Truffe Inps a Patti, via agli interrogatori: parla l'avvocato Ricciardi

Truffe Inps a Patti, via agli interrogatori: parla l’avvocato Ricciardi

Alessandra Serio

Truffe Inps a Patti, via agli interrogatori: parla l’avvocato Ricciardi

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mercoledì 06 Dicembre 2017 - 15:21

Da oggi gli interrogatori di garanzia dei professionisti incastrati dai Carabinieri e dalla Finanza di Patti. L'avvocato di Brolo si difende. Le intercettazioni che la accusano.

Hanno preso il via stamani stesso gli interrogatori delle persone coinvolte nel blitz Pathology dei Carabinieri, accusati a vario titolo di far parte di una rete di soggetti che hanno truffato l’Inps ottenendo false invalidità, nella zona di Patti. Stamane il Gip Eugenio Aliquò si è recato in carcere a Gazzi per l’interrogatorio di garanzia dell’avvocata Anna Ricciardi, considerata a capo di uno dei due “gruppi”, insieme al compagno Francesco Piscitello, anche lui dietro le sbarre da ieri. Presente al faccia a faccia anche il Procuratore capo di Patti, Rosa Raffa.

La Ricciardi, difesa dall’avvocato Nino Favazzo, ha scelto di rispondere all’interrogatorio di garanzia, difendendosi e difendendo il proprio operato professionale. Il legale ha depositato una istanza di scarcerazione della sua assistita. Gli interrogatori andranno avanti nella giornata di oggi e quelle a seguire, e sempre oggi il Giudice per le indagini preliminari incontrerà il medico Piscitello.

Per gli investigatori, la coppia che condivideva il medesimo studio aveva messo a punto un vero e proprio modus operandi. In cambio di una percentuale su quanto avrebbe ottenuto il ricorrente in una causa giudiziale per la revisione dell’invalidità, o a chi voleva ottenere il riconoscimento dell’invalidità dell’Inps, permettevano di ottenere veri e propri certificati medici falsi o perizie compiacenti da parte dei professionisti.

A svelare tutto sono state le cimici ben piazzate, dal 2015, nello studio professionale della Ricciardi, all’epoca anche presidente del consiglio comunale di Brolo, e in quello dell’avvocata Notaro. Le due non sapevano che i loro telefoni erano sotto controllo, così come non potevano sospettare che altre cimici erano state collocate nei patronati con i quali collaboravano.

Alcune di queste conversazioni, secondo gli investigatori, sarebbero esemplificative più di altre.

Come alcune risalenti al 2015 appunto, quando la Ricciardi ha difficoltà a farsi pagare la parcella da una cliente seguita per il riconoscimento di una invalidità. La cliente lamenta che ha già pagato il legale, che all’Inps le hanno spiegato che il dovuto all’avvocato è già stato saldato, che il resto sarebbe stato un “regalo”, così come sempre all’istituto previdenziale le è stato piegato che alcune somme le sono dovute, che non ha bisogno di rivolgersi ad alcun legale per ottenerle. L’avvocato brolese insiste, sottolinea che ha sempre operato con professionalità e che è pronta a farle fattura, che il compenso le è dovuto legittimamente per l’attività prestata.

Ancora una volta la cliente cerca quindi di ribattere, ricordandole che è stata proprio il legale a portarla da un medico all’altro, che è stata il legale a farle certificare che “sono pazza”, le rinfaccia le certificazioni falsificate e cita a tale proposito una frase rivolta alle due durante una visita, dal medico che avrebbe dovuto redigere uno dei certificati in questioni: “ma siamo sicuri che questa paga? Non facciamo come l’altra che poi non ha pagato”. Alla Ricciardi che nega tutto e minaccia di andare in Procura, la cliente risponde rinfacciandole anche di averle chiesto il 50%.

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