Per il Sole 24 ore "lo sviluppo si è fermato a Milazzo"

Per il Sole 24 ore “lo sviluppo si è fermato a Milazzo”

Redazione Tirreno

Per il Sole 24 ore “lo sviluppo si è fermato a Milazzo”

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giovedì 07 Settembre 2017 - 14:44

Un'analisi del noto giornale economico descrive in maniera impietosa lo stato di degrado della zona industriale di Giammoro-Milazzo

In attesa dei tanto decantati fondi del Patto per il sud, la zona industriale che va da Torregrotta a Milazzo continua a offrire uno spettacolo di abbandono e degrado. Se n’è accorto anche il giornalista de Il Sole 24 ore, Nino Amadore, che ne ha descritto i problemi principali.

A partire da quello delle infrastrutture. Una delle note dolenti è la condizione dell’arteria che serve la zona Asi, chiusa al traffico per problemi di sicurezza. il commissario straordinario Irsap e assessore regionale, Mariagrazia Brandara, ha promesso di avviare al più presto la progettazione esecutiva per l’avvio dei lavori, finanziati nel Patto per il sud. Ma, al momento, mancano ancora ulteriori novità.

Non può mancare un riferimento all’inceneritore. Dal punto di vista del Sole, “il piano paesaggistico della provincia di Messina ostacola l’investimento di A2A, il colosso dell’energia che ha pianificato (…) un investimento di circa 180 milioni per la riqualificazione della vecchia centrale elettrica”. Il quotidiano aggiunge anche che “il progetto va avanti a rilento ma A2A continua a lavorare e cresce”.

Nelle dichiarazioni del sindacalista Tonino Genovese e del presidente della Camera di Commercio di Messina, Ivo Blandina, emerge poi uno dei temi che più divide nella valle del Mela: quello del futuro economico del territorio. Lo scontro è tra chi ritiene gli strumenti di pianificazione (come il sopracitato Piano paesaggistico) un insieme di regole, piani, vincoli da disboscare per favorire l’attività delle imprese; e chi invece vede in questi strumenti la possibilità una transizione verso un’economia basata su turismo e agricoltura, con il progressivo abbandono dell’industria pesante.

Trovare un punto di accordo sembra impossibile. Basti pensare a quello che il Sole descrive come un faro nella notte della zona industriale: la RAM. Oltre 600 dipendenti, un indotto da 60 milioni nella sola provincia di Messina; ma anche, secondo gli ambientalisti, problemi sanitari e ambientali. Oltre a una sgradevole puzza.

È il prezzo dello sviluppo. Che però arranca in un pantano legislativo e decisionale. A mancare sembra soprattutto una visione univoca e lungimirante. E a poco servono i continui annunci di mega infrastrutture, come l’aeroporto tanto caro ai politici della zona, quando da vent’anni non si riesce a costruire un semplice pontile.

Fonte: Lo sviluppo s’è fermato a Milazzo”

Un commento

  1. È da rigettare l’ipotesi dell’industria pesante in quel territorio, dove ho sentito dire che ci sarebbe un certo numero di tumori. Non mi sembra corretto nei confronti della popolazione che vive lì dover accettare qualsiasi proposta “a scatola chiusa” purché, mi di passi il termine, “riempia la pancia”. Vedasi ad esempio altri territori del nord dove la gente innalza le barricate quando c’è in gioco la salute della collettività. Ma dove è finito il tanto osannato “terzo settore” capace di creare occupazione senza inquinare l’ambiente. Mi sembra che dobbiamo avere tutti, in questa regione, un recupero culturale e di orgoglio per non farci prendere per “fame”. Abbiamo diritto anche noi di scegliere con consapevolezza e dignità.

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