“L’attesa”, esordio alla regia di Piero Messina

“L’attesa”, esordio alla regia di Piero Messina

Lavinia Consolato

“L’attesa”, esordio alla regia di Piero Messina

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sabato 19 Settembre 2015 - 22:04

Opera prima del giovane regista di Caltagirone, Piero Messina, già vincitore al Taormina Film Festival con il cortometraggio “Stidda ca curri”, e assistente alla regia di Sorrentino per “This must be the place” e “La grande bellezza”.

A Caltagirone, in una Sicilia sia cupa e arida come la lava dell’Etna, sia rigogliosa e viva con gli ulivi e il bellissimo lago, una disgrazia affligge Anna (Juliette Binoche). Il custode Pietro (Giorgio Colangeli) chiude le imposte e copre gli specchi della grande villa, addobbata a lutto. Il lutto di una persona non ben identificata, che sembra essere il fratello di Anna, ma è una menzogna che lei racconta a Jeanne (Lou de Laàge), per giustificare l’assenza di Giuseppe, rispettivamente figlio e fidanzato delle due donne.

Giuseppe è scomparso di venerdì e tornerà la domenica di Pasqua. Comincia l’attesa di Anna e Jeanne, una attesa greve, piena di silenzi e di verità celate. In questa attesa entrambe si conoscono e in qualche modo si rispecchiano l’un l’altra: entrambe francesi in una terra a loro estranea, in attesa della Pasqua, del ritorno di Cristo. Non per nulla sentiamo la canzone di Leonard Cohen “Waiting for the miracole to come”.

Come può sembrare ovvio, Jeanne aiuta Anna, con la sua giovinezza, la sua vitalità e anche ingenuità, a riportare in vita la casa. Raccontano e si raccontano, in relazione al ragazzo assente, e alla propria femminilità.

Perché le fai questo?”, chiede Pietro. Anna continua a nascondere il motivo dell’assenza di Giuseppe alla giovane. Preferisce raccontare un’ennesima menzogna.

Il giorno di Pasqua, la processione del paese si trasforma in una scena catartica per eccellenza: Anna e Jeanne, trasformate in Maria Vergine e Maria Maddalena, vivono il “ritorno” di Giuseppe.

Piero Messina certamente è stato molto influenzato dal lavoro con Sorrentino: la sua cura per i dettagli, la fotografia e le inquadrature non sembrano quelle di un regista alle prese col suo primo lungometraggio, bensì il lavoro di un regista già affermato. “L’attesa” è stato l’unico film d’esordio in concorso al Festival di Venezia.

Il soggetto è stato liberamente tratto da “La vita che ti diedi” di Pirandello, pensando anche a “Lo straniero” di Camus.

Consiglio la visione de “Film blu” di Kieslowski, primo film della trilogia “Trois couleurs”, in cui Juliette Binoche dà probabilmente una delle sue migliori interpretazioni drammatiche.

L’attesa” è in programmazione al Cineauditorium Fasola (ex Visconti) alle ore 18:00, 20:30, 22:30; al Multisala Iris alle ore 18:30, 21:00, 23:00.

Voto: 8/10.

Lavinia Consolato

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