SmartMe, raccolti 34mila euro per un progetto universitario

SmartMe, raccolti 34mila euro per un progetto universitario

SmartMe, raccolti 34mila euro per un progetto universitario

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martedì 28 Aprile 2015 - 10:58

“Il progetto servirà a monitorare parametri generali come la qualità dell’aria, il rumore, la temperatura o l’erosione delle colline, il traffico veicolare e lo stato delle strade – ha spiegato Puliafito – ciò sarà possibile mediante l’utilizzo di schede basate su microcontrollori a basso costo anche con l’aiuto dei cittadini che vorranno adottare un sensore per diventare parte di questa rete”

Si sono svolti oggi, nel corso di un incontro nella Sala Senato, i lavori del progetto #SmartME, una iniziativa dell’Ateneo peloritano, patrocinata dal Comune di Messina con il supporto operativo della spinoff accademica DHLab e coordinata dal gruppo di ricerca MDSLAB, diretto dal prof. Antonino Puliafito, e dall’Industrial Liason Office dell’Università. All’incontro, organizzato per entrare nel merito delle iniziative cantierabili, erano presenti gli investitori che hanno contribuito attraverso il crowdfounding.

Dopo i saluti del Rettore, prof. Pietro Navarra, ha aperto i lavori la prof.ssa Daniela Baglieri, Prorettore all’Innovazione e al Trasferimento tecnologico, presentando un’analisi degli 81 partecipanti alla raccolta fondi, non appartenti solo al settore delle tecnologie digitali, ed evidenziando che “si tratta di 63 persone fisiche residenti sul territorio nazionale e di 18 soggetti giuridici composti da aziende, enti, consorzi con sede non solo in Italia, ma anche in Europa e negli Stati Uniti. La cifra raccolta ammonta ad oltre 34.000 euro, più del doppio della cifra che ci si prefiggeva inizialmente a testimonianza del successo dell’iniziativa”

“Il progetto servirà a monitorare parametri generali come la qualità dell’aria, il rumore, la temperatura o l’erosione delle colline, il traffico veicolare e lo stato delle strade – ha spiegato Puliafito – ciò sarà possibile mediante l’utilizzo di schede basate su microcontrollori a basso costo anche con l’aiuto dei cittadini che vorranno “adottare” un sensore per diventare parte di questa rete. Tale enorme mole di dati sarà gestita in maniera efficiente facendo ricorso al paradigma del Cloud. Inoltre, – ha proseguito -attraverso l’utilizzo di smartphone, sarà possibile interagire con gli oggetti, ad esempio, venendo informati in tempo reale sulla posizione dei mezzi pubblici o dialogando con un monumento per scoprirne la storia o la tecnica realizzativa; sarà possibile ricevere segnalazioni in caso di emergenza o essere guidati verso un parcheggio libero in una zona affollata.”

L’Università di Messina si accinge così in un’impresa pionieristica con la quale attiverà un laboratorio virtuale sulla città che offrirà servizi alla città e impiegherà giovani esperti in nuove tecnologie, facendosi anche garante del trasferimento di know how e del coinvolgimento della società.

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