La Corte dei Conti: "La Società Stretto di Messina non è ancora stata liquidata"

La Corte dei Conti: “La Società Stretto di Messina non è ancora stata liquidata”

La Corte dei Conti: “La Società Stretto di Messina non è ancora stata liquidata”

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venerdì 13 Gennaio 2017 - 16:26

La società è stata posta in liquidazione il 15 aprile 2013 ma ancora nel 2015 è costata 2 milioni di euro. La Corte dei Conti chiede un'accelerazione

L'onere annuo per il mantenimento in vita della Società Stretto di Messina, sceso sotto i due milioni di euro solo nel 2015, "risulta ancora rilevante" e, pertanto, il superiore interesse al buon andamento amministrativo suggerisce "celerità nella liquidazione della società concessionaria". Lo afferma la Corte dei Conti nella delibera (17/2016/G) sulla "ridefinizione dei rapporti contrattuali della società Stretto di Messina".

La società Stretto di Messina è stata posta in liquidazione il 15 aprile 2013; "il termine annuale per la sua cessazione – osserva la Corte – è da tempo scaduto". "Considerata l'assenza di attività rilevanti – si legge nella delibera – è necessario ridimensionare i costi della società inclusi quelli degli organi sociali che la legge, originariamente, limitava implicitamente all'anno previsto per la liquidazione".

La sottoscrizione, nel marzo 2006, del contratto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina non fu condivisa dal Governo insediatosi all’inizio della XV legislatura (maggio 2006), mentre fu confermata, nei suoi effetti, dall’esecutivo che aprì la successiva (2008). L’incertezza sulla fattibilità dell’opera ha prodotto la richiesta di danni nei confronti dell’amministrazione e l’accordo transattivo del 2009, con nuove condizioni concesse alla parte privata.

Quest’ultima dichiarò il recesso, invocando le favorevoli clausole sottoscritte nel 2009, pur contestandone la parte pubblica la loro applicabilità. A sua volta, il d.l. 87/2012 stabilì che la caducazione dei vincoli contrattuali comportasse un mero indennizzo; ne è seguito un rilevante contenzioso, tuttora in corso, tra la società concessionaria Stretto di Messina e le parti private. Inoltre, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni, da cui un ulteriore contenzioso.

8 commenti

  1. MessineseAttento 13 Gennaio 2017 17:37

    Tutto ciò è l’assoluta conferma di quanto le amministrazioni locali, inclusa la regione, succedutesi nei decenni, hanno avuto ed hanno un impatto decisionale sull’opera pari a zero. Le manifestazioni no ponte, i voli pindarici di chi vede in questo manufatto la panacea di tutti mali, ambientalisti, geologi, scrittori, ingegneri, e, ultimi tra gli ultimi, i cittadini, hanno fatto solo da sterile contorno a quella che ancora oggi non è altro che una geniale invenzione, capace di bruciare centinaia di milioni di euro senza muovere un sasso. Si arricchiscono sulla pelle dei cittadini, senza nemmeno essersi posti il problema sull’effettiva utilità. Una cosa è certa, il Ponte sarebbe ben più utile dell’unica cosa creata finora…un buco nero!

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  2. MessineseAttento 13 Gennaio 2017 17:37

    Tutto ciò è l’assoluta conferma di quanto le amministrazioni locali, inclusa la regione, succedutesi nei decenni, hanno avuto ed hanno un impatto decisionale sull’opera pari a zero. Le manifestazioni no ponte, i voli pindarici di chi vede in questo manufatto la panacea di tutti mali, ambientalisti, geologi, scrittori, ingegneri, e, ultimi tra gli ultimi, i cittadini, hanno fatto solo da sterile contorno a quella che ancora oggi non è altro che una geniale invenzione, capace di bruciare centinaia di milioni di euro senza muovere un sasso. Si arricchiscono sulla pelle dei cittadini, senza nemmeno essersi posti il problema sull’effettiva utilità. Una cosa è certa, il Ponte sarebbe ben più utile dell’unica cosa creata finora…un buco nero!

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  3. La Corte dei Conti ha perso l’occasione di tacere. Evidentemente non sa quanto imponenti siano gli asset – materiali e immateriali – presenti nel bilancio della società. Da centinaia di strumenti di raffinata tecnologia a un progetto valutato centinaia di milioni. Se il liquidatore li buttasse nel cestino, avrebbe buone probabilità di andare in galera. Per non parlare delle azioni legali intentate dai creditori, a cominciare dal consorzio internazionale Eurolink per finire ai privati che hanno subito per decenni limitazioni dei loro diritti. Deciderà la Magistratura, lo impone il codice civile. La legge Monti che ha messo in liquidazione la società concessionaria imponendo un anno per completare tutto è stata fatta da asini patentati

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  4. La Corte dei Conti ha perso l’occasione di tacere. Evidentemente non sa quanto imponenti siano gli asset – materiali e immateriali – presenti nel bilancio della società. Da centinaia di strumenti di raffinata tecnologia a un progetto valutato centinaia di milioni. Se il liquidatore li buttasse nel cestino, avrebbe buone probabilità di andare in galera. Per non parlare delle azioni legali intentate dai creditori, a cominciare dal consorzio internazionale Eurolink per finire ai privati che hanno subito per decenni limitazioni dei loro diritti. Deciderà la Magistratura, lo impone il codice civile. La legge Monti che ha messo in liquidazione la società concessionaria imponendo un anno per completare tutto è stata fatta da asini patentati

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  5. non sarebbe semplice condannare al pagamento delle spese chi non ha provveduto a liquidare la società

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  6. non sarebbe semplice condannare al pagamento delle spese chi non ha provveduto a liquidare la società

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  7. IO LO FAREI PAGARE A CHI HA FIRMATO LA LEGGE SUL PONTE DI MESSINA CHE E’ DEL MESE DI DICEMBRE DEL 1971. UN CATTOCOMUNISTA DEMOCRISTIANO UNO DEI PIU’ FORTI PERSONAGGI DELLA DC ITALIANA, NON PARLO DEI MESSINESI CHE ERANO PEONES ANCHE SE HANNO FATTO IL MINISTRO O SOTTOSEGRETARI. QUESTO E’ POTENTE DOVREBBE ESSERE LUI A PAGARE, MA SI SA PAGHIAMO NOI. COME MAI MONTI, IL GRANDE DISTRUTTORE APATICO COL LODEN, NON HA CONTESTUALMENTE ALLA LEGGE NON HA DICHIARATO CON DECRETO LA FINE DELLA SOCIETA’? FORSE PERCHE’ HA DATO A QUALCHE INSULSO POLITICO SICILIANO ANCORA LA POSSIBILITA’ DI PARLARE DEL PONTE. FORSE NON SI ARRIVA A QUESTO, MA NON SONO CHIARI I MOTIVI. UNA LEGGE DAL 1971 FINO AD OGGI E’ TROPPO. COME IL PALAZZO DELLA CULTURA DI MESSINA 1976/2010

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  8. IO LO FAREI PAGARE A CHI HA FIRMATO LA LEGGE SUL PONTE DI MESSINA CHE E’ DEL MESE DI DICEMBRE DEL 1971. UN CATTOCOMUNISTA DEMOCRISTIANO UNO DEI PIU’ FORTI PERSONAGGI DELLA DC ITALIANA, NON PARLO DEI MESSINESI CHE ERANO PEONES ANCHE SE HANNO FATTO IL MINISTRO O SOTTOSEGRETARI. QUESTO E’ POTENTE DOVREBBE ESSERE LUI A PAGARE, MA SI SA PAGHIAMO NOI. COME MAI MONTI, IL GRANDE DISTRUTTORE APATICO COL LODEN, NON HA CONTESTUALMENTE ALLA LEGGE NON HA DICHIARATO CON DECRETO LA FINE DELLA SOCIETA’? FORSE PERCHE’ HA DATO A QUALCHE INSULSO POLITICO SICILIANO ANCORA LA POSSIBILITA’ DI PARLARE DEL PONTE. FORSE NON SI ARRIVA A QUESTO, MA NON SONO CHIARI I MOTIVI. UNA LEGGE DAL 1971 FINO AD OGGI E’ TROPPO. COME IL PALAZZO DELLA CULTURA DI MESSINA 1976/2010

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