"Forza maggiore", resa dei conti ad alta quota

“Forza maggiore”, resa dei conti ad alta quota

Tosi Siragusa

“Forza maggiore”, resa dei conti ad alta quota

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domenica 12 Luglio 2015 - 06:10

Sulla rotta della decima musa: una valanga "provvidenziale" mette in luce le crepe di un matrimonio apparentemente tranquillo. Impressioni a cura di Tosi Siragusa.

Ruben Östlund ci trasporta nell’universo di Tomas e Ebba, Vera e Harry, rispettivamente coppia genitoriale apparentemente da Mulino Bianco, adolescente e fanciullo in vacanza in hotel di lusso sulle Alpi, per dedicarsi allo sport condiviso dello sci.
E se nel bagno moderno e un po’ alienante (come gli altri interni ed esterni della struttura alberghiera) nella prima giornata si consuma il rito delle ablazioni prenotturne dei quattro, impegnati nell’uso dello spazzolino elettrico con ritmi all’unisono … una situazione di forza maggiore scatena poco dopo una profonda crisi nel sistema- famiglia, che infine appare risanato solo a mezzo utilizzo di dinamiche sapientemente condotte dalla moglie (forse).
Il regista svedese, novello entomologo, orchestra questa intimista commedia dell’assurdo partendo dalle risultanze di ricerche che avevano messo in luce un incremento di divorzi nelle coppie sopravvissute ad un’esperienza drammatica e compie un’operazione suggestiva, innescando un evidente parallelismo fra il percorso di una valanga e quello inarrestabile di un’emozione, che non prende solo i protagonisti, ma si trasmette ad altri frequentatori dell’hotel nei rispettivi ambiti relazionali.
La natura è fortemente evocativa, di un candore forse destabilizzante nel suo immenso distacco e non genera pace, apparendo un po’ matrigna ….
Come in “Play” le inquadrature a macchina fissa possono reputarsi un marchio di fabbrica registico e come anche lì già accaduto, il finale appare stiracchiato nel tentativo non riuscito di intravedere una possibile soluzione.
Alcuni interrogativi rimangono insoluti … si citi a titolo esemplificativo: perché Ebba non tollera la debolezza di Tomas e nicchia di più, invece, sui suoi tradimenti? … Tomas in preda a crisi di pianto dinanzi a un inquietante osservatore esterno e poi ai propri figli, è vissuto con immenso fastidio dalla moglie, che non accetta quella debolezza, per di più esternata?
E poi Ebba fa finta di essere in difficoltà, permettendo al marito di ricoprire il ruolo di salvatore? Ed ancora Ebba stessa che di fronte all’autista di pullman non in grado di condurlo, scende in preda al panico senza curarsi degli altri componenti della famiglia, lo fa per scelta strategica o in preda all’istinto di sopravvivenza?
Infine, che valenza può ricoprire la scena che intercetta una delle frequentatrici dell’hotel, dichiaratamente di liberi costumi, quale unica rimasta insieme all’autista sul mezzo, dal quale ogni altro è poi sceso? Sembra in conclusione una visione discretamente misogina ove le componenti femminili sono estremizzate oltremodo, anche quando tentano una solidarietà di genere, abbastanza inesistente nella realtà.
In chiusura gli ottimi interpreti di questo lungometraggio (Johannes Kuhnke, Lisa Loven Kongsli, Clara Wettergren, Vincent Wettergren, Kristofer Hiviu), unitamente alla splendida fotografia, alle particolari scenografie, alla resa registica ed alle musiche assolutamente consone, danno vita ad un prodotto più che discreto, malgrado le pecche come messo in rilievo.
Già in programmazione c/o il Multisala Apollo, Saletta Fasola.

Tosi Siragusa

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