Arriva l'ecotassa per chi non raggiunge il 65% di differenziata, ad oggi Messina è sul 10%

Arriva l’ecotassa per chi non raggiunge il 65% di differenziata, ad oggi Messina è sul 10%

Francesca Stornante

Arriva l’ecotassa per chi non raggiunge il 65% di differenziata, ad oggi Messina è sul 10%

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venerdì 26 Febbraio 2016 - 00:02

L'Ars ha approvato l'introduzione dell'ecotassa, un tributo speciale che premierà i Comuni virtuosi e farà pagare di più chi continua con il vecchio sistema delle discariche. A Messina partirà presto il porta a porta, ma non basterà per raggiungere il tetto fissato dalla Regione. Un problema che tocca centinaia di comuni dell'isola. Messina aveva già vinto al Tar contro il balzello.

La Regione ci riprova. Dal 2017 i Comuni siciliani che non raggiungeranno il 65% di raccolta differenziata dovranno pagare di più. E’ la nuova ecotassa approvata dall’Ars e inserita nella finanziaria che Palazzo dei Normanni sta discutendo in queste settimane. Si tratta di un tributo speciale che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2017 e nasce con l’obiettivo di premiare i virtuosi e punire chi invece continua a portare avanti una gestione rifiuti vecchio stile. In pratica più rifiuti si portano in discarica, più sarà alta l’ecotassa che il Comune dovrà versare nelle casse della Regione. E naturalmente alla fine saranno i cittadini a dover pagare questo ulteriore balzello nelle già tartassate bollette della spazzatura.

In una tabella ci sono le varie fasce che stabiliscono quanto si pagherà per ogni kg di immondizia portata in discarica: Messina, con il suo attuale 10% di differenziata, si piazza al gradino più basso e dunque potrebbe ritrovarsi a dover sborsare la quota maggiore prevista dalla tassa. E’ vero che nel giro di poche settimane dovrà finalmente partire la raccolta porta a porta per 60 mila cittadini, ma pur volendo essere ottimisti si potrà chiudere l’anno con una differenziata che si potrà aggirare sul 25-30%. E sottolineiamo che si tratta di una valutazione ottimistica. Quindi i messinesi che nell’ultimo anno hanno pagato una Tari da 45 milioni e che con cadenza regolare fanno i conti con emergenze e disservizi si potrebbero anche trovare a costretti a pagare l’ecotassa.

Il caso messinese però non è isolato, anzi a detenere questo record negativo è l’intera regione. La Sicilia è l’ultima in Italia per raccolta differenziata pro-capite, il 93% dei rifiuti viene ancora smaltito in discarica, a fronte di una media nazionale del 37% e le città capoluogo sono tutte sotto il tetto del 15%. Quindi saranno puniti praticamente tutti.

La norma prevede che per i primi tre anni ci sarà uno sconto del 30 per cento del tributo per quei comuni che realizzeranno un incremento annuo di almeno il 10 per cento di raccolta differenziata. Decurtazione che diventerà del 40 per cento se l’incremento registrato dovesse salire al 15 per cento. Messina potrebbe beneficiare di questa decurtazione proprio perché il porta a porta che partirà adeso dovrebbe dare una spinta importante. E’ però ovvio che per raggiungere quel 65% ci vorranno anni. Il gettito dell'ecotassa andrà a incrementare un apposito fondo che sarà destinato ad attività finalizzate alla riduzione della produzione di rifiuti e all'incentivazione della raccolta differenziata. A beneficiare di questi contributi però saranno solo i comuni che hanno usufruito della tariffa nella misura minima. Per Messina non ci sarà niente per chissà quanto tempo.

Una norma che penalizzerà centinaia di Comuni, siglata da una Regione che sul fronte dei rifiuti è sempre in stallo. La Sicilia non è infatti ancora riuscita a farsi approvare il Piano regionale dei Rifiuti, non ha attuato la legge regionale 9 del 2010 che avrebbe dovuto rivoluzionare il sistema rifiuti a partire dalla liquidazione degli Ato e che, tra le tante cose, avrebbe dovuto sancire la nascita delle Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (S.R.R.), la modifica del sistema di competenze in materia di rifiuti, le nuove regole in tema di raccolta differenziata e di disciplina dei rifiuti speciali, la regolamentazione delle ordinanze sindacali in tema d’urgenza. Ad oggi di tutto questo non si è concretizzato nulla. Il percorso è appena iniziato e adesso per molti amministratori il timore più grande è di beccare una nuova mazzata proprio in questa fase di decollo verso nuovi sistemi di gestione, soprattutto l’avvio del porta a porta che è realtà da più o meno un anno in diverse realtà siciliane.

A Palazzo Zanca ovviamente la notizia dell’ecotassa ha fatto sobbalzare l’assessore Daniele Ialacqua che appena pochi mesi fa era riuscito a bloccare il primo tentativo della Regione di applicazione della norma all’interno dell’ennesima ordinanza speciale emanata per garantire tutto il ciclo rifiuti. L’amministrazione messinese aveva impugnato quella parte di ordinanza trascinando la Regione di fronte al Tar, poiché era stato ritenuto impensabile che fosse proprio la Regione, prima colpevole di questa condizione, a bacchettare i Comuni e a tassarli per inadempienze che hanno radici molto più profonde. Il Tar aveva dato ragione a Messina e così l’ecotassa per il 2015 era stata sospesa. A Palermo però evidentemente si vuole proseguire su questa strada ed ecco dunque che rispunta questo tributo speciale in finanziaria. Anche oggi però per l’assessore Ialacqua le cose sono esattamente le stesse: “E’ giusto il principio di punire i poco virtuosi, tanto che già i Comuni pagano una tassa nazionale, credo che però sia sbagliato nel momento in cui è proprio la Regione a non aver messo i Comuni nelle condizioni di poter avviare prima questo sistema. Oltre alla mancata attuazione della liegge 9, o il pasticcio con il Piano rifiuti, basterebbe citare i ritardi nei finanziamenti destinati ai Comuni per avviare la differenziata” dice Ialacqua ricordando che per esempio a Messina il finanziamento adesso ottenuto per il porta a porta è rimasto fermo per quasi 5 anni. “A che serve e a chi serve? Solo per far vedere a livello nazionale che puniscono i meno virtuosi? E proprio nel momento in cui tante realtà, come Messina, sono pronte a partire con progetti concreti? chiede l’assessore.

“Ma si rendono conto i deputati regionali di cosa hanno votato? Ringraziamo la Regione per averci aiutato ad ottenere il finanziamento del progetto per la raccolta differenziata porta a porta a Messina – conclude l'assessore all'Ambiente – ma con l'approvazione dell'art. 35 c'è il serio rischio che dovremo restituire il finanziamento con gli interessi. Ci auguriamo pertanto che la Regione torni sui suoi passi oppure saremo costretti ad avversare la legge così come abbiamo fatto contro l'ordinanza regionale della scorsa estate, che prevedeva un provvedimento simile all'art.35”.

Ialacqua valuterà insieme ai legali di Palazzo Zanca se percorrere la stessa strada fatta a luglio e dunque decidere di impugnare di fronte al Tar anche questo articolo della finanziaria regionale. Al momento di certo c’è che per i messinesi, dal prossimo anno, si aggiunge anche l’ecotassa. Come se non bastasse già tutto il resto e in un contesto generale poco edificante, visti gli scenari di cassonetti e spazzatura che purtroppo sono molto spesso sotto gli tutti.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Questa è bella. Incapacità su incapacità. Da un lato ritardano con i finanziamenti, dall’altro lato (Comune di Messina) anni di inefficienza ammnistrativa, anni dove si è pensato solamente a…se stessi ed agli amici..
    Pagella Regione e Comune: voto -7 (un disastro).

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  2. Questa è bella. Incapacità su incapacità. Da un lato ritardano con i finanziamenti, dall’altro lato (Comune di Messina) anni di inefficienza ammnistrativa, anni dove si è pensato solamente a…se stessi ed agli amici..
    Pagella Regione e Comune: voto -7 (un disastro).

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