Sbarco 2 agosto, fermato carceriere aguzzino

Sbarco 2 agosto, fermato carceriere aguzzino

Alessandra Serio

Sbarco 2 agosto, fermato carceriere aguzzino

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sabato 06 Agosto 2016 - 22:20

La Squadra Mobile ha bloccato un eritreo di 28 anni accusato di torturare con incavi elettrici i migranti reclusi in Libia in attesa del viaggio della speranza.

Mohamed Tahr Gemin, 28 anni, è accusato di reati gravissimi. Secondo le autorità italiane e libiche, è un aguzzino che in madre patria, nelle carceri, torturava i reclusi con i cavi elettrici. Sbarcato a Messina il 2 agosto scorso, é stato rinchiuso a Gazzi ma il GIP Daniela Urbani lo ha scarcerato per improcedibilità. Tuttavia subito dopo il PM Aggiunto Giovannella Scaminaci e il sostituto Antonio Carchietti hanno emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto e l'eritreo è stato nuovamente bloccato.

L’uomo è arrivato al molo Marconi 5 giorni fa a bordo della nave della Marina Militare Italiana Vega, insieme a 720 migranti soccorsi in mare. A bordo della nave c’era anche il cadavere di un uomo morto per asfissia durante il viaggio dalle coste libiche. Le indagini effettuate dalla Squadra Mobile e i racconti resi dagli altri migranti soccorsi lo hanno indicano come carceriere nella struttura presso cui le persone in attesa d’imbarcarsi venivano rinchiuse e torturate.

Racconti che descrivono scene raccapriccianti: umiliazioni, le sevizie, percosse ed uso di scariche elettriche, messe in atto dall’uomo oggi sottoposto a fermo, nei confronti di tanti connazionali. Il periodo di permanenza in tale struttura detentiva sarebbe dipeso dal tempo durante il quale la somma pattuita per il viaggio verso l’Europa, circa 2.200 dollari, veniva resa ai carcerieri dai parenti dei migranti in attesa. Gli stessi migranti sono stati poi fatti imbarcare, ammassati su natanti di fortuna.

Tra coloro i quali sono stati costretti a scendere in stiva c’era anche l’uomo giunto cadavere a Messina. Gli accertamenti successivi allo sbarco ne hanno confermato che era giovanissimo, addirittura minorenne, e che è morto per asfissia.

In un primo momento il fermo emesso nell’immediatezza nei confronti del carceriere non era stato convalidato dal per mancanza della condizione di procedibilità della richiesta del Ministro della Giustizia per i delitti commessi in territorio libico. Ieri peró la richiesta è stata formalizzata dal Ministero ed è scattato il fermo.

Associazione a delinquere finalizzata al traffico di esseri umani, sequestro di persona aggravato e estorsione sono i reati contestati. Il ventottenne ha già confessato una parte delle atrocità commesse, negando quelle più raccapriccianti.

Alessandra Serio

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