Ipab: tante risorse e un patrimonio inutilizzato. La Cisl lancia le sue proposte

Ipab: tante risorse e un patrimonio inutilizzato. La Cisl lancia le sue proposte

Francesca Stornante

Ipab: tante risorse e un patrimonio inutilizzato. La Cisl lancia le sue proposte

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mercoledì 09 Luglio 2014 - 14:58

L'argomento è stato al centro del convegno "Il ruolo delle Ipab nel sistema del nuovo welfare: criticità e proposte" che si è svolto nel palazzo della Provincia. La Cisl ha effettuato un monitoraggio su tutte le strutture, la Regione pronta a fare la sua parte.

Riscrivere l’intero sistema dei servizi socio-assistenziali attraverso la valorizzazione delle Ipab, Istituzioni che nel nostro Paese hanno svolto nel corso dei decenni un ruolo fondamentale e che oggi sono state svilite e impoverite. Da ormai quattro anni la Cisl ha avviato una vera e propria battaglia per riuscire ad accendere i riflettori su questa materia che oggi è stata al centro del Convegno “Ipab, criticità e proposte”, ospitato nel Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni.

“Le Ipab – ha spiegato Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina – sono un mondo apparentemente sconosciuto, dalle grandi opportunità e dai tanti problemi che sono nati per l’utilizzo improprio e non ottimizzato degli ultimi anni. Hanno patrimoni straordinari che non vengono utilizzati funzionalmente e nascono anche disagi occupazionali e ritardi nell’erogazione degli stipendi. Le Ipab – ha continuato – sono un patrimonio per la comunità, per questo riaccendiamo i riflettori sulla materia e sollecitiamo la Regione Sicilia a definire il riordino attraverso un processo legislativo che metta insieme le Ipab al sistema socio-assistenziale. È questa la strada per ottimizzare risorse ed evitare sprechi e dare soprattutto riportare funzionalità e opportunità alla comunità messinese”.

Alla base del lavoro della Cisl un monitoraggio effettuato sulle strutture di Messina e provincia che fotografa la situazione attuale: 16 Ipab in totale, di cui 6 a Messina, con 156 dipendenti, tanti altri impegnati con affidamenti esterni e convenzioni con cooperative, per assistere circa 600 utenti su tutto il territorio provinciale. Di queste alcune riescono a svolgere attività regolare e contemporaneamente corrispondere in modo puntuale le retribuzioni ai lavoratori, altre invece pur garantendo i servizi non fanno altrettanto con gli stipendi e ci sono casi in cui le mensilità arretrate sono diventate troppe.

“Purtroppo non troviamo traccia di coinvolgimento né d’integrazione vera nell’ambito dei sistemi di welfare e di sinergia con le Istituzioni Pubbliche quali Comuni, ASP, Distretti Socio-Sanitari. La politica e la burocrazia continuano a lavorare in maniera pachidermia e scollegata rispetto ai numerosi temi in agenda, mentre è necessario uno sguardo multidisciplinare capace di progetti di largo respiro e di obiettivi ambiziosi” ha spiegato Genovese durante la sua lunga e articolata relazione. Adesso l’obiettivo del sindacato è quello di spingere il governo regionale all’approvazione della normativa che prevede il riordino del sistema Ipab, ma trattandosi di una legge che risale al 2000 auspica una rivisitazione del disegno di legge che punti a riconoscere alle nuove Aziende il ruolo nell’ambito del sistema integrato dei servizi sociali.

Un percorso legislativo che l’assessorato regionale ai Servizi sociali ha già avviato come ha testimoniato la dott.ssa Antonella Bullara, dirigente generale del dipartimento Servizi sociali e Famiglia che ha rappresentato l’assessore regionale Giuseppe Bruno.

“I tempi sono già maturi – ha detto – le Ipab sono al centro dell’attenzione del nostro sistema di welfare e rappresentano un elemento importante della filiera dei servizi alla persona. È importante ricreare un sistema che punti alla riqualificazione delle strutture, che utilizzi la professionalità acquisita negli anni nei servizi alla persona. Tutto questo passa da una revisione normativa che abbiamo già scritto, è al vaglio della giunta di governo e l’assessore ha intenzione di portarla avanti subito dopo la discussione della finanziaria regionale. I tempi per una riqualificazione del settore sono molto vicini. Noi – ha concluso – stiamo effettuando uno studio approfondito e caso per caso sulle governance, sui patrimoni, sul personale e sulle attività per ogni Ipab. Perché attraverso questo possiamo ripensare il ruolo importante per le Ipab che devono diventare una risorsa”.

Proprio l’aspetto occupazionale è tra i nodi più delicati. La dirigente regionale rassicura però tutti i lavoratori, garantendo che il disegno di legge si fa carico anche della loro sistemazione stabilendo in che modo verranno utilizzati. “La Regione dovrà istituire un fondo destinato alle Ipab, necessario per fronteggiare la fase di cambiamento. Si creerà anche una stanza di compensazione e liste territoriali in cui confluiranno tutti i lavoratori attualmente impiegati prima di avviare qualsiasi fase di mobilità”.

Di “importanza del fattore umano nei servizi alla persona” e di “necessità di riqualificare il sistema” ha parlato anche il commissario straordinario della Provincia, Filippo Romano, nel corso del suo saluto.

Le conclusioni sono state affidate al segretario generale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava che ha elogiato l’iniziativa odierna “perché propone un percorso nuovo e concreto al sistema pubblico, regionale e locale. Il problema principale – ha evidenziato Bernava – è che ci sono sempre meno risorse disponibili mentre aumenta la necessità di servizi sociali a causa dell’aumento della povertà e della non autosufficienza. In questa nuova condizione non ci può essere solo una elaborazione astratta da una parte e solo interventi legislativi dall’altra. Serve una proposta concreta per integrare le strutture pubbliche e quelle private per dare maggiori servizi sul territorio: dall’infanzia agli immigrati, ai non autosufficienti. Servizi che possano essere messi anche a reddito insieme all’offerta pubblica per compensare il calo di risorse”.

Il convegno, coordinato dal segretario generale della Cisl Fp Calogero Emanuele, è stato arricchito anche dagli interventi di Maria Lucia Serio, presidente della Consulta del Terzo Settore, di Filippo Santoro dell’Ordine regionale degli assistenti sociali, e le testimonianze dei rappresentanti delle Ipab di Collereale, della Scandurra Riuniti e dei lavoratori delle Ipab.

Francesca Stornante

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