Mafia dei Nebrodi, stangato il capo clan di Cesarò IL VIDEO

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Veronica Crocitti

Mafia dei Nebrodi, stangato il capo clan di Cesarò IL VIDEO

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venerdì 09 Giugno 2017 - 10:46

Le indagini, coordinate dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania in collaborazione con la sezione operativa di Messina, si sono intensificate a seguito dell’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.

E’ considerato il reggente di Cosa Nostra di Cesarò il quarantunenne Giovanni Pruiti, colpito stamani da un provvedimento di sequestro spiccato dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione.
Alle strette dipendenze del pregiudicato Salvatore Catania e referente principale per la zona di Bronte del clan catanese “Santapaola”, Pruiti è anche convivente di Clelia Bontempo nonché fratello dell’ergastolano Giuseppe Pruiti, condannato già per associazione mafiosa ed omicidio.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania in collaborazione con la sezione operativa di Messina, si sono intensificate a seguito dell’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.
In particolare, i militari hanno monitorato diversi soggetti operanti nella zona dei Nebrodi, tra cui quelli vicinissimi a Giovanni Pruiti. E’ emerso che lo stesso, dopo l’arresto del fratello, aveva assunto la guida del clan di Cesarò. La sua ascesa era però stata stroncata dalla maxi operazione Nebrodi che aveva condotto al fermo sia di Pruiti che del boss mafioso Salvatore Catania, detto Turi, capoclan mafioso di Bronte. Dalle indagini era emerso come, in presenza di maggiori controlli e requisiti per ottenere l’affidamento di terreni demaniali (in seguito alla stipula del protocollo di legalità da parte del Presidente dell’Ente Parco, subordinato al rilascio della certificazione antimafia), i clan mafiosi si erano adoperati, con intimidazioni tipiche del metodo mafioso, per avere il controllo di terreni privati ed ottenere i relativi benefici economici.

Emerse come il gruppo criminale operasse con intimidazioni su tutti gli aspiranti acquirenti dei terreni conducendoli al recesso dalle trattative in corso.
Le indagini condotte dalla D.I.A. si sono sviluppate principalmente sulla ricostruzione reddituale e patrimoniale di Giovanni Pruiti nonché del nucleo familiare. In particolare è stata evidenziata la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio acquisito dal quarantunenne nel corso dell’ultimo decennio. E’ per questo che, accogliendo la proposta avanzata dal Direttore della D.I.A. Antonio Ferla, il Tribunale di Catania ha disposto il sequestro di numerosi terreni agricoli, un fabbricato di Cesarò, diversi veicoli, titoli ordinari AGEA e rapporti finanziari in corso di quantificazione. (Veronica Crocitti)

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