Nuova via don Blasco, il Comune vuole tutelarsi. Già al lavoro per limitare i ritardi

Nuova via don Blasco, il Comune vuole tutelarsi. Già al lavoro per limitare i ritardi

Marco Ipsale

Nuova via don Blasco, il Comune vuole tutelarsi. Già al lavoro per limitare i ritardi

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martedì 03 Maggio 2016 - 11:50

Si attende la circolare regionale di recepimento del decreto legislativo 50 ma l’impressione è che la gara andrà rifatta. I tempi potrebbero slittare di un mese o anche meno

Il piano B sta per diventare il piano A. La decisione definitiva verrà presa solo nel momento in cui sarà pubblicata la circolare regionale di recepimento del decreto legislativo numero 50 del 18 aprile 2016, ma il Comune è pessimista sulla possibilità di lasciare tutto così com’è. Il nuovo codice degli appalti decorre a partire dal 19 aprile e la gara per la nuova via don Blasco è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 22 aprile. Ci si attendeva un periodo transitorio ma la legge statale non lo prevede.

In attesa della circolare regionale, a Palazzo Zanca non si resta con le mani in mano. Il gruppo di lavoro che segue l’appalto della nuova via don Blasco ha già studiato come operare insieme all’Urega, l’Ufficio regionale per le gare d’appalto, e ieri si è svolta una riunione alla quale ha partecipato anche l’avvocatura, per un parere legale sulla questione.

“Probabilmente la Regione dirà che non ci saranno deroghe alla norma – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Sergio De Cola – e anche gli avvocati ci hanno detto che con una circolare non è possibile cambiare il contenuto di una legge statale. Da una parte l’aspettiamo, speriamo che arrivi anche oggi o domani, ma, contemporaneamente, siamo già al lavoro per limitare al massimo i danni, si è già visto cosa bisogna cambiare nella gara. Proveremo a ripubblicarla al più presto, tra meno di un mese”.

Cosa succederebbe, invece, se la Regione dovesse dare un periodo transitorio? “Siamo perplessi – conclude De Cola -, dovrebbe essere un atto che ci metta al riparo da eventuali ricorsi. Vogliamo esserne sicuri, altrimenti meglio perdere 20 o 30 giorni adesso e tutelarci piuttosto che esporci al rischio di contenziosi che ci farebbero perdere molto più tempo”.

(Marco Ipsale)

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