Barcellona si schiera "contro la mafia e fa il punto"

Barcellona si schiera “contro la mafia e fa il punto”

Pi.Ge

Barcellona si schiera “contro la mafia e fa il punto”

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sabato 29 Aprile 2017 - 00:02

In un pienissimo Auditorium del Parco Urbano “Maggiore La Rosa” di Barcellona Pozzo di Gotto, la città tirrenica della provincia di Messina si è schierata contro la mafia e in molti hanno assistito al convengo “Contro la mafia: facciamo il punto”.

Nella serata di ieri, presso il Parco Urbano "Maggiore La Rosa" di Barcellona Pozzo di Gotto, in molti hanno assistito al convegno “Contro la mafia: facciamo il punto”, promosso dal Movimento “Città Aperta”, a cui hanno preso aprte anche il Dott. Nuccio Anselmo, giornalista della Gazzetta del Sud, il cap. Fabio Valletta che guida il Comando Carabinieri della città, il Dott. Mario Ceraolo a capo del Commissariato di Polizia di Barcellona P.G., il Dott. Emanuele Crescenti, Procuratore Capo e il Dott. Giovanni De Marco, Presidente del Tribunale cittadino.

Il cronista Nuccio Anselmo, da sempre interessato alla cronaca nera e giudiziaria, ha esposto un quadro molto lucido ed obiettivo sulla situazione attuale nella provincia e nel barcellonese, gruppo al momento, più operativo, strutturato e con un’organizzazione improntata sul modello di cosa nostra palermitana, così come anche confermato dai dati che la Dia ha raccolto basandosi su indagini svolte nell'ultimo decennio, che ne hanno delineato le gerarchie e ricostruito vicende spesso con sviluppi che hanno potato all'uccisione di qualcuno.

A seguire il cap. Valletta ha ricordato che in tre anni sono stati arrestati ben 88 personaggi mafiosi ed è partita quella che ha definito “operazione rimpiazzi”, ossia i familiari che prendono il posto dei boss in carcere. Importante poi il pentitismo da Campisi in poi, con quest'ultimo che è stato ascoltato dopo l'operazione denominata "Mustra", culminata con l'arresto delle nuove leve della mafia barcellonese.

Il vicequestore Mario Ceraolo ha parlato invece della figura di Giovanni Brusca, che ha svelato la struttura e l’organigramma di “cosa nostra barcellonese” a partire dal 1991, con a capo Gullotti (arrestato con un blitz dei ROS lo scorso anno su ordinanza emessa dal GIP di Messina, Giovanni De Marco), e su un piano di assoluta parità e cooperazione rispetto alle altre. Fra i 150 omicidi dal 1991 figurano non solo associati ma anche avvocati, giornalisti, consiglieri comunali.

Importante oggi è il ruolo degli imprenditori, poichè rispetto al passato, la mafia è riuscita a diventare come una grossa azienda affaristica e occorre fare attenzione ai tentativi di infaltrazione e collusione.

Il Procuratore Crescenti ed il Presidente del Tribunale De Marco hanno infine fatto un quadro d’insieme ribadendo quanto detto negli interventi che li hanno preceduti. Tra i presenti anche l’ex Sindaco Maria Teresa Collica seduta assieme a consiglieri comunali, famiglie vittime della mafia, rappresentanti di associazioni antiracket e moltissimi cittadini.

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