Il caso Vullo approda in Parlamento. Interrogazione di Giulia Di Vita

Il caso Vullo approda in Parlamento. Interrogazione di Giulia Di Vita

Rosaria Brancato

Il caso Vullo approda in Parlamento. Interrogazione di Giulia Di Vita

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sabato 28 Ottobre 2017 - 05:20

La parlamentare ripercorre tutte le segnalazioni finora portate avanti da UilFpl e Anaao Assomed e chiede che venga fatta chiarezza sui titoli al momento dell'inserimento nell'albo della Regione Sicilia.

Il caso Vullo approda in Parlamento, all’attenzione del Presidente del Consiglio Gentiloni e dei ministri Lorenzin e Madia.

A presentare l’interrogazione parlamentare è Giulia Di Vita, deputata ex 5stelle attualmente al Gruppo Misto. Nel dicembre 2016 sono stati i grillini siciliani a presentare interrogazione a Crocetta e Gucciardi, rimasta senza risposta.

La Di Vita evidenzia come a chiedere chiarimenti sulla vicenda relativa ai requisiti dell’ex direttore generale del Papardo Michele Vullo (attualmente commissario straordinario del Policlinico) con una serie di note al ministro Lorenzin, all’Anac, alla Corte dei Conti ed alle procure di Messina e di Palermo, siano stati i sindacati Uil Fpl e Anaao-Assomed

Secondo le sigle sindacali- scrive la Di Vita ripercorrendo le tappe della questione- il manager non avrebbe mai posseduto i titoli previsti dalla legge per ricoprire l'incarico nel momento in cui gli è stato conferito. A insospettire le organizzazioni sindacali è stato il fatto che il manager nel 2011 partecipò al bando della regione Calabria per individuare i direttori generali delle Asp e delle aziende ospedaliere, ma risultò non ammesso per carenza di requisiti. Nel 2010 però lo stesso Vullo era stato inserito nell'elenco dei direttori amministrativi delle Asp della regione siciliana e nel 2012 in quello dei direttori generali, tanto che dall'estate 2014 viene nominato direttore generale del Papardo di Messina. A entrambe le selezioni (che richiedevano analoghi requisiti e sono state bandite ad un anno di distanza l'una dall'altra) sia quella calabrese che quella siciliana, Vullo ha presentato lo stesso curriculum”.

La parlamentare sottolinea come stando sempre alle denunce di UilFpl e Anaao Assomed nel 2010 Vullo non avesse ancora maturato i requisiti richiesti, poiché nel periodo compreso tra il 2002 ed il 2006, diversamente rispetto a quanto dichiarato nel curriculum e nell'istanza di partecipazione alla selezione per direttori generali, “non sembra abbia mai ricoperto in precedenza il ruolo dirigente di struttura complessa, ma quello di incarico con contratto di collaborazione continuativa (co.co.co.).in altri termini, quando partecipò al bando della regione siciliana per l'accesso all'elenco dei candidati alle direzioni sanitarie e ospedaliere, Vullo non aveva ancora maturato i requisiti richiesti. Il bando della regione siciliana (così come quello della regione Calabria) richiedeva almeno 5 anni di attività direzionale in qualità di dirigente di strutture complesse”.

La deputata nazionale ricorda infine come le due sigle sindacali abbiano più volte richiesto all’assessore regionale Gucciardi ed al presidente della Regione Crocetta la revoca dell’incarico di direttore generale del Papardo, nonché la sua cancellazione dall’albo regionale dei direttori amministrativi e direttori generali e l’ intervento dell'autorità giudiziaria. Sempre in seguito a questi esposti nel corso di quest’anno il caso finisce all’attenzione della Commissione antimafia dell’Ars che, dal mese di marzo ha poi ampliato il raggio di valutazione, in seguito alla disamina di un dettagliato documento di denuncia redatto da nove sigle sindacali (tra cui CIMO, Anaao Assomed, Cgil Medici Fp), ai criteri adottati e le procedure relative alle nomine dei manager siciliani della sanità. Dal caso Vullo la querelle sarebbe quindi diventata più ampia.

In seguito di un incontro tenutosi il 13 aprile 2017, appositamente concordato per l'approfondimento del tema, ho interessato della questione l'Autorità nazionale anticorruzione, richiedendo alla stessa un parere in merito ai contestati criteri adottati e le procedure relative alle nomine dei manager siciliani della sanità- prosegue Giulia Di Vita– il 30 giugno 2017 scadeva il mandato di ben nove direttori generali di Asp e ospedali siciliani. Per tali ragioni l'assessorato siciliano della salute avviava apposita procedura di nomina a commissario straordinario; questa fase è stata preceduta da una lunga battaglia di norme approvate all’Ars per bloccare eventuali colpi di mano del governo a ridosso delle elezioni regionali”

A fine giugno la giunta ha nominato i commissari straordinari delle Asp e delle aziende sanitarie e, dei 9 manager in scadenza di contratto, Michele Vullo è stato l'unico a non essere confermato dal governo regionale (al suo posto al Papardo è stata nominata Maria Letizia Di Liberti), ma è stato nominato commissario straordinario del Policlinico.

Anche su questa nomina UilFpl e Anaao-Assomed hanno presentato un nuovo esposto alle procure di Messina e Palermo e scritto all’assessore Gucciardi.

ad essere disatteso- si legge nell’interrogazione- da parte del manager secondo i sindacati sarebbe il disposto dell'articolo 3-bis, comma 3, della legge n. 502 del 1992, stante che Vullo anteriormente alla sua iscrizione all'albo regionale non risultava aver precedentemente, per almeno 5 anni, incarichi dirigenziali di tipo tecnico-amministrativo, in enti, aziende, strutture pubbliche o private, con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie;i sindacati, ribadendo che Michele Vullo ad oggi non sarebbe legittimato a rivestire incarico di commissario straordinario, chiedono, la revoca”.

La Di Vita evidenzia come sia stato possibile che, con analoghi bandi e curricula, mentre nel 2011 la commissione selezionatrice della Regione Calabria non ha ammesso Vullo (ritenendo che non avesse esperienza di direzione), appena un anno dopo la Regione Sicilia abbia preso una decisione opposta.

La parlamentare chiede quindi al Governo se nell’affidare i vari incarichi a Vullo siano stati rispettati i criteri di legge e se “non intenda assumere iniziative normative volte a rendere più stringente la disciplina dei requisiti per il conferimento degli incarichi di direttore amministrativo e di direttore generale delle strutture sanitarie pubbliche”.

In una nota firmata a fine settembre dall’assessore regionale Gucciardi, in risposta alle richieste di UilFpl e Anaao- Assomed in merito all’accertamento dei requisiti, l’esponente della giunta Crocetta nel ribadire che, avendo Vullo dal 2011 (in seguito all’inserimento nell’albo della Regione Sicilia) ricoperto l’incarico di direttore amministrativo del Policlinico e dal 2014 quello di DG del Papardo, non vi è alcun dubbio sull’effettiva titolarità. Sempre Gucciardi aggiunge poi che “nessuna verifica è stata effettuata rispetto a quanto dichiarato da Vullo sul suo incarico al Pausillipon di Napoli poiché i 5 anni richiesti sono ricoperti dall’assunzione dell’incarico al Policlinico in poi”.

I sindacati però hanno sempre evidenziato come il nocciolo della questione non stia negli anni successivi alla direzione del Policlinico, ma al fatto che proprio in virtù di un curriculum dichiarato non idoneo sotto il profilo dell’esperienza dirigenziale dalla Regione Calabria, Vullo sia stato invece inserito nell’albo siciliano.

Per UilFpl e Anaao Assomed insomma se si vuol far chiarezza la lancetta deve necessariamente essere spostata indietro.

Rosaria Brancato

Un commento

  1. Un’interrogazione piuttosto tardiva, mi sembra. Se i requisiti per ricoprire l’incarico non c’erano, vista la latitanza della Regione, l’interrogazione parlamentare andava fatta prima, molto prima.

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