“Pièces de Clavecin en concerts”, il barocco di Jean-Philippe Rameau

“Pièces de Clavecin en concerts”, il barocco di Jean-Philippe Rameau

giovanni francio

“Pièces de Clavecin en concerts”, il barocco di Jean-Philippe Rameau

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martedì 12 Aprile 2016 - 22:05

Gradito ritorno della musica barocca al Palacultura grazie al concerto di Giannalisa Arena, Piero Cartosio e Patrizio Germone

Finalmente abbiam ascoltato un po’ di musica barocca a Messina, evento purtroppo sempre più raro. Infatti al Palacultura Giannalisa Arena al clavicembalo, Piero Cartosio al flauto traverso e Patrizio Germone al violino hanno dato vita all’unico concerto barocco eseguito in tutta la stagione in città, se si eccettua il duo Campanella-Leone, che però ha eseguito Bach al pianoforte e non sullo strumento originario cui i concerti eseguiti erano destinati: il clavicembalo.

È stata appunto anche un’occasione per ascoltare il clavicembalo, bellissimo strumento barocco ormai sempre di più raro utilizzo, ma indispensabile per eseguire tutta la musica col basso continuo compresa più o meno dai primi del seicento alla metà del settecento. Il programma del concerto è stato dedicato esclusivamente a Jean-Philippe Rameau, musicista francese contemporaneo di Bach e Handel. Compositore assai poco prolifico fino ai cinquanta anni, durante i quali si dedicò soprattutto all’attività di organista e di teorico musicale (famoso il suo “Traité de l'harmonie reduite à ses principes naturales”), iniziò successivamente la composizione di opere che ebbero notevole successo all’epoca, tanto da farlo nominare compositore di corte presso il sovrano Luigi XV. La sua musica teatrale rimane comunque semi sconosciuta al grande pubblico, come del resto quasi tutte le opere teatrali barocche (Handel incluso), cadute nel dimenticatoio con l’avvento del melodramma moderno, e solo di recente riscoperte. Anche la musica strumentale di Rameau, composta prevalentemente per solo clavicembalo, è di limitata notorietà, ed è un grande merito di questi tre artisti aver proposto un intero concerto a lui dedicato. Sono stati eseguiti i “Pièces de Clavecin en concerts” e precisamente il Premier concert, il Deuxième Concert, il Troisième Concert (nella prima parte), il Quatrième Concert e il Cinquième Concert. Si tratta di una sorta di suites di tre o quattro movimenti ciascuna, con curiose denominazioni: “La Coulicam”, “La Timide”, “L’Indiscrète”, etc.) ove il cembalo assume il compito sia di sviluppare i vari temi insieme agli altri due strumenti, sia di accompagnare in funzione di basso continuo, ed infatti alcuni di tali brani esistono anche per cembalo solo. I brani, senz’altro gradevoli, si distinguono per raffinatezza ornamentale ed eleganza formale, per una certa aristocrazia intellettuale, ma si mantengono, salvo qualche momento più intenso, come l’aria del Deuxième Concert “La Boucon”, su un piano di superficialità, non possedendo quella profondità e senso del dolore propri della grande musica barocca di Bach, Handel e Purcell.

I musicisti hanno interpretato splendidamente le partiture di Rameau, palesando un affiatamento notevole, nello scambiarsi le varie voci, con chiarezza e precisione di esecuzione. In particolare ci piace sottolineare la bravura di Giannalisa Arena, vera eccellenza messinese, ma non sono stati da meno il flautista Piero Cartosio, che ha dedicato il concerto al suo maestro Angelo Faja, recentemente scomparso, e il violinista Patrizio Germone, entrambi impeccabili. Il concerto ha toccato però indubbiamente il suo momento più alto col bis concesso da questi specialisti del barocco: infatti è stato eseguito, e in maniera egregia e toccante, il secondo movimento “Affettuoso” dal celeberrimo Concerto Brandeburghese n. 5 di Johann Sebastian Bach, brano scritto da Bach proprio per questi tre strumenti, che invece fanno da concertino negli altri movimenti insieme agli archi. Il famoso brano rappresenta una delle vette della musica strumentale barocca, un brano meraviglioso, intriso di quella profonda, dolce e composta malinconia, propria del grande musicista tedesco.

Giovanni Franciò

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