MareFestival, Sandra Milo: “Innamorata dell’amore”

MareFestival, Sandra Milo: “Innamorata dell’amore”

Domenico Colosi

MareFestival, Sandra Milo: “Innamorata dell’amore”

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mercoledì 20 Luglio 2016 - 09:54

Intervista all’attrice magnificata da Federico Fellini in “8 ½” e “Giulietta degli spiriti”, simbolo di una carnale femminilità e testimone della malinconica dolce vita di via Veneto

Ho amato tanti uomini, ma per uno solo posso dire di aver provato un sentimento sconfinato, inesprimibile a parole”. Il nome, sottinteso, è quello di Federico Fellini, amante, pigmalione e maestro di Sandra Milo negli anni d’oro del cinema italiano: “8 ½”, “Giulietta degli spiriti” e quel rimpianto per non aver interpretato la Gradisca, celebre personaggio di “Amarcord”: “Il mio ex marito mi avrebbe impedito di rivedere i miei figli, Federico fermò le riprese in attesa di risolvere la questione. Quando fu chiaro che non avrei più potuto continuare, il film proseguì con Magali Noel. Rimane il rammarico per un ruolo disegnato su misura per me, con quel personaggio così legato alla passione, alla terra, con tinte audaci e accese”.

Ospite del MareFestival, l’attrice nata a Tunisi da padre siciliano rinnova un rapporto con la terra degli avi sbocciato solo in età matura: “Ero più legata alla famiglia di mia madre, toscana, da giovanissima non ho mai avuto grandi occasioni per esplorare la Sicilia. La scintilla è scoccata più avanti, creandomi una vera dipendenza: torno qui appena possibile, ho riscoperto tutti i valori di questa terra, i sentimenti che animavano mio nonno, originario del ragusano ed emigrante nel Nord Africa”. Una vita sulle montagne russe, con il cinema a fare da fedele compagno negli anni della dolce vita romana, epoca di grandi trasformazioni storicamente legata a personaggi di eccentrica visione autoriale: “Sul set di 8 ½ si avvicinavano sempre giovani in attesa di una parola di Fellini: sapeva coinvolgere tutti con un carisma naturale. Grande seduttore mai sfacciato, dotato di una voce melodiosa che concretizzava sogni, desideri, idee. Di tutt’altra attitudine, invece, il portamento di Ennio Flaiano, sempre malinconico nonostante l’innata simpatia, la battuta efficace costantemente a portata di mano: era del segno dei Pesci, dopotutto, questo, a mio avviso, spiega chiaramente alcuni aspetti del suo carattere”.

Negli stessi anni la condizione femminile mutava verso una più definita parità: “Difficile per una donna intelligente emergere negli anni 60, era molto più semplice fingersi svampita e osservare quel che accadeva. Vedo oggi un assoluto equilibrio tra i sessi, forse, addirittura, le donne sono diventate predominanti nel rapporto di coppia, lasciando poco spazio all’orgoglio del maschio”. Si chiude il cerchio, si torna a parlare di sentimenti: “Per molto tempo sono stata innamorata semplicemente dell’amore: palpitare, attendere, accendersi e rinnovare la passione per un rito di struggente tormento e partecipazione”.

Domenico Colosi

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