Discariche al collasso, la Sicilia rischia di affondare tra i suoi rifiuti

Discariche al collasso, la Sicilia rischia di affondare tra i suoi rifiuti

Francesca Stornante

Discariche al collasso, la Sicilia rischia di affondare tra i suoi rifiuti

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mercoledì 03 Gennaio 2018 - 16:16

E' stato il presidente Nello Musumeci oggi a lanciare un allarme pesantissimo sulla gestione dei rifiuti in Sicilia: "La situazione è gravissima". Se si va avanti così a settembre tutte le discariche saranno totalmente piene. Fallimentari le politiche degli ultimi anni

"Tutte le discariche esistenti in Sicilia sono prossime al collasso. Esclusa Bellolampo, abbiamo una disponibilità di due milioni di metri cubi di discarica, se pensiamo che ogni giorno arrivano in discarica 5mila tonnellate di rifiuti, è facile capire che a settembre non avremo più dove metterli". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci durante una conferenza stampa sull'emergenza rifiuti in Sicilia. Per il neo presidente la prima vera emergenza da affrontare riguarda il delicatissimo e esplosivo settore dei rifiuti, l’eredità ricevuta su questo fronte è pesante, il governo Crocetta in cinque anni non è riuscito a fare nessun passo in avanti nell’applicazione della Legge regionale 9 del 2010, la gestione dei rifiuti è andata avanti a suon di ordinanze straordinarie e oggi il sistema è pronto a implodere. Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire, la situazione dei rifiuti in Sicilia è sotto la lente del Governo nazionale già da tempo, era stato proprio il governatore Crocetta ad essere bacchettato dal Ministero all’Ambiente che aveva dettato un preciso cronoprogramma da rispettare per chiudere una gestione emergenziale che continua a costare alla Sicilia milioni di euro. Ad agosto il Ministro all’Ambiente Galletti aveva accusato la Regione Sicilia di inadempienza rispetto a quelle che erano state le indicazioni impartite dal Ministero nell’intesa Stato-Regione. Ed oggi è tutto nelle mani del neo presidente Musumeci che oggi ha voluto parlare alla stampa per evitare di continuare a nascondere la polvere sotto al tappeto.

"Noi portiamo in discarica l'80% dei rifiuti, la Lombardia il 4%, il Veneto il 10% – ha aggiunto Musumeci – In Sicilia siamo al 15% di differenziata". Il presidente della Regione ha anche evidenziato come sono "un centinaio i comuni che superano il 50% di differenziata ma ne restano altri 290" e ha aggiunto: "La cosa più grave è che a non fare la differenziata sono le città metropolitane di Palermo, Messina e Catania".

La situazione più esplosiva riguarda la discarica di Bellolampo, per la quale Musumeci potrebbe chiedere subito lo stato di emergenza, ma le difficoltà sono a 360 gradi. Sul tavolo l’ipotesi di bandire subito una gara per portare i rifiuti siciliani all’estero, probabilmente in Germania o in Francia ed evitare di appesantire ulteriormente le discariche siciliane ormai quasi sature. E nell’agenda del presidente anche la revisione della Legge regionale 9 che ad oggi è rimasta ancora una grande incompiuta.

Polemica da parte di Giuseppe Lupo, presidente del gruppo Pd all’Ars: “Musumeci fotografa l’emergenza che è sotto gli occhi di tutti, ma non fa proposte convincenti e credibili: critica la gestione emergenziale del settore dei rifiuti in Sicilia e la richiesta di poteri speciali dei presidenti della Regione degli ultimi vent’anni ma, contraddicendosi, come soluzione indica proprio lo stato di emergenza. E oltretutto non avanza una soluzione programmatica in grado di dare stabilità e certezze al sistema. Trovo oltretutto ingiusto che in questa fase si addossino responsabilità ai comuni, invece di sostenerli. Chiediamo al presidente della Regione – aggiunge Lupo – di riferire in Aula sul programma che intende attuare per la gestione dell’assessorato all’Energia”.

Il caos rifiuti è servito. E al momento Musumeci è anche alla ricerca del nuovo assessore dopo le dimissioni di Vincenzo Figuccia che aveva ottenuto questa delega.

Francesca Stornante

Un commento

  1. La regione a dire il vero non ha mai avuto una politica volta alla differenziazione. Io penso sia stato fatto per interessi di parte. Le città che come Messina tentano una lavorazione in house si trovano inevitabilmente ad affrontare problemi enormi perché la gestione del ciclo di differenziazione deve essere fatta in totale autonomia partendo da 0 e con pochissimi fondi, per non parlare del totale disinteresse della cittadinanza. Io penso che personaggi come Micciche’ & C. a tutto penseranno tranne che a risolvere questi problemi. Buona fortuna Presidente. A lei a a noi.

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