“Far West” in zona sud a Messina, sei arresti dei Carabinieri

“Far West” in zona sud a Messina, sei arresti dei Carabinieri

Alessandra Serio

“Far West” in zona sud a Messina, sei arresti dei Carabinieri

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martedì 24 Aprile 2018 - 06:36

I Carabinieri hanno individuato gli autori della sparatoria a La Bottiglieria del 2014. Dietro c'era il gruppo che gestiva il mercato della droga tra Santa Lucia Sopra Contesse, Gazzi e Villaggio Aldisio.

Sono accusati a vario titolo di estorsione, minacce, porto abusivo d’armi, spaccio di droga e ricettazione le sei persone arrestate all’alba dai Carabinieri.

In carcere sono andati Maurizio Calabrò, 39 anni, Santino Calabrò (45), Giuseppe Giacoppo (44), Alessandro La Boccetta (37).

Erano già dietro in cella e lì gli è stato notificato il provvedimento il 51enne Angelo Crisafi e Beniamino Cirillo, 29 anni.

L'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, guidata dal Procuratore Capo Maurizio De Lucia, ha consentito di fare luce su chi gestiva il mercato della droga a Santa Lucia sopra Contesse, dove a tirare le fila erano Crisafi, La Boccetta, Santino Calabrò e Cirillo, mentre Maurizio Calabrò e Giacoppo tiravano le fila dello spaccio tra il Villaggio Aldisio e Gazzi.

Il gruppo, che aveva la disponibilità di armi, non esitava a usarle nel caso in cui qualcuno dei clienti tardava a pagare.

Così, gli investigatori hanno scoperto che c'erano Calabrò e Giacoppo dietro la sparatoria del 21 novembre 2014 in via Consolare Valeria, dove in serata qualcuno ha aperto il fuoco a ripetizione contro la vetrina della bottiglieria La Spagnola, in quel momento affollatissima. Soltanto per fortuna nessuno è rimasto ferito.

Gli esami del Ris sui resti dei colpi rimasti sul posto hanno svelato che l'arma utilizzata era la stessa di quella adoperata il 24 febbraio precedente a Villaggio Aldisio, dove qualcuno aveva sparato alla porta di casa del pregiudicato Domenico Musolino.

In una occasione le cimici dell'Arma hanno intercettato una conversazione telefonica in cui Giacoppo si vantava di saper sparare molto bene, essendo quindi a dispozione nel caso in cui serviva punire chi avesse disturbato il rione con furti in abitazione.

Per la sparatoria alla bottiglieria l'accusa è di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

A tirare le fila degli accertamenti, mettendo nero su bianco la ricostruzione dei fatti poi sfociata nel blitz di oggi, sono stati i sostituti procuratore della Dda Liliana Todaro e Antonio Carchietti.

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