Antonino Marino: "A proposito di.....Cavalleria...."

Antonino Marino: “A proposito di…..Cavalleria….”

Antonino Marino: “A proposito di…..Cavalleria….”

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domenica 07 Gennaio 2018 - 07:34

Da un lettore di Tempostretto riceviamo e pubblichiamo la seguente riflessione

A proposito di…”Cavalleria”. No, ma che avete capito? La “Rusticana” del grande Pietro Mascagni, non c’entra nulla. Quella è un’Opera Lirica nella quale s’intrecciano matrimoni promessi, corna, e una “zoc-comare” di nome Lola, antesignana delle moderne sfasciafamiglie Rodriguez. Chiudo la prolusione sulla Cavalleria Rusticana, altrimenti, essendo un patito della Musica Lirica, finisce che intono la “ O Lola chai di latti la camisa, si bianca e russa comu a na cirasa….”. L’argomento di cui voglio parlare è la “cavalleria”, intesa come signorilità nei comportamenti, specie nelle occasioni in cui l’uomo si accompagna a una signora. Ai miei tempi – anni 50- gli uomini erano assai più rispettosi e galanti nei confronti delle donne. L’altra sera insieme a tre amici (330primavere in quattro, mica da ridere) al ristorante, accanto al nostro tavolo ha preso posto una bella coppia di trentenni, che in attesa della prima portata, si scambiavano coccole e languide carezze. A cena ultimata lui ha chiesto il conto e quando il cameriere è tornato con la Nota, ha portato la mano sinistra verso, l’interno della giacca come per estrarre il portafoglio, ma la ragazza l’ha fermato e messo velocemente una banconota da 50 sul piattino e l’”uomo(?)” non ha avuto alcuna reazione. Noi ci siamo guardati e rivolto il pensiero alla ormai famosa frase scandita dal nostro amico coetaneo giornalista Emilio Fede, che in una tale circostanza l’avrebbe sparata verso il mezzo uomo: “Che figura di…..”. Ai miei tempi, il conto lo pagavano sempre gli uomini, porgevano il braccio e aspettavano che la donna varcasse la soglia del portone di casa prima di andare via. Una serie di piccoli gesti galanti che le donne apprezzavano e non ritenevano che riceverle le rendesse inferiori al cosiddetto “sesso forte”. Oggi purtroppo la galanteria verso la donna, è giudicata dalle giovani generazioni superflua quando non ridicola. Aprire la portiera dell’auto, introdursi all’interno di un locale prima della donna e poi cederle il passo all’uscita; oppure aspettarla fuori dall’auto sotto casa, sono atteggiamenti che non intaccano la cosiddetta “virilità° e le donne non dovrebbero sentirsi sminuite davanti a chi – fidanzato, marito o compagno – le tratta come fossero principesse. Ecco, sarebbe il caso di riesumare certe regole riguardanti il rapporto uomo-donna perché il bon-ton e la galanteria verso le donne non possono essere cancellate dalla “modernizzazione” e la tanto decantata parità. La gentilezza e il rispetto nei confronti della donna dovrebbe accompagnare ogni occasione nel cosiddetto sociale e non tramontare mai. A questo punto qualche lettore sospetterà essere la mia posizione nei confronti delle donne un tantino partigiana. Ebbene sì, lo confesso: al mondo delle donne io e mia moglie in piena e totale sinergia, abbiamo dato un piccolo contributo, arricchendolo con tre “splendide” (ogni scarafone è bello a mamma soia) ragazze. Purtroppo, ahinoi, quanto al rispetto, succede la stessa cosa nel rapporto tra giovani e uomini anziani. Certo, parliamo di tutt’altra problematica, insita nella galanteria verso le donne e dunque considerarla a ragione, l’altra faccia della medaglia perché pur sempre di rispetto si tratta anche se di altra natura. Capita di assistere a episodi sconcertanti ed esecrabili, come quello cui ho assistito qualche tempo fa sul tram, che mi ha lasciato perplesso. Davanti a una signora cinquantenne dal fisico appesantito che soffriva visibilmente a stare in posizione retta, un gruppo di giovinetti sui 15 o giù di lì continuavano a sghignazzare sdraiati sui sedili, laddove ai miei tempi – lo dico senza enfasi – avremmo fatto la gara a chi per primo le avrebbe ceduto il posto. Per non parlare poi del giovane in macchina che mentre sorpassa, ti lancia l’offensivo “Ma statti a casa”, dimentico del fatto che l’anziano, ha il dovere di comportarsi in maniera compatibile con il proprio stato fisico e la prontezza di riflessi che – va da sé – non può essere quella di un giovane, allo scopo di salvaguardare la propria vita e quella degli altri. I giovani che disprezzano i vecchi, forse pensano che la giovinezza sia una pagina eterna della vita, laddove invece dovrebbero comprendere che si tratta di un capitolo dell’esistenza terrena con naturale e irrevocabile scadenza. A costoro voglio ricordare quel passo della Sacra Bibbia che così recita: “ Figlio soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente anche se perde il senso e non disprezzarlo mentre tu sei nel pieno vigore. …………Nel giorno della tribolazione Dio si ricorderà di te”. Quanto al “gentil sesso” e per tornare al tema principale, condivido quanto affermato da Rousseau, ovverosia che: ”Vale molto di più avere la costante attenzione degli uomini, che la loro occasionale ammirazione”. E ancora: ” Quando si scrive delle donne, bisogna intingere la penna nell’arcobaleno e asciugare la pagina con la polvere delle ali delle farfalle”. Bellissimo pensiero di Denis Diderot.

Antonino Marino

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