Terna, Procura chiede l'archiviazione. I cittadini di Venetico si oppongo

Terna, Procura chiede l’archiviazione. I cittadini di Venetico si oppongo

Giovanni Passalacqua

Terna, Procura chiede l’archiviazione. I cittadini di Venetico si oppongo

Tag:

domenica 26 Ottobre 2014 - 15:21

Durante un'indagine, avviata nel 2013, l'Arpa ha chiesto all'azienda di inoltrare i “dati utilizzati per il calcolo dell'induzione magnetica” della propria opera. Comitati e associazioni scrivono al Prefetto per la decisione di firmare il protocollo del concorso “Il monostelo di classe”. E in Calabria è già tutto in funzione

La Procura della Repubblica di Messina, ha chiesto l’archiviazione de l’inchiesta sulla denuncia n. 8335/13 presentata, nell’agosto 2013, da 172 cittadini di Venetico, contro alcune presunte violazioni, riguardanti il traliccio 24, dell’elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi.

A seguito della denuncia, il pm Liliana Todaro ha aperto un fascicolo contro ignoti per omesso controllo, e delegato alla Polizia Giudiziaria della Guardia Forestale i dovuti accertamenti; a sua volta, la PG ha richiesto all’Arpa informazioni relative all’impianto. Arpa ha dichiarato però di non esser mai intervenuta per attività di propria competenza riguardanti l’elettrodotto. Per questo motivo, il 23 marzo scorso, alcuni agenti della PG si sono recati al Comune di Venetico, dove hanno acquisito le autorizzazioni ministeriali dell’opera e alcuni verbali. In aprile, la stessa PG ha richiesto un sopralluogo congiunto con Arpa e Terna, eseguito il 7 giugno “presso il sostegno n. 24, sito in C.da Piano Bosco”. In seguito al sopralluogo viene esclusa la presenza di “ricettori sensibili”; ma, poiché “l’elettrodotto al momento non risulta attivo, per cui non è possibile verificare le emissioni effettive dei campi elettromagnetici previsti”, per stimare comunque i valori probabili dei campi magnetici generati dall’opera, si decide di richiedere a Terna “dati aggiuntivi per il calcolo dell’induzione magnetica”, prontamente forniti dalla società.
L’esito del sopralluogo e le verifiche congiunte hanno portato l’Arpa alla conclusione che ci sono “assicurazioni in merito al rispetto dei limiti per l’induzione magnetica previsti dal D.P.C.M. 8 luglio 2003”. Così, il 16 giugno scorso, l’ufficiale di PG conclude che “non emergono circostanze penalmente rilevanti” dalla vicenda. Il 20 giugno 2014, il PM Todaro richiede l’archiviazione del procedimento.

La decisione non ha però convinto i cittadini, né i loro avvocati Elisabetta Sindoni e Roberto Gagliardi, che hanno già presentato un documento di opposizione all’archiviazione. Nel documento gli avvocati definiscono le indagini “lacunose e inattendibili in quanto affidate, incredibilmente, alla stessa società destinataria dell’esposto”, evidenziando che “la sommatoria delle emissioni elettromagnetiche dei tre elettrodotti comporta un aggravio di rischio non valutato, né affrontato da Terna s.p.a., dall’Arpa o dagli uffici tecnici comunali”, aggravio che “sarebbe, sicuramente, venuto alla luce ove solo l’Arpa, invece di limitarsi a chiedere rassicurazioni a Terna, avesse redatto o commissionato ad esperti uno studio che tenesse conto dei rilievi avanzati dai denuncianti”. Viene inoltre contestata la dichiarazione di Terna per cui, poiché “il nuovo elettrodotto ricalcherà putualmente il tracciato di un altro elettrodotto esistente, lo stato futuro dei luoghi dovrebbe sostanzialmente restare immutato rispetto allo stato attuale”, in quanto l’altezza dei nuovi tralicci è triplicata, i cavi sono passati da 3 a 19 e la potenza aumenterà da 150 a 380 Kv. Infine, si fa notare che “neppure una valutazione di massima viene effettuata, dall’Arpa e/o dalla sezione PG della Guardia Forestale, circa la violazione delle norme paesaggistiche e ambientali”. L’Arpa ha deciso di non parlare della questione finché il procedimento sarà in corso.

La storia del pilone 24 nasce nel 2008 quando Roccavaldina, comune inizialmente interessato dal percorso dell’elettrodotto, propone una variante, che verrà poi approvata da una conferenza di servizi, a causa dell’assenza del Comune di Venetico alla votazione. Il pilone viene così spostato a soli 150 metri dal borgo abitato, e ci vorrà un anno perché gli amministratori di Venetico scrivano a Terna, chiedendo il ripristino del progetto originario. L’azienda risponderà ribadendo il carattere definitivo della modifica e respingendo ogni ulteriore negoziazione. E gli abitanti, nel giugno 2013, avranno modo di constatare con i loro occhi somiglianze e differenze tra il vecchio elettrodotto e la nuova opera, e decideranno di unirsi alla battaglia che da anni cittadini e associazioni della provincia portano avanti contro il colosso industriale.

L’ultimo atto di questo scontro è rappresentato da una lettera, inviata al Prefetto di Messina, in cui si prendono le distanze dal nuovo concorso “Il monostelo di classe”, indirizzato agli alunni delle scuole elementari e medie dei 13 comuni interessati dall’elettrodotto. Le associazioni “MAN” e “I Cittadini” di Villafranca Tirrena e i comitati di Venetico e Saponara hanno ribadito che “l’iniziativa di Terna ha lo scopo sostanziale di fare accettare al territorio un altro intervento insostenibile, in particolare per gli aspetti sanitari legati all’inquinamento elettromagnetico”. Infatti, nonostante la forte disputa in corso sulle conseguenze dell’esposizione a campi elettromagnetici, tutti gli studiosi sono ormai d’accordo sull’esistenza di un “legame statistico” tra l’esposizione a campi di 0,4 microtesla e l’aumento delle leucemie infantili. L’obiettivo di qualità di Terna, che rientra nei limiti della legge più severa d’Europa – come la stessa azienda suole definirla -, è di 3 microtesla. Da qui l’appello al “principio di precauzione” europeo che, come recepito a livello nazionale e regionale, comprende i rischi legati all’induzione da campi elettromagnetici.

Ma nella missiva si richiamano anche le incompatibilità dell’opera con il Piano di Gestione della Zona di Protezione Speciale dei Monti Peloritani, e con il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, che definisce gli elettrodotti come “interventi di rilevante trasformazione del territorio”, vietandoli nelle zone soggette al piano stesso; le violazioni dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale e del Sito di Interesse Nazionale, rimaste semplici denominazioni giuridiche; e ancora la non ottemperanza alle prescrizioni della Valutazione di Impatto Ambientale/Valutazione Ambientale Strategica, sancita dalla Commissione tecnica di verifica e denunciata al Ministero dell’Ambiente.

Intanto, i lavori sono ormai nella fase finale. La messa in funzione dell’opera è imminente e il tratto calabrese, che parte da Rizziconi, sarà operativo già da lunedì. La denuncia dei cittadini di Venetico è solo l’ultima di una lunga serie di ricorsi, arenati o respinti dal TAR e dal Consiglio di Stato, mentre in Parlamento e all’ARS le interrogazioni del M5S non riescono a sollecitare un dibattito sulla bontà dell’elettrodotto. Ma la consegna del progetto, prevista per giugno 2015, sembra inesorabile.

Giovanni Passalacqua

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007