Neruda. Un eccellente esercizio di stile

Neruda. Un eccellente esercizio di stile

Tosi Siragusa

Neruda. Un eccellente esercizio di stile

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venerdì 21 Ottobre 2016 - 22:07

Sulla rotta della decima musa: un intenso anti biopic sul poeta cileno. Impressioni a cura di Tosi Siragusa

Una visione pressoché onirica quella del regista cileno Pablo Larrain per il suo Neruda, un lavoro caratterizzato da un’eccellente resa interpretativa e da un certo manierismo stilistico con accezione positiva, che non nuoce alla resa complessiva. Il film, presentato all’ultimo Festival di Cannes in una sezione collaterale, non può definirsi un biopic, come gli altri della specie (è un anti biopic, anzi, destrutturando quel genere) e potrebbe rivendicare il valore di autentico capolavoro e consacrare il regista fra i grandi autori del cinema contemporaneo.

La biografia del poeta cileno, reso da Luis Grecco, è pressocchè inventata, e la storia del poeta inseguito dal prefetto della polizia, Oscar Peluchomneau, un intenso Gael Garcia Bernal, è un labirintico e fantasioso gioco di specchi alla Borges, divenendo storia filmica sul cinema. Si affronta il tema del fallimento della politica e la caccia dell’ispettore al poeta, sul finire degli anni Quaranta (primi anni della guerra fredda) per avere aderito al partito comunista, si trasforma in una fuga da sé. Si realizza un perfetto equilibrio fra la narrazione e il caleidoscopio di invenzioni cinematografiche poste in essere. L’opera è in uno un noir, un poliziesco, un western e tale poliedricità costituisce una sfida all’immaginazione dello spettatore. Sembrerebbe il film di Neruda, non su Neruda. La fotografia, con le infinite tonalità, la creatività della messa in scena, l’originalità del montaggio, unitamente alle musiche di Federico Jusid, completano quella che può definirsi una cartografia politica, sociale e culturale del Cile, incastonata all’interno di una narrazione che da convenzionale diviene poetica. Viene decretato il degno risultato sul senso artistico di una vita, che è percorso in trasformazione e sulla personalità del poeta e rivoluzionario, attraverso gli occhi dell’antagonista; si oltrepassano i confini della ragione giocando con le potenzialità psicologiche, come sulle infinite possibilità dell’arte.

Il film è quello che si forma nella mente del suo protagonista e il racconto diviene l’inafferrabile sublimazione del cinema stesso. Mercedes Moran interpreta l’artista un po’ svagata, moglie e musa di Neruda, Delia Del Carril, e Alfredo Castro è Gabriel Gonzales Videla. I versi della raccolta politica (Canto General) risuonano suggestivi, unitamente ad altri molto noti.

Tosi Siragusa

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