Escluso progetto di doposcuola da presentare sul fondo europeo: il proponente si chiede perché

Escluso progetto di doposcuola da presentare sul fondo europeo: il proponente si chiede perché

Sara Faraci

Escluso progetto di doposcuola da presentare sul fondo europeo: il proponente si chiede perché

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martedì 22 Ottobre 2013 - 09:58

Un nostro lettore racconta la sua "odissea", per presentare un progetto di attività ricreative per stranieri. Nonostante un'iniziale entusiasmo da parte dei vertici di Palazzo Zanca, il progetto proposto al Comune di Messina è stato poi escluso. IN ALLEGATO IL VERBALE CHE ESCLUDE TUTTI I PROGETTI PRESENTATI

Un’esperienza scoraggiante quella avuta da uno dei nostri lettori con il Comune. Un breve contatto telefonico con l’assessore alle politiche sociali, Nino Mantineo, per proporre un progetto da presentare sul fondo europeo per l’integrazione degli stranieri. Un’idea innovativa ma pur sempre nell’alveo della “buona prassi” che vorrebbe coinvolgere il Comune come capofila del programma in questione che riguarderebbe, tra l’altro, l’istituto Domenico Savio.

“L’assessore – afferma il nostro lettore – concede un incontro. Ascolta le proposte. Sembra sinceramente entusiasta del progetto al punto da anticipargli un avviso di selezione di partner per il Comune. L’idea sembra praticamente andata in porto”. Con il beneplacito del rappresentante della neonata amministrazione di Palazzo Zanca, il nostro scrivente si convince che ormai è cosa fatta.

Viene confezionata un’idea davvero interessante: un doposcuola, comprensivo di attività ricreative, per stranieri, che coinvolga anche le madri degli allievi e le valorizzi come risorsa umana preziosa.

E’ al momento della presentazione della domanda che sorgono i primi inconvenienti. “L’avviso fornito dall’assessore -prosegue il nostro lettore – si è rivelato difforme da quello in realtà poi pubblicato. L’apposizione di conformità prende del tempo che consente di consegnare il plico agli sportelli solo alle 12.27. Giusto in tempo per non incorrere nella scadenza dei termini fissata poco più di mezz’ora dopo, alle 13”.

Ogni impasse adesso sembra superata ma la settimana dopo, una comunicazione spedita via fax avverte della necessità di recarsi nuovamente al Comune per ritirare il plico e ripresentarlo qualche giorno dopo per consentire all’avviso di restare aperto più del previsto, a seguito di alcune lamentale. Procedura ravvisata dallo scrivente come “anomala” eppure regolarmente seguita nella speranza del buon esito della pratica.

In assenza di riscontro da parte dell’amministrazione, il nostro lettore decide di mettersi in contatto telefonicamente con i diretti interessati, i funzionari di Palazzo Zanca che gli comunicano l’esclusione di tutti i progetti in gara.

“Ma perché?” – vorrebbe sapere adesso il proponente. Le ragioni non gli appaiono sufficientemente fondate e soprattutto lo lascia perplesso la giustificazione fornita dall’amministrazione: “Mi dicono che l’hanno escluso perché la dichiarazione in cui il legale rappresentante dichiara di essere tale non era come la volevano loro, essendo mancante di alcune parti, ma il Ministero neanche chiedeva una tale dichiarazione”. (Sara Faraci)

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