Angelo Morabito, un artista messinese da esportazione

Angelo Morabito, un artista messinese da esportazione

Angelo Morabito, un artista messinese da esportazione

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venerdì 20 Novembre 2015 - 08:35

Da qualche anno vive a Bergamo ed ha incontrato Roberto La Fauci, altro messinese trasferitosi a Brescia, musicista e arrangiatore raffinato. Danno vita a un duo, avendo entrambi una grande passione per la musica Americana, dal blues alle ballad e al R&B. Da questa collaborazione, nasce l’idea di registrare dei brani tenuti in un cassetto per anni

Angelo Morabito è conosciuto come musicista messinese della prima ora con una carriera molto lunga. Per chi non lo conoscesse ancora, ne vorrei sintetizzare cronologicamente i momenti più significativi. Dal padre eredita l'amore per la musica popolare siciliana. Dal 1976 al 1985 fa parte dell'ensemble C.T.P.S. con Orazio Corsaro. Quasi un decennio in giro per l’Italia ed altri paesi europei.

Nel 1990 nasce la Johnny Bellebambine BluesBand, formazione di otto elementi nella quale trova sfogo il suo entusiasmo per la musica nera; ne sanno qualcosa i tanti nottambuli frequentatori dei pubs e dei vari festival Jazz e Blues siciliani e calabresi.

Nel 1994 entra a far parte del primo cast di Jesus Christ Superstar, diretto da Dino Scuderi, riscuotendo un successo riportato dai media con un certo clamore, tanto che nel '97 è chiamato a far parte del cast dei musici in Le memorie di Adriano, per la regia di Maurizio Scaparro in scena a "Taoarte" e nei maggiori teatri italiani, con Giorgio Albertazzi.

Ancora nel '94 incontra il comune amico Joe Coco (cantautore americano) con cui inizia una collaborazione artistica, che continua ancora oggi.

Nel’95 forma il duo Fire & Soul con Cristiano Longobardo, (chitarrista di ottimi trascorsi), ai quali più avanti si unisce il compianto amico Pippo Mafali al basso.

Negli anni successivi prosegue nell’attività di musicista alternandola con la professione di insegnante, partecipando attivamente alla divulgazione della cultura musicale all’interno della scuola. Ricordo che nel 2006 ha proposto (con la collaborazione del sottoscritto) il progetto per le scuole “Riflessioni sul Jazz-Blues”, con concerti e dibattiti sull’argomento.

Per il regista Francesco Calogero in “Progetti per la scuola”, scrive le colonne sonore per i due film (trasmessi dalla RAI) vincitori per due volte consecutive del premio “Festival Cinematografico Scolastico di Fano” e del premio “Festival Cinematografico Scolastico di Milano”. Sempre con progetti musicali sono vincitori assieme del concorso G.E.F. Festival di Sanremo e del Musica Festival di Rimini.

Angelo, il tuo è un vissuto molto ampio ed interessante. So che sei arrivato al Blues attraversando i momenti musicali paralleli alla tua vita. Come mai ad un certo punto hai scelto di seguire la black music?

In realtà la mia profonda passione è stata sempre la musica nera, infatti nel mio repertorio trovi artisti come Ray Charles, Otis Redding, James Brown, John Lee Hooker, Muddy Waters, etc. Nella vita si presentano occasioni che ti portano a conoscere altre realtà, per cui in quei momenti si intraprendono anche vie diverse, dalla musica etnica, al musical ed al teatro, ciò che ho fatto. Però, alla fine vuoi tornare nella tua casa, nel tuo rifugio, e cantare il Blues mi da quella sensazione di appagamento da farmi star bene dentro. In questi anni di attività in pubs e festivals, si rafforza l'idea che è il momento di incidere il mio primo lavoro in cui cerco di mettere in evidenza le mie qualità artisticheò. Nasce così il CD The Hidden Bridge che promuovo in giro per l’Italia, ottenendo consensi di pubblico e critica. Alcune radio nazionali e internazionali lo hanno inserito stabilmente nelle loro programmazioni (U.S.A., Argentina, Danimarca, U.K., Olanda, Australia.). “The Hidden Bridge” è stato presentato anche ai critici della Caravan Music di Worlington, in Inghilterra, che hanno recensito i brani con parole di elogio tanto per le qualità vocali quanto per le composizioni originali. Nel 2003 termino di registrare Shadows Of Blues, il secondo disco, con valenti jazzisti siciliani come: Pippo Mafali, Antonio Ferlito, Orazio Maugeri, Carmelo Travia ed altri. I brani scelti sono ballate da crooners o shuffle swinganti che percorrono quella terra di frontiera che gli americani chiamano “the Blues side of Jazz”

Da qualche anno vivi al nord, nel Bergamasco. Vuoi raccontarci di quella realtà musicale?

Nel 2007 sono ancora in viaggio per Bergamo. Qui conosco il batterista Simone Prandin, il bassista Federico Taiocchi, ed il chitarrista (anche lui messinese) Leandro Diana: insieme diamo vita alla blues band Angelo Morabito and Bluesmokers. Per qualche anno suoniamo in giro tra Bergamo e Milano, è piacevole, poi qualcosa si rompe… succede! Non so, ma la cosa triste che ho notato da queste parti è vedere musicisti di ottimo livello sprecati nelle tribute band, per qualche soldo in più e per appagare un pubblico abituato al ‘deja vu’dei loro preferiti. In sostanza qui la situazione non è migliore che al Sud, i locali ci sono, pagano poco e i gruppi son tanti, quindi, che fare? Decido intanto di pubblicare Shadows Of Blues in memoria del mio amico Pippo Mafali, riscuotendo critiche positive: qui c’è l’intero bagaglio musicale di Angelo Morabito, con i suoi quaranta anni di carriera sapientemente riversati in un album elegante e completo dedicato ai palati più fini. (recensione di Guitar Club, marzo 2013).

In questo anno avviene l’incontro con Roberto La Fauci (messinese trasferitosi a Brescia) musicista e arrangiatore raffinato. Decidiamo insieme di dar vita a un duo, avendo entrambi una grande passione per la musica Americana, dal blues alle ballad e al R&B. Da questa collaborazione, nasce l’idea di registrare dei brani che avevo tenuto in un cassetto per anni.

Complimenti per la canzone “The Blues Come Over Me” e per il bel videoclip che hai prodotto a Milano. Ci parli di come è nato e della sua realizzazione?

“The Blues Come OverMe” è il primo brano a cui ne seguiranno altri, per il prossimo anno. Io e Roberto abbiamo cercato, per l’arrangiamento, dei suoni che ricordassero il Rhythm and Blues d’epoca ma che allo stesso tempo avessero un piede nei giorni nostri. Per la realizzazione del video, ho conosciuto Jacopo Salvi, un giovane fotografo e video maker di talento, con il quale la sintonia e stata immediata. Partiti per Milano a realizzare gli esterni, abbiamo trascorso dei momenti divertenti in cui la gente si incuriosiva a guardare le nostre riprese. Infine, dopo altro lavoro effettuato in studio, ha portato a completamento il video.

Tu che sei abituato ad un approccio diretto con il pubblico, hai avuto difficoltà ad entrare nei panni del protagonista di un video?

Devo dire, nessuna difficoltà. Qui mi sono avvalso delle esperienze passate fatte in teatro e nei musical. Per il resto, la musica mi ha dato la spinta diretta e, come sono solito fare, mi sono abbandonato al mood del brano e tutto è risultato naturale.

Dal musicista “anziano” quale sei, che consiglio potrebbe giungere ai più giovani che intendono seguire in prima persona l’avventura musicale?

I miei consigli potrebbero risultare superati ai giovani, ma posso enunciare dei punti fermi: non discuto sulla formazione che, come è ovvio, è assolutamente necessaria; una buona culturale generale; una sana dose di modestia, e non mettersi in competizione con gli altri musicisti ma lavorare insieme. Per il resto… un buona dose di fortuna è d’obbligo!

Cosa intravedi nel tuo futuro artistico?

Negli ultimi anni, mi sono recato spesso in Inghilterra dove ho avuto contatti con musicisti di blues che mi hanno invitato per delle jam session: è stato elettrizzante!

Ad ottobre sono state organizzate due serate. Nella prima ci siamo ritrovati in un gruppo abbastanza numeroso, tutti con chitarra acustica, e io con l’armonica. Ognuno proponeva dei brani da suonare e siamo andati avanti cosi per ore. Noi ci siamo divertiti mentre il pubblico intorno apprezzava molto.

La seconda serata, organizzata al “Portland Arm” di St. Albans (con altri musicisti professionisti che già conoscevano il video The Blues Come Over Me ), sono stato presentato come cantante italiano di blues ospite della serata. C’erano musicisti di ottimo livello che conoscevano bene il Blues. Sono rimasto impressionato dalla loro accoglienza nel farmi sentire uno di loro. Alla fine della serata, visto il successo di pubblico, mi hanno proposto una serie di concerti da organizzarsi per la prossima primavera.Quindi per il momento continuerò ad incidere i miei lavori, e vedrò di approfondire meglio le opportunità che si presenteranno in Inghilterra. Mi pare niente male! The blues goes on!

Michele Lotta

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