Il Goi contro la "massofobia" apre le porte del Tempio di Messina

Il Goi contro la “massofobia” apre le porte del Tempio di Messina

Alessandra Serio

Il Goi contro la “massofobia” apre le porte del Tempio di Messina

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sabato 03 Marzo 2018 - 01:18

Anche la massoneria è "smart" e sempre più giovane. E all'Opus Dei manda a dire...a confronto col professor Santi Fedele, Gran Maestro aggiunto del Goi, che ci guida alla scoperta del tempio di Via Santa Cecilia.

Ha registrato il pienone l’iniziativa del Grande Oriente d’Italia che lo scorso primo marzo ha aperto le porte del tempio di via Santa Cecilia per una visita guidata voluta per combattere la “massofobia” imperante degli ultimi anni.

A guidare i curiosi all’interno del tempio della Loggia e di quello contiguo delle Stelle d’Oriente, l’ordine paramassonico femminile, è il professore Santi Fedele, storico e Gran Maestro aggiunto.

Illustrando i tanti simboli a e rispondendo alle domande, il professore Fedele spiega che oggi la massoneria è al passo coi tempi e riceve anche domande di iscrizione on line, e sono sempre più giovani quelli che “bussano”. Se una volta l’età media delle richieste era di 40 anni, oggi tanti ventenni si affacciano a questa realtà. Sempre di più, poi, sono i musulmani che siedono nelle logge italiane.

In sostanza il Gran Maestro spiega ai curiosi che il percorso massonico non è altro che un incessante lavoro su se stessi, attraverso la riflessione su diverse tematiche, prima di tutto spirituali, affrontato avvalendosi del contributo di diversi approcci, dalle religioni “storiche” ad altri culti. Una sorta di “sincretismo religioso” non dogmatico, che si basa sulla comune credenza, di fondo, di un “logos” originario, che si voglia definirlo Dio o Grande Architetto dell’Universo.

Ecco perché l’unica condizione che è richiesta per l’affiliazione alla massoneria è essere credente. “Anche se – chiarisce il professor Santi Fedele – la massoneria francese dall’800 ammette anche gli atei, e questo è il vero “scisma” all’interno della massoneria internazionale”.

Poi l’attaccamento alla bandiera tricolore e alla Costituzione, dati fondanti del Goi. Ai curiosi, il professor Fedele spiega l’importanza dei simboli come una “ispirazione” per il massone che intraprende questo lavoro di riscoperta di se stesso, che lo fa appunto tenendo conto anche delle grandi conoscenze e fedi antiche. Ancora, i rudimenti del significato di fratellanza e dei gradi massonici. Il resto è riservato ancora una volta agli iniziati.
Da buon storico, il professore Fedele risponde con una circostanza alla prima domanda.

Professore, cosa l’ha spinta verso la massoneria: tradizione familiare, curiosità, una necessità spirituale che non trovava soddisfazione nella religione?

“C’è sempre qualcuno che ti presenta al Maestro,e anche io fui “contattato”. Posticipai poi il mio ingresso al Goi, perché non volevo che coincidesse con l’ottenimento della cattedra all’Università, così da fugare ogni possibile “illazione” sulla vincita del concorso. In loggia c’è un ambiente pacato dove si discute, dando ognuno il proprio contributo, di qualunque argomento e questione, senza preconcetti e senza che nessuno voglia per forza convincerti che sia in una determinata maniera. Non ci sono “detentori di verità assolute” ma c’è una ricerca della verità. C’è una estrema tolleranza che permette a cristiani, musulmani e altri di sedere insieme all’interno del tempio, confrontandosi con il proprio testo “sacro” di riferimento ma anche con altri testi. Al centro del nostro tempio, essendo noi di tradizione italiana e cattolica, vi è la Bibbia, aperta però sulla prima pagina del Vangelo di Giovanni, il più “filosofico” dei vangeli”.

Una delle principali critiche che vi muovono, anche “interne” è l’eccessiva affiliazione che abbassa la “qualità” dei lavori di loggia, a scapito della rigorosa selezione che invece dovrebbe essere propria dei percorsi iniziatici, con l’unico scopo di “far cassa”, visto che l’adesione si paga.

“Sarà successo in determinati momenti storici da qualche parte, sicuramente. Non credo sia un problema messinese, in tutta la provincia siamo poco più di 200 distribuiti in 11 logge. Oggi le regioni a più alto “tasso massonico” sono l’Umbria e la Toscana, non certo la Sicilia”.

A onor del vero il Gran Maestro Stefano Bisi, all’inizio del 2017 a Palermo parlò di un boom di iscritti siciliani e di oltre 400 soltanto a Messina.

Pare che l’Opus Dei vi stia facendo pelo e contropelo

Non abbiamo alcun problema con l’Opus, così come non lo abbiamo con la Chiesa. Forse sono loro che lo hanno con noi”.

E il problema delle doppie iscrizioni?

“Anche questo è un falso problema, se no che tolleranza sarebbe quella che predichiamo e pratichiamo. E, guardi, prevengo anche la polemica sui mafiosi massoni. Sfido qualunque organizzazione ad avere il tasso “mafioso” che abbiamo noi, neppure il 2% dei nostri affiliati è stato condannato per mafia".

Alessandra Serio

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