Ventitreenne sfregiato al volto per una "guardata storta"

Ventitreenne sfregiato al volto per una “guardata storta”

Veronica Crocitti

Ventitreenne sfregiato al volto per una “guardata storta”

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lunedì 17 Febbraio 2014 - 09:10

I loro rapporti non erano mai stati idilliaci, sempre e continue discussioni che, venerdì sera, sono degenerate. Vittima dell'accoltellamento un ventitreenne messinese, il cui volto è stato sfregiato da un coetaneo. Centoventi punti di sutura.

Tutto ha avuto inizio da una “guardata storta”, il 14 febbraio, la notte di San Valentino. In quelle stesse ore in cui i ragazzi, gli innamorati, si scambiavano baci e parole affettuose, in via Don Blasco, dinnanzi ad un noto locale, la tragedia era dietro l’angolo.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, tutto si sarebbe svolto in poco tempo. Un ragazzo, un ventitreenne messinese, aveva appena trascorso la sua serata in discoteca e stava per avviarsi verso casa. Era seduto sul motorino quando l’aggressore si è avvicinato. Col coltello in mano, ha finto una sorta di abbraccio e gli ha sfigurato l’intero volto, probabilmente facendosi aiutare da un compare. La corsa all’Ospedale Papardo, il codice rosso, l’intervento chirurgico e quei 120 punti di sutura che segneranno per sempre quel viso giovane. Una scena raccapricciante quella che si sono trovati dinnanzi i testimoni, le cui dichiarazioni sono adesso al vaglio degli inquirenti.

In ospedale, invece, sono stati tanti gli amici della vittima che in questi giorni hanno fatto la fila per stargli vicino.
Qualcuno, a freddo, dirà poi che i rapporti tra i due non erano mai stati pacifici. “Non si sono mai potuti vedere”, commenterà qualcun altro. Eppure, dall’antipatia all’estrarre un coltello e sfregiare un coetano, il passo non è così breve.

Veronica Crocitti

6 commenti

  1. Questa è Messina. E non solo Messina. I ragazzini non vanno in discoteca per divertirsi, non più. Ma per sballarsi di tutto quello che possono trovare, dall’alcool alla coca. Un a persona ragionevole non arriverebbe mai a accoltellare un altro. Sono ragazzini già “assuefatti” alla violenza nei quali la “droga” elimina gli ultimi freni inibitori (ammesso che ne abbiano).
    E intanto depenalizzano lo spaccio, fanno la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti…..

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  2. Alessandro Grussu 17 Febbraio 2014 13:44

    La distinzione tra droghe leggere e pesanti è un fatto su cui esiste una vasta letteratura scientifica, che solo la sottocultura ottusa e bigotta di un Giovanardi poteva ignorare, con le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi tutti.

    Altrettanto noto e provato è che la cannabis e derivati hanno costi sociali di gran lunga inferiori a quelli dell’alcool, ma stranamente il secondo è legale, i primi no. I fumi dell’alcool e l’assunzione di coca stimolano l’aggressività, mentre la cannabis ha notoriamente un effetto tranquillante, tant’è che da più parti se ne chiede l’uso come analgesico naturale per i malati terminali – tempo fa ho letto una toccante lettera di un lettore dell’Espresso a questo proposito, costretta a comprare l'”erba” di nascosto per il padre malato di tumore che non può assumere altri farmaci per calmare il dolore causatogli dal suo stato.

    P.S. “Depenalizzano lo spaccio?” Da quale parte?

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  3. e di grazia da cosa evinci che erano/sono drogati (suppongo anche che riesci a capire se si fossero fatti uno spinello o una dose di eroina, all’incirca tanto è la stessa cosa)

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  4. Fosse soltanto che si sballano il danno sarebbe solo il loro, il problema che l’uso del coltello non è di un drogato ma di un delinquente!!! categoria di cui Messina è piena purtroppo. Quando si saprà il nome dell’aggressore sicuramente sarà localizzato nelle solite zone di Messina, che sono così non perché degradate ma perché purtroppo in quegli ambienti non si cambia, non si “cresce”, se no poi non “appartieni” e quindi non sei rispettato. Sono le assurde realtà amare degli ambienti malavitosi messinesi che purtroppo non si risolleveranno mai perché non è loro volontà una sorta di “pedigree”. Vds Cafon Street “Mimmo e Stellario” .

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  5. Non vorrei che spostando il discorso sulle droghe si tendesse a creare una sorta di attenuante al fatto.
    Uno di questi va buttato in cella e lasciato invecchiare là.
    Mi dispiacerebbe (e anche parecchio) che i miei soldi pagati in tasse venissero anche minimamente utilizzati per inutili spese processuali.

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  6. però uscire di casa per andare in discoteca armato di coltello già sei pronto per qualche azione,arriveremo ad uscire per divertirsi con il mitra?ma per favore,finiamola,purtroppo a MESSINA,se non esci di casa armato e ti fai vedere che sei uno FORTE E SENTITO non sei nessuno,in quegli ambienti dove devi far vedere che sei un duro,se no sei fuori,non puoi far parte dell’ambiente malavitoso messinese,sono realtà,purtroppo.

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