“Lui è tornato”, Hitler, proprio lui, per salvare il popolo!

“Lui è tornato”, Hitler, proprio lui, per salvare il popolo!

Lavinia Consolato

“Lui è tornato”, Hitler, proprio lui, per salvare il popolo!

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sabato 30 Aprile 2016 - 22:01

Tratto dal romanzo di Timur Vermes, il film di David Wendt non è semplicemente una fantasiosa storia di un dittatore che risorge dalla tomba, quanto una importante satira sociale, che mette sul banco degli imputati tanto la Germania quanto il mondo stesso

Esattamente all’altezza del bunker dove nel 1945 si sparò, ecco riapparire, accerchiato da una densa nebbia, Adolf Hitler (Oliver Masucci), nel 2014. “Sono forse caduto in coma?”, si chiede allibito. Dopo 70 anni la gente gli sembra impazzita, le persone lo scambiano per un imitatore, per la strada gli chiedono di fare i selfie con lui: ma è proprio lui, lui in persona, ritornato inspiegabilmente dall’oltretomba. È stata chiaramente la Provvidenza, è la Provvidenza che vuole “che io porti avanti la mia battaglia”.

Aggiornandosi sui suoi successori, ammette sconsolato che l’unico partito degno sia quello dei Verdi, e che la Merkel “ha il carisma di un salice piangente”, mentre i neo nazisti, che vorrebbero proseguire la sua opera, sono ridicoli: “vorrebbero costruire il quarto Reich ma non saprebbero costruire la libreria Ikea”. Poi, scoprendo la televisione e i suoi programmi, che non sono altro che “un insulto per l’intelligenza umana”, decide di fare proseliti e, con l’aiuto di un reporter un po’ sfigato (Fabian Busch), gira con un furgone la Germania interrogando la popolazione di ceto medio sulla società e sulla politica. Ne esce fuori un gran senso di insoddisfazione e apatia politica, soprattutto emerge il “caso immigrati” come grande capro espiatorio dei mali della società.

Hitler riesce a sfondare sui social e successivamente ottiene il trionfo con la televisione: la gente soffre, ci sono calo della natalità, problemi con le pensioni, disoccupazione, e la tv trasmette solo programmi di cucina. La disinformazione impera, ma ora la Germania è pronta per un umorismo nuovo: quello di Hitler. Il problema è che non si tratta di un abilissimo comico, è proprio il grande dittatore a parlare, e non è diverso dalla prima versione.

Il reporter, allarmato, lo capisce troppo tardi, vorrebbe fermarlo, ma non si può. Perché, in realtà, lui non è mai morto: esiste sotto forme diverse, ma fintantoché esisterà un leader politico di destra estrema, esisterà anche Hitler, perché “io sono parte di te, non me ne posso andare”. Hitler non ha ingannato la Germania con la propaganda politica, cosa che fa invece la politica moderna tramite i media, è stata la Germania a scegliere Hitler.

Lui è tornato” è un grande docufilm di satira, esilarante e senza veli e proprio per questo assolutamente veritiero. Pieno di citazioni, come la colonna sonora di “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick, ma soprattutto parodie da “La caduta” di Oliver Hirschbiegel, che vedeva un ottimo Bruno Ganz ad interpretare Hitler, il film è stato tratto dal romanzo omonimo di Timur Vernes, diventato ormai un bestseller. Il regista, David Wendt, ha certamente voluto dare una grande scossa ai tedeschi, ma, in fondo, ad ogni popolo europeo che imperversa nella crisi: dal momento che la verità, sotto una forma “seria”, non viene presa in considerazione perché scomoda o noiosa, il compito della satira è quello di aprire gli occhi della gente: bisogna ridere, sì, ma poi anche riflettere.

Lavinia Consolato

2 commenti

  1. QUANDO LA BANDA SUONERA’ DIE FAHNE HOCH E DEUTSCHAND UBER ALLES?

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  2. QUANDO LA BANDA SUONERA’ DIE FAHNE HOCH E DEUTSCHAND UBER ALLES?

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