Palestre scolastiche a tariffe da strutture private, tante anomalie: il caso Verona-Trento

Palestre scolastiche a tariffe da strutture private, tante anomalie: il caso Verona-Trento

Palestre scolastiche a tariffe da strutture private, tante anomalie: il caso Verona-Trento

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mercoledì 18 Marzo 2015 - 23:44

A segnalare la questione, dopo averla portata sul tavolo del Commissario della Provincia Filippo Romano, è il consigliere della III Circoscrizione Santi Interdonato che ripercorre le tappe che fissano le regole per l'utilizzo delle palestre da parte di associazioni sportive o semplici gruppi. Rilevate diverse anomalie, a partire dal contributo fisso chiesto al Verona Trento.

26 euro l’ora per usufruire della palestra adibita a campo di basket e pallavolo, 40 euro per la palestra adibita a campo di calcio a 5. Accade all’Istituto Verona Trento che ha fissato tariffe ben precise per aprire la palestra a squadre, associazioni sportive o semplici cittadini che vogliono affittare la struttura per un allenamento o una partita. Il problema è che però non potrebbe farlo. Così come non possono farlo tutti gli altri istituti superiori che fanno capo all’ex Provincia.

Il Commissario Straordinario Filippo Romano lo scorso 31 ottobre stabiliva con una delibera le regole per l’utilizzazione di spazi scolastici da parte di soggetti esterni, fissando come criterio basilare il fatto che gli Istituti non possono imporre alcun contributo obbligatorio, né tantomeno porlo come condizione per il rilascio del nulla-osta del Dirigente Scolastico alle attività extra scolastiche. Al Verona Trento però le cose funzionano diversamente. A denunciarlo è il consigliere della Terza Circoscrizione Santi Interdonato (NELLA FOTO IN BASSO) che interviene nuovamente sul tema delle politiche sportive condotte in città e che ha raccolto le lamentele di diversi dirigenti di associazioni sportive dilettantistiche operanti nel territorio e di gruppi occasionali che prenotano la struttura per lo svolgimento di singole partitelle. Interdonato ha scritto al Commissario Romano per segnalare tutta la questione e chiedere di avviare dei controlli sul modus operandi dei vari istituti e in particolare del Verona Trento.

Interdonato ripercorre le tappe che definiscono le modalità di concessione delle strutture sportive delle scuole e parte proprio da quella delibera del Commissario Romano in cui si chiarisce che gli istituti non possono imporre il pagamento perchè “… la Provincia, oggi Libero Consorzio Comunale provvede alla spesa per la fornitura di energia elettrica, di riscaldamento, di telefonia, di manutenzione e di fornitura degli arredi scolastici, pertanto, gli istituti scolastici non sono titolati ad imporre contributi da parte degli utilizzatori degli spazi scolastici perché in questo modo non sarebbero contribuenti volontari o liberali”.

Ebbene, scrive il consigliere del III quartiere, pare che i Dirigenti degli Istituti Scolastici Superiori dotati di strutture sportive facciano finta di non sentire e non intendano recepire la disposizione continuando ad imporre a titolo di corrispettivo (ovvero contributo obbligatorio) delle somme ulteriori rispetto a quelle determinate dalla Provincia Regionale di Messina, nell’ambito della procedura condotta dall’Ufficio Fitti ed altri Tributi Provinciali. Emblematica è dunque la prassi adottata dall’Itis Verona Trento.

“In pratica – rileva Interdonato – gli spazi sportivi vengono “venduti” come se si trattasse di strutture sportive private. Invece, alla luce del quadro normativo vigente il quantum imposto dal Verona-Trento è da considerarsi sine titulo e, pertanto, del tutto indebito”.

Il consigliere ha anche incontrato la dirigente scolastica dell’Istituto, la professoressa Simonetta Di Prima, che nel corso di un confronto ha confermato che le modalità adottate per l’utilizzo delle palestre nelle ore extra scolastiche e la definizione delle tariffe si basano su una deliberazione del Consiglio di Istituto. Delibera che prevede anche la sottoscrizione di un contratto con l’utenza ed il conferimento delle somme su un conto corrente dedicato. Gli importi verrebbero richiesti per provvedere alla copertura dei costi di pulizia e custodia delle palestre, nonché per sostenere gli oneri per la manutenzione e poter investire per il miglioramento delle stesse strutture.

“Così facendo il fruitore contribuente, sia esso associazione sportiva dilettantistica o un semplice gruppo, si ritrova obbligato ad attivare due procedure, una con la Provincia ed una con l’Istituto, nonché a pagare due volte per l’utilizzo della stessa struttura. Inoltre, non si può non rilevare come gli importi richiesti appaiano assolutamente esorbitanti in riferimento ai servizi di pulizia e custodia”.

Un atteggiamento che per Interdonato non è più tollerabile, anche alla luce del fatto che l’imposizione risulta ancora più scorretta perché grava senza alcuna distinzione su associazioni sportive dilettantistiche che svolgono attività di settore giovanile con bambini e ragazzini e per questo impegnano ore a cadenza settimanale per l’intero periodo da ottobre a maggio. “A quelle cifre ne viene fuori una somma complessiva impossibile da sostenere. Così viene del tutto compromessa la funzione sociale e formativa di promozione dello sport di base. Di certo questa non può essere considerata prassi coerente con la strategia e gli obiettivi della Provincia Regionale di Messina, il cui intervento nella qualità di proprietario appare quanto mai necessario”.

Il consigliere ha portato la questione sul tavolo del commissario Romano lo scorso 5 marzo ma non ha ancora ricevuto risposta. “L’auspicio è che il Commissario Straordinario compia tutte le verifiche necessarie sia nei confronti del Verona-Trento sia degli altri Istituti Scolastici Superiori che in un modo o in un altro non stanno rispettando le disposizioni rispetto alle modalità di concessione delle palestre nelle ore extra scolastiche e, conseguentemente, se confermata la sussistenza delle anomalie rappresentate, si intervenga efficacemente per la rimozione delle stesse al fine di sostenere realmente il diritto a svolgere regolarmente l’attività sportiva delle numerose associazioni messinesi.

F.St.

6 commenti

  1. A Messina i privati gestiscono gli impianti pubblici come fossero club privati….nessun controllo sulle piscine comunali ?

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  2. A Messina i privati gestiscono gli impianti pubblici come fossero club privati….nessun controllo sulle piscine comunali ?

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  3. un cittadino messinese 19 Marzo 2015 07:58

    bravo comunque vedi che riquarda molte palestre scolastiche di messina perché trattandosi di palestre che potrebbero essere usufruite anche dai ragazzi non poni il problema anche al garante infanzia e adolescenza del comune

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  4. un cittadino messinese 19 Marzo 2015 07:58

    bravo comunque vedi che riquarda molte palestre scolastiche di messina perché trattandosi di palestre che potrebbero essere usufruite anche dai ragazzi non poni il problema anche al garante infanzia e adolescenza del comune

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  5. un cittadino messinese 19 Marzo 2015 07:59

    fai interessare della questione anche il garante infanzia e adolescenza

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  6. un cittadino messinese 19 Marzo 2015 07:59

    fai interessare della questione anche il garante infanzia e adolescenza

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