Bimbo rumeno comprato: spunta la dichiarazione di nascita di un figlio inesistente. I NOMI

Bimbo rumeno comprato: spunta la dichiarazione di nascita di un figlio inesistente. I NOMI

Veronica Crocitti

Bimbo rumeno comprato: spunta la dichiarazione di nascita di un figlio inesistente. I NOMI

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martedì 12 Maggio 2015 - 05:36

Sono in tutto 7 le persone accusate di aver dichiarato falsamente la nascita di Carmelo Luca Conti Nibali, i cui documenti sarebbero serviti per "introdurre" il bimbo comprato dalla coppia originaria di Castell'Umberto. Ulteriori dettagli dopo le 10.

Erano tanti gli elementi che non quadravano quel 24 febbraio, quando nella provincia di Messina scoppiò il caso del bimbo rumeno di 8 anni “comprato” da una coppia originaria di Castell’Umberto, il cui desiderio di avere un figlio era stato talmente forte da spingere i due a rivolgersi a pregiudicati tortoriciani e pagare più di 30 mila euro di acconto.

Per diversi giorni, i militari del Nucleo Investigativo ai comandi del maggiore Boracchia, coordinati dalla DDA, avevano tenuto d’occhio tutti i movimenti della coppia Conti Nibali e degli “intermediari” a cui si erano affidati per portare a termine la missione, seguendoli passo passo nel viaggio dai Nebrodi fino in Romania. Quella mattina, a finire in stato di fermo con l’accusa di riduzione di schiavitù erano stati in 8.

Durante le indagini, i carabinieri scavarono a lungo nel passato dei coniugi Calogero e Lorella Maria Conti Nibali che da tempo avevano abbandonato Castell’Umberto per trasferirsi in Svizzera. Loro, già genitori di una ragazza con gravi disabilità e reduci di diversi aborti, non riuscivano a rassegnarsi al fatto di non avere un altro figlio. Avrebbero fatto di tutto per ottenerlo, anche mettere in piedi un piano studiato e sborsare migliaia e migliaia di euro.

Le indagini fecero ben presto emergere come, nel gennaio 2008, la coppia avesse già dichiarato la nascita di un fantomatico bambino a cui aveva dato le generalità di Carmelo Luca Conti Nibali. Un pargoletto in realtà inesistente che però, grazie a false dichiarazioni all’ufficiale dello Stato Civile del Comune di Castell’Umberto, compariva regolarmente all’anagrafe.

E’ bastato poco agli inquirenti per capire cosa fosse veramente successo e comprendere come tutto rientrasse nel piano “diabolico” messo in piedi dai due: trovare un figlio, chissà dove, farlo entrare in patria e dargli l’identità di Carmelo Luca Conti Nibali. Ma non avrebbero fatto tutto questo da soli. Ecco perché il Giudice per le Indagini Preliminari, Maria Militello, ha firmato altre 7 custodie cautelari a carico di persone accusate, in concorso, di riduzione in schiavitù, false attestazioni a Pubblico Ufficiale sulla identità personale, falsità materiale commessa a P.U. in atti pubblici, supposizione di stato di un fanciullo, millantato credito e violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso. (Veronica Crocitti)

LE MISURE CAUTELARI. A firmare le ordinanze di custodia cautelare è stato il Giudice per le Indagini Preliminari, Maria Militello. Finiscono ai domiciliari:

– Calogero Conti Nibali, nato a Castell’Umberto il 2 gennaio 1958, ritenuto responsabile in concorso dei reati di riduzione in schiavitù, reato tentato di false attestazioni a Pubblico Ufficiale sulla identità personale, falsità materiale commessa da P.U. in atti pubblici, supposizione di stato di un fanciullo e violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso;

– Lorella Maria Conti Nibali, nata a Lugano (Svizzera) il 21 luglio 1967, ritenuta responsabile in concorso dei reati di riduzione in schiavitù, reato tentato di false attestazioni a Pubblico Ufficiale sulla identità personale, falsità materiale commessa da P.U. in atti pubblici, supposizione di stato di un fanciullo e violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso;

– Bianca Capillo, nata a Messina l’1 gennaio 1959, ritenuta responsabile in concorso dei reati di riduzione in schiavitù, reato tentato di false attestazioni a Pubblico Ufficiale sulla identità personale, falsità materiale commessa da P.U. in atti pubblici, supposizione di stato di un fanciullo e millantato credito.

Obbligo di dimora nel Comune di residenza per:

– Aldo Galati Rando, nato a Tortorici (ME) il 02 agosto 1961, ritenuto responsabile in concorso del reato di violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso;

– Silvana Genovese, nata a Messina il 21 dicembre1966, ritenuta responsabile in concorso del reato di violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso; – Vincenzo Nibali, nato a Patti il 24 febbraio 1968, ritenuto responsabile, in concorso del reato di violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso;

– Maurizio Lucà, nato a Messina il 18 ottobre 1971, ritenuto responsabile, in concorso, dei reati di riduzione in schiavitù, reato tentato di false attestazioni a Pubblico Ufficiale sulla identità personale e falsità materiale commessa da P.U. in atti pubblici;

– Pietro Sparacino, nato a Messina il 20 novembre 1965, ritenuto responsabile, in concorso dei reati di riduzione in schiavitù, reato tentato di false attestazioni a Pubblico Ufficiale sulla identità personale e falsità materiale commessa da P.U. in atti pubblici;

– Sebastiano Russo, nato a Cardeto (RC) il 26 agosto 1974, ritenuto responsabile in concorso dei reati di riduzione in schiavitù, reato tentato di false attestazioni a Pubblico Ufficiale sulla identità personale e falsità materiale commessa da P.U. in atti pubblici.

(Ultimo aggiornamento ore 12.30)

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