Maria Andaloro: Ottima sanità #quassud. Il mio grazie ai medici del Papardo

Maria Andaloro: Ottima sanità #quassud. Il mio grazie ai medici del Papardo

Maria Andaloro: Ottima sanità #quassud. Il mio grazie ai medici del Papardo

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venerdì 30 Giugno 2017 - 04:18

Nel raccontare la sua esperienza in ospedale Maria Andaloro va oltre ringraziamento e fa un appello per salvare la buona sanità

Ottima sanità #quassud. Puoi avere un problema. E può capitare a chiunque e ovunque. Ma se è di salute e se ti capita a Messina la paura si amplifica e la sfiducia dilaga. Perché a Messina non "cennenti" e questo tam tam come una maledizione alimenta leggende, sfiducia e ignoranza. Ma non è vero. E mi sembra doveroso raccontare qualcosa che mi è (ri)toccato (ri)vivere personalmente.

Conosco il professor Vincenzo Adamo da 24 anni. Un uomo garbato, un medico preparato. Un professore stimato a livello internazionale. Il primo incontro fu con/per mia madre. E qui a Messina, grazie a lui, adottavano gli stessi protocolli del "nord", li dove mia madre era stata in cura prima di tornare in Sicilia. Il reparto di oncologia dove lui operava era già all'epoca un esempio di efficienza e umanità. Quella struttura oncologica che ospitò mia madre, sempre a Sperone, purtroppo fu smantellata.

Il professore Adamo continuò la sua attività e oggi dirige il Dipartimento di Oncoematologia dell'Ospedale Papardo di Messina. Siamo sempre rimasti in contatto; anche perché lui e mia madre compiono gli anni lo stesso giorno, e anche per questa simbolica coincidenza il legame, oltre che di profonda stima e fiducia, è di affetto.

Poi a distanza di tanti anni il Dejà vu. Tutto di corsa. Controlli, esami e visite. Il nodulo stavolta era mio. Mi faceva compagnia e coi suoi ormai troppi cm era giunta l'ora di liberarmene. Superando una serie di paletti psicologici, fra la memoria che lo accompagnava e la paura che mi incuteva. La paura stavolta non era di perdere mia madre, di cui sono e sarà parte di me per sempre, ma di perdere qualcosa di me. O tutta me. E così prima della ferita per il nodulo si è aperta quella dell'anima.

E tutti i fantasmi si sono liberati.

Appena fatto il primo esame l'ho interpellato, mi ha ricevuta e ha predisposto tutto, in brevissimo tempo, affinché potessi annullare quei 4 cm che misuravano la distanza fra la paura, il dejà vu e "tutto ok" Il pre ricovero, una procedura che non conoscevo, concluso nell'arco di una mattinata in un ambiente luminoso e accogliente e con operatori e medici accoglienti.

All'ospedale Papardo c'è una realtà straordinaria che sembra si voglia nascondere. Ho avuto la riconferma che le eccellenze le abbiamo. Che all'esterno però appaiono opache, sottovalutate o ignorate. E la dimostrazione che non tutti i "cervelli" scappano. La certezza di potersi fidare ed affidare a chi il proprio lavoro lo fa con serietà e impegno a km 0 Il professor Adamo, i colleghi e i collaboratori, il personale infermieristico trattano il "problema" sapendo che c'è la soluzione, l'alternativa.

La Cura, non solo la terapia. Spiegando e non tralasciando nulla per far sentire "quel" problema l'intruso e non tutta la persona malata. Ma solo una persona con un problema. Sono stata accolta e curata. Sono stata operata e rassicurata. Spariti i fantasmi.

Un giorno durato 27ore senza la notte…

Sono stata dimessa e adesso mi "godo" la convalescenza. Oltre a ringraziare di cuore ancora una volta il professore Adamo, che riceve continuamente riconoscimenti per il suo lavoro, la dottoressa Ricciardi, il dottor Di Cara e tutti gli altri medici ed infermieri, la mia famiglia con l'amirella Beatrice Belfiore e tutti gli altri che mi su(o)pportano #qualunquisticamemte mi viene spontaneo segnalare qualcosa che non dipende dai medici ma dai cittadini, un po' un appello: quell'ospedale andrebbe sostenuto da tutta la provincia di Messina, non solo dalla città.

E dovremmo esserne orgogliosi!

Anzi, coincidenza vuole che proprio in questi giorni vada difeso dal declassamento previsto dalla rete ospedaliera regionale. L'assessorato regionale alla Sanità, nel piano di riordino della rete ospedaliera siciliana ha penalizzato la struttura dell'ospedale Papardo di Messina, tagliando posti letto alla struttura e declassandolo. Io sono andata via, ma in questi giorni ho visto nei corridoi centinaia di pazienti e di parenti al loro seguito. Ho visto che erano lì, fuori da ambulatori e stanze dei medici fiduciosi ad aspettare il loro turno per visite e terapie che garantiscono in molti casi la sopravvivenza. In quel quarto piano temuto quanto indispensabile.

E c'è un aspetto emotivo da non sottovalutare, chi si reca in ospedale, se si trova in un reparto anche senza sceglierlo, quei muri poi diventano "casa" e i medici e lo staff famiglia.

Lo vedi negli occhi dei medici che ti parlano e in quelli dei pazienti che ascoltano.

Ma la buropoliticrazia guarda numeri e opportunismi. E scadenze … Andrebbe potenziato non smantellato e/o penalizzato.

E, forse, sarebbe anche il caso di avviare i lavori e consegnare quella strada di collegamento prevista che dall'Annunziata porta dritti all'ospedale e migliorare anche i trasporti pubblici per raggiungerlo.

Grazie, a tutti.

Maria Andaloro https://ssl.gstatic.com/ui/v1/icons/mail/images/cleardot.gif

2 commenti

  1. salvatore merlino 30 Giugno 2017 17:50

    brava Maria. Innanzitutto auguri e tutto il bene possibile…..anche se non ci conosciamo. Non critichiamo sempre….come le lumachine andiamo avanti sperando sempre…

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  2. salvatore merlino 30 Giugno 2017 17:50

    brava Maria. Innanzitutto auguri e tutto il bene possibile…..anche se non ci conosciamo. Non critichiamo sempre….come le lumachine andiamo avanti sperando sempre…

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