nell’angoscia: da nove mesi, infatti, non ha più notizie del figlio Karim (in nome è fittizio), di 8 anni, che le era stato sottratto dal marito marocchino Tariq nel 2013, quando aveva 4 anni.

La donna, nata in Colombia, è stata adottata da una famiglia italiana e ha perso il primo marito siciliano in un drammatico incidente stradale a Cuba. La denuncia del rapimento da parte del padre del bambino, da cui si stava separando (la procedura è ancora in corso) – come riporta l’Ansa – risale al 20 giugno 2013. Da allora è cominciata la ricerca di Karim da parte della madre e dei nonni Antonino Imbesi, 74 anni, metalmeccanico in pensione, e Venera, che sono andati varie volte in Marocco affrontando grosse spese tra cui la nomina dell’avvocato.

”Finora ho taciuto – spiega il nonno all’Ansa – percorrendo le vie istituzionali, ma da dicembre mio nipote non si trova più e siamo molto preoccupati”. Nessuna notizia. Nonostante la Corte marocchina abbia stabilito il suo ritorno in Italia.

Prima di sparire con il bambino, il padre di Karim aveva portato il figlio a Bologna col permesso della madre, dicendo che doveva partecipare al matrimonio di un suo parente, ma non era più tornato in Sicilia.

Il bambino, tra l’altro, aveva il doppio passaporto perché la madre aveva firmato il consenso sui documenti, scritti in arabo, che le avevano dato in consolato.

L’uomo, qualche tempo dopo, telefonò dalla Libia dicendo che il figlio era con lui e stava bene. ”Ci faceva ascoltare una vocina che diceva ‘sto bene’ ma abbiamo capito che era una registrazione.

La Farnesina, interessata della vicenda – racconta il nonno – ci disse che in quel periodo operare in Libia era quasi impossibile. Poi abbiamo saputo che in realtà il bambino era coi nonni paterni a Oued Zem e abbiamo cominciato l’iter giudiziario in Marocco. Iter che si è concluso positivamente: due sentenze hanno stabilito che Karim doveva rientrare in Italia e stare con la madre”.

Paola e suo padre rivedono il bambino il 6 giugno 2016, tre anni dopo la scomparsa, tanto che Karim stenta a riconoscere la madre. Rimangono con lui alcuni giorni. Nel dicembre 2016 viene pubblicata la definitiva sentenza d’appello e Nino e la figlia ripartono per il Marocco per riprendere il bambino.

La polizia va nelle due scuole di Oued Zem ma di Karim non c’e traccia. Va a casa dei nonni ma anche lì non c’è. La notizia fa ripiombare nella disperazione la famiglia Imbesi.

A luglio di quest’anno il padre di Karim viene arrestato per la sparizione. È tuttora in carcere ma dovrebbe uscire a breve.

fonte Ansa

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