Sconto di pena in appello per il falso mediatore del Tribunale Fallimentare

Sconto di pena in appello per il falso mediatore del Tribunale Fallimentare

Alessandra Serio

Sconto di pena in appello per il falso mediatore del Tribunale Fallimentare

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sabato 29 Aprile 2017 - 01:03

Due anni e mezzo la condanna di secondo grado per Antonino Manganaro, arrestato nel 2014 per aver intascato denaro in cambio di falsi investimenti alla sezione fallimentare, ottenuto presentando falsi documenti provenienti dallo stesso tribunale.

Si chiude con un sostanzioso sconto di pena il processo d'appello per Antonino Manganaro, arrestato nel 2014 con l'accusa di aver spillato denaro fingendosi "mediatore" del Tribunale di Messina, addirittura adoperando atti falsi.

La Corte d'Appello ha dichiarato prescritti due dei reati contestati, ha riqualificato in falso materiale l'accusa di contraffazione di pubblici sigilli, per gli atti non coperti da bollo "copia conforme all'originale" ed ha quindi riqualificato la pena per le accuse rimase in piedi in 2 anni e mezzo.

Lo scorso anno il giudice monocratico Pagana lo aveva condannato a 3 anni e mezzo, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento alla parte civile, assistita dall'avvocato Fabio Mirenzio, quantificato in 94 mila euro.

Manganaro era inizialmente accusato di truffa aggravata, falsità materiale commessa dal privato e contraffazione di pubblici sigilli.

L'indagine della Polizia giudiziaria aveva svelato che il cinquantanovenne aveva agito indisturbato per anni intorno alla sezone Fallimentare del Tribunale, millantando importanti amicizie e facendo credere alla vittima che c'era la possibilità di investire del denaro in procedure fallimentari con interessi trimestrali sicuri ed elevati.

Ha conquistato la fiducia della vittima quando, dopo il primo assegno da 7 mila euro consegnato nel 2007, ha rilasciato “regolare” ricevuta con tanto di falsi timbri circolari apposti e l’intestazione della Sezione Fallimentare, data e protocollo.

Nei mesi successivi ha anche consegnato i primi fittizi interessi raccontando che il denaro era in contanti solo grazie al suo interessamento. Caduta nella rete, la vittima, sicura della legalità dell’operazione, ha affidato al truffatore nei mesi successivi altre somme di denaro per un ammontare complessivo di circa 95 mila euro.

Sono dunque seguiti negli anni, fino al momento della denuncia presentata nel 2012, tutta una serie di artifizi messi in scena per rafforzare la fiducia dell'investitore al quale sono state prodotte persino false ordinanze a firma di magistrati dove si comunicava agli investitori l’abbassamento del tasso di interesse a seguito di una riunione tenutasi dal consiglio responsabile della gestione finanziaria dei fallimenti o le nuove tabelle relative agli investimenti alla luce di una nuova circolare ministeriale con tanto di numero e decorrenza.

Solo dopo molto tempo la vittima ha finalmente chiesto il recupero del capitale ed è andato a fondo alla faccenda, scoprendo che nessun tipo di investimento era possibile presso la Sezione Fallimentare o comunque all’interno del Tribunale.

Manganaro è stato difeso dall'avvocato Angelo Colosi

Alessandra Serio

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