Un sit-in per le infrastrutture: "Europa sì, ma il nostro sviluppo passa dal Ponte e dalle ferrovie"

Un sit-in per le infrastrutture: “Europa sì, ma il nostro sviluppo passa dal Ponte e dalle ferrovie”

Francesca Stornante

Un sit-in per le infrastrutture: “Europa sì, ma il nostro sviluppo passa dal Ponte e dalle ferrovie”

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sabato 06 Giugno 2015 - 17:09

Un gruppo in rappresentanza di sindacati, associazioni, Enti, comitati ha atteso in sit-in pacifico la visita del Presidente del Senato Grasso per consegnare un documento che mette in luce le profonde carenze infrastrutturali e la necessità di creare sviluppo, rendere il territorio più ricco e combattere così anche la criminalità organizzata.

Ponte e infrastrutture contro fame e mafia”. Con queste poche parole impresse in uno striscione una rappresentanza di comitati, sindacati, associazioni messinesi, ha sfruttato la visita del presidente del Senato Pietro Grasso in città per lanciare un grido contro chi continua a volere una Sicilia sempre più isola e isolata. In presidio pacifico lo hanno atteso per portare la voce di chi crede che quando si parla di Europa non si può sottovalutare il fatto che il sud Italia è sempre più tagliato fuori. Non a caso hanno scelto il presidente Grasso, uomo dello Stato e dell’antimafia, per dire che l’unico modo per combattere la mafia è creare occasioni di sviluppo, sviluppo che in Sicilia e Calabria può nascere solo dalle infrastrutture.

“Non è possibile che per andare da Roma a Milano ci vogliano 2 ore e 20 minuti e che lo stesso tempo serva per andare da Messina a Villa San Giovanni in treno con la rottura di carico. O lo Stato è nelle condizioni di investire nello sviluppo del Mezzogiorno o noi saremo per sempre tagliati fuori” ha spiegato Fernando Rizzo, portavoce del gruppo che si è dato appuntamento davanti Palazzo Zanca per attendere il presidente del Senato, ospite dell’ultima giornata delle celebrazioni per il 60esimo anniversario della Conferenza di Messina. Sono i favorevoli al Ponte sullo Stretto, a quel ponte che proprio l’Europa dovrebbe fortemente volere e che significherebbe crescita e sviluppo. Non credono minimamente che la costruzione di questa grande opera sarebbe stata un potenziale grande affare per la criminalità organizzata. “Quando Nichi Vendola disse che il Ponte avrebbe unito due cosche e non due coste fu solo perchè aveva tutto l’interesse a sottrarre i nostri finanziamenti a beneficio della Tav Napoli-Bari, ma se ragioniamo in questi termini evidentemente non ha pensato che la Tav avrebbe collegato la Sacra Corona Unita alla Camorra. La mafia esiste perché non c’è il Ponte e perché non ci sono le Ferrovie, esiste perché non ci sono occasioni di sviluppo che si realizzano solo attraverso le infrastrutture” ha ribadito Fernando Rizzo.

Hanno presentato e consegnato un documento al Presidente Grasso, documento in cui danno la loro visione del ruolo che dovranno avere la Sicilia e l’Italia in contesto europeo se davvero vogliamo essere un Paese moderno, competitivo e in ripresa. Un documento sottoscritto da Confindustria, CISL Messina, UIL Messina, ACLI Messina, MCL Movimento Cristiano dei Lavoratori della provincia di Messina, Ordine degli Ingegneri, Confcommercio Messina e Confcommercio Sicilia, AIAS Associazione Imprese Autotrasportatori Siciliani, FAI Conftrasporto, Confartigianato, Messina Settore Autotrasporti, Associazione L’Altra Messina, Cittadinanzattiva, Comitato Ponte Subito, Comitato Ponte Sezione Peloritana, Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno.

Questo il documento consegnato al Presidente Grasso:

«La ripresa economica e sociale dell’Italia è subordinata all’individuazione e all’attivazione di un grande progetto del quale il Sud è parte organica e non surrogabile, funzionale al ruolo che il Paese stesso intende assumere all’interno del panorama euromediterraneo.

Mentre la mancanza di una tale e coinvolgente visione politica preclude la strada alla crescita effettiva ed equilibrata dell’intero Paese e può dare corso a preoccupanti tensioni sociali e politiche, un progetto condiviso, mirato a risollevare da una oggettiva condizione di degrado socioeconomico milioni di cittadini e a creare un’entità nazionale economicamente forte e socialmente coesa ha straordinarie possibilità di successo. A condizione che esista una seria volontà politica di realizzarlo.

Come ripetuto per anni dal Presidente Napolitano e riaffermato con forza nei giorni scorsi dal Presidente Mattarella, non è lecito né utile mantenere in condizioni di marginalità e di degrado una percentuale rilevante di cittadini italiani solo perché i loro rappresentanti sono incapaci di esercitare un’efficace azione politica.

Non è un problema di risorse bensì di incapacità di comprendere che, per avere efficacia, un programma di Governo deve coinvolgere tutte le componenti del Paese e che una crescita sostenibile è obiettivo irraggiungibile senza la giusta coesione sociale. Analogamente, riscoprire che il futuro dell’Italia è legato alla sua posizione nel Mediterraneo è affermazione sterile se non viene accompagnata dal superamento del divario infrastrutturale che separa l’estremo Sud d’Italia dall’Europa e favorisce la progressiva e tragica marginalizzazione di aree e risorse fondamentali per porre il Paese in condizione di competere efficacemente nel complesso e spietato meccanismo originato dalla globalizzazione.

E’ illusorio puntare ad aggiudicarsi una più consistente porzione della ricchezza prodotta dai flussi trasportistici internazionali senza creare una moderna rete infrastrutturale nell’estremo Sud. Ogni altra soluzione è velleitaria, inefficace e ottusamente protesa a perseguire un modello di sviluppo squilibrato che si è dimostrato insostenibile e ha sottratto alla parte più produttiva del Paese un bacino di milioni di potenziali consumatori a causa della discesa dei loro redditi e dei loro consumi spesso al di sotto del livello di povertà. Una scelta fallimentare che rinnega la politica di coesione e di superamento delle marginalità territoriali fortemente sostenuta dall’Unione europea.

Ignorare la rilevante ricchezza prodotta durante la supply chain e abbandonarla nelle mani di Paesi geograficamente peggio posizionati è una decisione suicida per un Paese povero di materie prime, con un’agricoltura minacciata dalla concorrenza dei nuovi Paesi produttori, afflitto da un sensibile digital divide e da una scarsa efficienza delle principali istituzioni. Con la conseguenza, non secondaria di condannare all’isolamento una parte dei suoi abitanti e limitare gravemente la competitività degli altri.

Ribadiamo che non è una questione di risorse ma di volontà politica. Se non si comprende l’importanza di avvicinare l’Italia e l’Europa alla sponda meridionale del Mediterraneo – coerentemente con le richieste dell’Ue -, si apre la via a tensioni sociali dall’esito imprevedibile. Se le risorse interne non sono sufficienti a realizzare l’intero progetto, l’iniziativa va integrata con l’avvio immediato di un programma di reperimento di capitali sui mercati internazionali – che sono pronti a intervenire, come accaduto in tanti altri Paesi – al quale solo un Governo nazionale può dare l’indispensabile autorevolezza. Così facendo si darebbe al contempo un potente impulso alla credibilità internazionale del Paese, un formidabile sostegno alla ripresa della sua industria manifatturiera e si affronterebbe con il dovuto impegno l’ultrasecolare Questione meridionale.

Ciò però richiede una lucida e coraggiosa visione d’insieme delle vere urgenze del Paese, determinazione ad attuare il programma e la capacità di proporlo al Paese nel modo più semplice e onesto al fine di ottenerne un consenso generalizzato.

Se è vero com’è vero – e come affermano tutti i più recenti studi economici – che l’estremo Sud vive momenti di gravissima difficoltà e si sta trasformando in un “deserto industriale” (rapporti Svimez 2013 e 2014 e innumerevoli altri autorevoli studi) la Politica non può non recepire questo grido d’allarme e rinviare l’adozione di immediate iniziative. Senza trincerarsi dietro un “non si può fare” sospetto e vile.

Perché non è vero: l’infrastrutturazione dell’estremo Sud è realizzabile in tempi rapidi e può immediatamente prendere il via col completamento della parte più meridionale del Corridoio scandinavo-mediterraneo Helsinki-La Valletta, sollecitato da decenni dall’Unione europea e che trova il suo coronamento nel grandioso progetto del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria – pronto dal 2011 e cantierabile in pochi mesi -, col paradosso che non farlo costa più di farlo».

Francesca Stornante

6 commenti

  1. Mille SI SI SI SI SI INFRASTRUTTURE mille NO NO NO NO NO PONTE. I messinesi e i siciliani non possono accettare il ricatto SI INFRASTRUTTURE SI PONTE. Il PONTE causerebbe una devastazione ancora più grande di tutti i terremoti,maremoti,pestilenze, della storia della Urbs Messana, non comprenderlo significa essere nemici della nostra città, messinesi per caso.

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  2. Mille SI SI SI SI SI INFRASTRUTTURE mille NO NO NO NO NO PONTE. I messinesi e i siciliani non possono accettare il ricatto SI INFRASTRUTTURE SI PONTE. Il PONTE causerebbe una devastazione ancora più grande di tutti i terremoti,maremoti,pestilenze, della storia della Urbs Messana, non comprenderlo significa essere nemici della nostra città, messinesi per caso.

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  3. Il prolifico “collega” “commentatore” Mariedit….giusto per la grande responsabilità che gli/le deriva dal forte seguito di cui gode c/o la nostra community, è pregato/a di supportare le sue esternazioni, affermazioni assiomatiche e le sue profezie almeno con un accenno di argomentazione, se non proprio con una doviziosa analisi ed informazione scientifica.

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  4. Il prolifico “collega” “commentatore” Mariedit….giusto per la grande responsabilità che gli/le deriva dal forte seguito di cui gode c/o la nostra community, è pregato/a di supportare le sue esternazioni, affermazioni assiomatiche e le sue profezie almeno con un accenno di argomentazione, se non proprio con una doviziosa analisi ed informazione scientifica.

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  5. Invece chi vuole mantenere lo stato attuale delle cose la amano Messina!!

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  6. Invece chi vuole mantenere lo stato attuale delle cose la amano Messina!!

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