Duro monito dell’associazione “Taormina obiettivo recupero”, presieduta dall’architetto Piero Arrigo, in seguito agli ultimi provvedimenti che riguardano le “torrette” del parco Giovanni Colonna Duca di Cesarò ed alla chiusura dei bagni

TAORMINA. E’ con "grande preoccupazione e profonda delusione" che l’associazione “Taormina obiettivo recupero”, presieduta dall’architetto Piero Arrigo, prende nota delle ulteriori recinzioni apposte alle “torrette” del parco Giovanni Colonna Duca di Cesarò, ed alla chiusura dei bagni, al fine, comprensibile, di tutelare i visitatori dal pericolo di crolli. "Ciò che non è comprensibile, né condivisibile – sostiene l'associazione – è come si sia potuti arrivare al punto di dover ridurre drasticamente la possibilità di fruizione del parco senza che per anni si sia evitato di intervenire per risanare le torrette da tempo, come da molti più volte segnalato, versanti in situazione critica". Nel dicembre 2016, tra l’altro, l'associazione ha consegnato al sindaco Eligio Giardina, presenti il presidente del Consiglio comunale, Antonio D’Aveni, ed il dirigente dell’Ufficio tecnico, Massimo Puglisi, una relazione descrittiva e fotografica dello stato di precarietà e pericolo in cui continuavano a versare le “beehives” costruite a fine Ottocento da Florence Trevelyan Cacciola. "Un pressante invito all’ Amministrazione a farsi urgentemente parte attiva e diligente, di concerto con la Soprintendenza per i Beni Culturali – spiega il presidente Arrigo – nella messa in opera di un vasto e completo piano di ristrutturazione e messa in sicurezza delle torrette, reso assolutamente necessario ed improcrastinabile visto l’alto livello di criticità e di pericolo di crollo". Il 29 dicembre scorso inoltre su richiesta del dirigente dell’Ufficio tecnico, l'ingegnere Puglisi (per l'inserimento nel Bilancio triennale) sono stati consegnati il Rilievo grafico della Torretta D (quella più pericolosa) e un nota approssimativa di interventi urgenti da fare sulla medesima. "Adesso – conclude l'associazione – si è arrivati a dover transennare le immaginifiche costruzioni concepite dalla benefattrice inglese per tutelare, giustamente, i visitatori. Quei pochi, oramai, che saranno invogliati a visitare un parco, un tempo gioiello di Taormina ed oggi reso sfregiato dall’incuria e dall’insipienza".