Piau, il parere dell’Ordine degli Ingegneri: “No al porto turistico, sì all’aumento di altezze”

Piau, il parere dell’Ordine degli Ingegneri: “No al porto turistico, sì all’aumento di altezze”

Piau, il parere dell’Ordine degli Ingegneri: “No al porto turistico, sì all’aumento di altezze”

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martedì 01 Marzo 2016 - 23:10

Gli ingegneri messinesi ritengono che per il porticciolo turistico servirebbero troppi soldi e troppo tempo. Chiedono, invece, che si superino i limiti di altezza imposti, garantendo un ridotto consumo di suolo

Recupero delle aree degradate e l’avvicinamento della città al mare con ampi spazi a verde attraverso un intervento urbano che prevede il recupero di una parte delle aree ferroviarie, l'inserimento di piazze e zone pedonali che consentano di bypassare i binari e comunicare con il mare. E’ l’idea dell’Ordine degli Ingegneri per il Piau, il Piano innovativo in ambito urbano presentato a gennaio dall’amministrazione comunale, che ha anche chiesto contributi agli ordini professionali cittadini sulla bozza di progetto. Gli ingegneri messinesi auspicano l’interramento dei binari ferroviari in città ma, riconoscendo la difficoltà dell’operazione, sottolineano che “i previsti attraversamenti della rete ferroviaria sono troppo puntuali e andrebbero allargati divenendo delle vere e proprie gallerie artificiali, anche a verde, al fine di ottenere una completa connessione tra gli spazi posti a monte e quelli posti a valle. Qualora ciò non avvenisse, inevitabilmente non si otterrebbe l’obiettivo principale del progetto urbanistico che è quello del recupero del waterfront e della sua ricucitura al tessuto urbano esistente.

Per l’Ambito 1 – recupero della zona sottostante tra la Stazione Centrale ed il salone dei mosaici – l’Ordine degli Ingegneri condivide in linea generale le scelte progettuali.

Per l’Ambito 2 il progetto urbanistico prevede una duplice soluzione a seconda della risposta della finanza privata. Si prevede infatti: soluzione “A” un porticciolo turistico “scavato” all'interno dell'attuale area demaniale con circa 350 posti barca, strutture ricettive, alberghiere e stabilimenti balneari; soluzione “B”, un ampio parco con verde attrezzato per lo sport ed il tempo libero. “Pur riconoscendo che il porto turistico costituisce un elemento di fondamentale importanza nel recupero del water-front – scrive l’Ordine degli Ingegneri – deve però valutarsi la sostenibilità economica considerato che il costo dell'intervento previsto è di circa 100 milioni di euro e che dovrà comunque essere garantito da investimenti privati che dovranno avere un ragionevole ritorno economico. Si riscontra ancora che la proposta progettuale di tale ambito, comporta interferenze con la nuova via Don Blasco, ad oggi in fase di appalto per un investimento di 27 milioni di euro. Deve valutarsi l’incidenza economica ed i tempi per la messa in opera di una variante di modifica del tracciato. L’ipotesi “B” ovvero l’ampio parco urbano, pone dei dubbi sul possibile mantenimento in considerazione dell’eccessiva esposizione all’azione meteo-marina.

Per gli Ambiti 3 e 4 si prevedono in alcune parti di tali ambiti, con soluzioni diverse, demolizioni e nuove costruzioni, con un disegno urbano ad isolati tipico del piano Borzi. “Sarebbe decisamente auspicabile superare i limiti di altezza oggi imposti – proseguono gli ingegneri – garantendo un ridotto consumo di suolo, favorendo edifici di maggiore altezza e minor superficie coperta e svincolati dall’antica tipologia a corte. In tal modo si otterrebbe il necessario risultato di lasciare ampi spazi liberi a verde, finanche superiore al 50% del suolo, destinati alla pubblica fruizione. Si consideri peraltro che tutti i grandi interventi di rigenerazione urbana si attestano sul presupposto fondamentale di ottenere elevati standard anche al fine di sopperire al deficit dei limitrofi quartieri, allineandoci agli esempi virtuosi e moderni di grandi città europee.

Per l’Ambito 5, per quanto concerne la zona Zir, si riscontra il mantenimento dell’attuale tessuto esistente che è costituito in gran parte da importanti realtà commerciali e produttive. “E’ necessario – concludono gli ingegneri – che il piano preveda la possibilità di realizzare interventi edilizi finalizzati all’adeguamento funzionale alle nuove e diverse esigenze delle varie attività esistenti. Ciò al fine di non compromettere ulteriormente il tessuto commerciale e produttivo oggi esistente, che già da alcuni anni, oltre a risentire della generale situazione di crisi economica, è fortemente danneggiato dalle limitazioni imposte dalla normativa regionale vigente che consente unicamente interventi di manutenzione ordinaria, peraltro la stessa legge individua il tale piano urbanistico, lo strumento necessario per il rilancio dell’area”.

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