Taobuk, anteprima messinese con Mario Incudine e Pietrangelo Buttafuoco

Taobuk, anteprima messinese con Mario Incudine e Pietrangelo Buttafuoco

Redazione

Taobuk, anteprima messinese con Mario Incudine e Pietrangelo Buttafuoco

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giovedì 18 Agosto 2016 - 09:44

La coppia composta dal cantautore ennese e dallo scrittore catanese presenterà mercoledì 24 agosto all’ex Irrera a Mare lo spettacolo musicale “Il dolore pazzo dell’amore”

Mercoledì 24 (ore 21.30), sul palco ex Irrera a Mare della Fiera di Messina, sarà proposta una anteprima di Taobuk, “Il dolore pazzo dell'amore”, evento con ingresso libero promosso dall’Assessorato Cultura e Spettacolo di Messina, in collaborazione con il festival delle “Belle Lettere” di Taormina fondato e diretto da Antonella Ferrara. L’assessore comunale alla Cultura e allo Spettacolo, Daniela Ursino, e il presidente del festival letterario, Antonella Ferrara, lanciano l’anteprima della sesta edizione di Taobuk con un evento che vedrà protagonisti il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco e il cantautore Mario Incudine. La serata, per la quale si ringraziano gli sponsor COT e People on the Move, è incentrata sullo spettacolo “Il dolore pazzo dell’amore”, tratto dall’omonimo libro di Buttafuoco (Bompiani 2013), intenso racconto di formazione. Lo stesso autore sarà in scena la voce narrante che si fonderà con le musiche originali di Mario Incudine (voce e corde) che curerà la regia, e Antonio Vasta (fisarmonica e organetto). La sesta edizione di Taobuk si svolgerà a Taormina dal 10 al 17 settembre, con i patrocini istituzionali di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Agenzia Nazionale per i Giovani, Università di Messina Comune di Taormina, Comune di Messina-Assessorato Cultura e Spettacolo, Città Metropolitana di Messina, Assessorato regionale Turismo Sport e Spettacolo e Assessorato regionale Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

Il dolore pazzo dell’amore” riunisce i canti di un unico canto, ha la forma e la forza di un "cunto" che è un tuffo nel passato di Buttafuoco, giornalista e scrittore, imbevuto innanzi tutto delle tradizioni della sua Sicilia, restituite con passione di antico cantastorie, per cristallizzare quelle storie, quei canti, e farne la rappresentazione di un mito sopravvissuto ai tempi bui del mondo. Leggende e personaggi emergono da quei luoghi e da quel tempo: le preghiere che portano doni e dolcetti; i diavoli, gli angeli, i re, le ninfe, le regine e i vescovi di “mille e una notte”, che prima di essere un libro è il teatro della vita popolare, in cui passato e presente si mescolano in un rabbioso andirivieni. E allora la storia si fa prossima: irrompe l’anno della sovversione, irrompono il terremoto del Belice e l'altro terremoto delle rivolte studentesche e operaie, mentre negli anni ottanta si accavallano le storie parallele di mafiosi e commissari di polizia, che lasciano il segno. Ma soprattutto c’è l’amore, e “all’amore bisogna credere, sempre. Anche quando ci fa pazzi di dolore”. Anche quando l’amore è una lettera d'addio che distilla malinconia. Così prendono vita varie figure: il musicante che suona per passione e sa perdersi nella pazzia e trasformare il dolore in musica; la signorina Lia, la zia che non ritiene alcun pretendente degno di lei e amministra la memoria di famiglia curando album di fotografie; lo zio Angelino, elegante cappellano militare che viaggia e frequenta il bel mondo e che, grazie all'amore per Dio, diventa l'uomo della gioia in una terra di lupi.

La narrazione di Buttafuoco, una “autobiografia cantata” come l’ha definita Francesco Merlo, si fonde e si alterna alle ballate di Incudine, intrecciando una tessitura di note e parole che vanno dalla voce lontana dei carrettieri siciliani alle melodie delle serenate, fino ad arrivare alla Sicilia di oggi con le sue nuove parole e con la sua nuova musica, sempre senza tempo. “Il dolore pazzo dell’amore” è dunque un felice incontro tra letteratura e musica, com’è nello spirito di Taobuk, il festival delle “Belle Lettere” che – con le sue mostre e i concerti – celebra al contempo il connubio tra le arti.

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