Massacrato e ucciso a calci e pugni dal "branco" per aver infastidito una donna

Massacrato e ucciso a calci e pugni dal “branco” per aver infastidito una donna

Veronica Crocitti

Massacrato e ucciso a calci e pugni dal “branco” per aver infastidito una donna

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sabato 17 Ottobre 2015 - 06:12

Adesso Raffone è già stato richiuso in carcere e dovrà rispondere di omicidio preterintenzionale, mentre le indagini continuano per chiudere definitivamente il cerchio su tutti gli altri complici.

La notte dello scorso 29 luglio, insieme al “branco”, aveva massacrato con calci e pugni Mustafa Mandili, giovane marocchino di 35 anni, abbandonandolo poi agonizzante e sanguinante a terra, non lontano dalla Stazione Marittima. Quando i carabinieri del Nucleo Radiomobile erano intervenuti, quella notte, avevano trovato la vittima col cranio fracassato e sangue ovunque, ma ancora viva. Da lì, la corsa all’ospedale Policlinico, l’intervento chirurgico, il trasferimento al Papardo e infine, dieci giorni dopo, la morte per le gravissime ferite.

E’ stato individuato ed arrestato questa notte Giovanni Raffone, 28enne messinese con diversi precedenti, accusato di essere uno degli autori di quella violenza inaudita. Erano almeno in quattro, forse cinque, quella notte, e tutta la scena era stata ripresa da una telecamera di videosorveglianza del Comune. A far luce su tutto sono state le indagini dei carabinieri della Compagnia di Messina e della Stazione Arcivescovado, ai comdandi del maggiore Emanuela Rocca, coordinate dalla Procura di Messina.

Testimonianze, ricostruzioni, il racconto della compagna della vittima che, seppur non presente, era riuscita a sapere di ogni attimo, e poi quelle immagini, inequivocabili, di Mustafa che scappa dal branco, viene raggiunto, circondato e massacrato.

I militari dell’Arma hanno indagato diverse settimane, convincendo anche la compagna della vittima a parlare, nonostante fosse stata minacciata. Pian piano il puzzle ha iniziato a ricomporsi finché i carabinieri sono riusciti a dare un nome ed un volto certo a due degli “aguzzini”. Uno di loro è Raffone, l’altro è un uomo di origini rumene al momento irreperibile, e non si esclude che sia già scappato verso la sua terre natia. Secondo la ricostruzione, quella notte Mustafa avrebbe bevuto qualche bicchiere di troppo in un bar della zona e poi avrebbe iniziato a “infastidire” la compagna di uno del “branco”. Da lì, l’avvicinamento, l’inseguimento ed il massacro. Adesso Raffone è già stato richiuso in carcere e dovrà rispondere di omicidio preterintenzionale, mentre le indagini continuano per chiudere definitivamente il cerchio su tutti gli altri complici. (Veronica Crocitti)

2 commenti

  1. letterio.colloca 17 Ottobre 2015 18:00

    Perché si parla di PRETERINTENZIONALITA’ quando -anche per la natura delle lesione causate-era uno ed uno solo il FINE:SOPPRIMERE chi aveva osato l’ONTA che,notoriamente,si lava col sangue.
    A Voi,Giudici.

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  2. letterio.colloca 17 Ottobre 2015 18:00

    Perché si parla di PRETERINTENZIONALITA’ quando -anche per la natura delle lesione causate-era uno ed uno solo il FINE:SOPPRIMERE chi aveva osato l’ONTA che,notoriamente,si lava col sangue.
    A Voi,Giudici.

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