Suolo pubblico, il Cga dà ragione ai commercianti su nuovi canoni e vecchie concessioni

Suolo pubblico, il Cga dà ragione ai commercianti su nuovi canoni e vecchie concessioni

Francesca Stornante

Suolo pubblico, il Cga dà ragione ai commercianti su nuovi canoni e vecchie concessioni

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mercoledì 21 Gennaio 2015 - 05:35

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha accolto l’appello proposto da alcuni commercianti per chiedere la sospensione del regolamento Cosap del Comune, nella parte in cui si contesta l’applicazione dei nuovi canoni introdotti nel 2011 anche alle concessioni che erano già state rilasciate negli anni precedenti.

Suolo pubblico, canoni alle stelle, proteste dei commercianti messinesi, tentativi di dialogo e mediazione. A Palazzo Zanca ormai da mesi si consuma una guerra di nervi tra commercianti che da un giorno all’altro si sono ritrovati con tariffe triplicate e richieste di pagamento che in qualche caso toccano i 100 mila euro per saldare il periodo che va dal 2012 ad oggi e un’amministrazione comunale che è rimasta impantanata e in un anno e mezzo non è riuscita a fare un passo in avanti. La pietra dello scandalo è l’ormai famoso regolamento Cosap varato nel 2011 dall’allora assessore al Patrimonio Franco Mondello con il via libera del vecchio Consiglio comunale.

Da mesi però la battaglia si combatte anche nelle aule dei tribunali e per i commercianti è arrivata una schiarita. Lo scorso 14 gennaio, infatti, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha accolto l’appello proposto da alcuni commercianti che nei mesi scorsi si erano presentati davanti al Tar di Catania assistiti dall’avvocato Santi Delia per chiedere la sospensione del regolamento Cosap del Comune, difeso dall'avvocato Gregorio Falzea. Il Tar aveva respinto il ricorso, il Cga ha invece deciso di accogliere l’appello, rinviando tutto all'udienza di merito che definirà la questione, dando di fatto ragione ai commercianti nella parte in cui si contesta l’applicazione dei nuovi canoni introdotti nel 2011 anche alle concessioni che erano già state rilasciate negli anni precedenti, causando quindi un aumento spropositato del canone che il Comune ha richiesto solo pochi mesi fa anche per il biennio 2012/2013.

Il Cga, accogliendo la tesi sostenuta in appello dai commercianti patrocinati dall'avvocato Giacomo Ferrari, ha evidenziato che i ricorrenti hanno dedotto questioni “concernenti profili procedimentali e di congruità delle nuove tariffe” ed ha ritenuto che i relativi interessi possono essere meglio tutelati con la definizione anticipata del merito, accogliendo cosi l’istanza cautelare.

Il ricorso di primo grado, come ricorda l'avvocato Delia, denunciava le palesi incongruenze che caratterizzano il regolamento: “Oggi il canone previsto per l’occupazione del suolo pubblico non è solo sostanzialmente triplicato ma è assolutamente sproporzionato rispetto a quello applicato in altre provincie siciliane, come Catania, dove per 100 mq sono sufficienti € 6000 o Agrigento dove ne bastano appena 4500 e invece a Messina un commerciante per la medesima metratura deve sborsare € 30000. Tutti questi dati sono stati elaborati all'esito di un duro lavoro reso possibile grazie a tuti i miei colleghi di studio coordinati dall’avvocato Rosario Cannata”.

A questo punto per gli avvocati “la palla deve necessariamente passare per le mani dell’Amministrazione che deve assumere una decisione chiara che tenga conto veramente delle esigenze di tanti commercianti i quali non soltanto devono subire le pesanti ripercussioni di una crisi economica che non sembra avere fine, ma devono anche combattere contro decisioni assolutamente illogiche e fuori dalla realtà”.

Amministrazione che però in questo momento non sa neanche in quali mani mettere la patata bollente. Dopo l’addio di Filippo Cucinotta che aveva ereditato la pesante delega al Patrimonio dal vicesindaco Guido Signorino, l’assessorato è rimasto senza una guida e anche quella proposta di nuovo regolamento che Cucinotta aveva pensato di portare avanti si è inevitabilmente arenata. A Palazzo Zanca quella dell’occupazione suolo pubblico è stata una battaglia portata avanti dal consigliere comunale Daniele Zuccarello che ormai da un anno insegue i colleghi in aula e gli amministratori per riuscire a sbloccare una situazione che poco prima di Natale aveva regalato a molti esercenti le ordinanze di chiusura delle attività proprio a causa del mancato saldo del pregresso. Il pronunciamento del Cga avvalora le ragioni portate avanti in questi mesi dal consigliere che nel gennaio 2014 presentava un pacchetto di delibere per andare incontro alle tante imprese messinesi che in questi ultimi tre anni hanno sofferto per quei canoni troppo alti e per alcuni passaggi dei regolamenti che intrappolano l’attività imprenditoriale nelle maglie della burocrazia. Un modo per aiutare le aziende in un momento di crisi e difficoltà generale, ma anche per garantire al Comune più entrate di quelle che si registrano attualmente. Un anno dopo quelle delibere giacciono ancora in Consiglio comunale e chissà se vedranno mai la luce. Di certo in questa direzione adesso c’è l’ordinanza del Cga che parla chiaro.

Probabilmente sarà la volta buona per mettere attorno a un tavolo commercianti, associazioni di categoria e amministrazione, con in testa sicuramente Confcommercio e Fipe che da mesi provano a far comprendere le ragioni di un settore che così rischia di morire, e scegliere insieme la strada che allo stesso tempo possa tutelare commercio, occupazione e interesse pubblico.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Bisognerebbe diminuire i canoni, per incoraggiare queste attività che costituiscono un aspetto gradevole della città. Contemporaneamente si dovrebbe combattere l’abusivismo e lo straripare oltre gli spazi concessi( a volte anche occupando scivoli per disabili); i vigili, o non passano, o passano e non vedono

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  2. Bisognerebbe diminuire i canoni, per incoraggiare queste attività che costituiscono un aspetto gradevole della città. Contemporaneamente si dovrebbe combattere l’abusivismo e lo straripare oltre gli spazi concessi( a volte anche occupando scivoli per disabili); i vigili, o non passano, o passano e non vedono

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