Antonino Marino: "A proposito dell'idea di Salvini di abolire la legge Merlin"

Antonino Marino: “A proposito dell’idea di Salvini di abolire la legge Merlin”

Antonino Marino: “A proposito dell’idea di Salvini di abolire la legge Merlin”

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domenica 18 Febbraio 2018 - 06:19

"In campagna elettorale si sprecano gli annunci e mi ha colpito quello di Salvini", così scrive un lettore di Tempostretto, Antonino Marino

Ai miei beati tempi, i primi tre momenti della vita, ovvero l’infanzia l’adolescenza e la giovinezza, avevano l’indelebile timbro B.C.b , acronimi di: Battesimo – Cresima – Bordello. Erano i tempi in cui nell’ambito finanziario di piccolo cabotaggio vigeva il termine “scadenza” per riferirsi unicamente alla Cambiale. Le Finanziarie che anticipano soldi a tutti erano ancora di là da venire e chi non disponeva di liquidità poteva accedere all’acquisto di un bene, quale il frigo, il televisore o la cucina con quattro fornelli ( e anche il forno, s’intende) firmando una serie di “cambiali” che alla scadenza dovevano essere pagate, sennò poi l’’’effetto” (così si chiamava tecnicamente) avrebbe generato una serie di “effetti” complicati. Dunque, la parola “scadenza” sottende un fatto che nella norma deve avvenire ad una certa data e oggi, sei fregato – salvo rare eccezioni – se hai un impegno con la pubblica amministrazione o con la vituperata Agenzia delle Entrate. Nel privato invece esiste una marea di espedienti per sottrarsi a certi obblighi. Torno dunque al tema “scadenze”, perché tra le tante, la più importante – o quelle che coinvolgono maggiormente il popolo – sono quelle Elettorali. E se si tratta di quelle Politiche come quella prossime del 4 marzo, succede che tra i vari rappresentanti della Politica c’è la gara a chi la spara più grossa. Si tratta di virtuali firme su “cambiali” senza scadenza che poi a Elezioni concluse ciascun firmatario, ci dirà che si sta occupando di cose molto più importanti e che comunque la colpa è degli altri ossia di quelli che fanno opposizione e che quella “cambiale” virtualmente firmata prima delle Elezioni non può pagarla. E di promesse, grazie a Dio, di questi tempi ne stiamo sentendo un’infinità. Alcune fanno sorridere e lasciano il tempo che trovano, ma tra le tante mi ha incuriosito la “cambiale” che vorrebbe firmare Matteo Salvini il quale, prevedendo di potere vincere con la Lega e il gruppo di C.D. le prossime elezioni ha strombazzato che abolirà la famosa Legge Merlin. Parliamo di prostituzione femminile e dunque per esteso, di “Case del piacere” “Tolleranza” o più volgarmente di “Bordelli”. Superfluo qui ripetere il solito ritornello e cioè che trattasi del mestiere più antico del mondo, anche se nel tempo tale affermazione atavica è stata contestata, perché – sostengono gli esperti – “ll concetto di prostituzione e quindi economico, ne implicherebbe un secondo, che all’uomo primitivo era sconosciuto e cioè quello culturale”. Vabbè, può darsi che sia vero ma resta il dato che sulla “antichità” del fenomeno ci sono state comunque delle dispute e tra le tante ha fatto sorridere quella pronunciata da Ronald Reagan Presidente degli U.S.A negli anni 90. Eccola: “La politica è stata definita la SECONDA più antica professione del mondo. Certe volte trovo che assomigli molto alla PRIMA”. Vabbè, torniamo al nostro Salvini, che qualcuno del fronte opposto ha definito, esagerando, “demiurgo d’accatto” e al suo proclama di volere cancellare oltre che la Legge Fornero (intenzione sacrosanta) anche la “Merlin” entrata in vigore il 20 febbraio del 1958. Ecco, a parere di tanti, quella Legge avrebbe liberato dalla schiavitù una marea di donne, dimenticando intanto che le signorine che operavano nelle case chiuse, venivano sottoposte a controlli sanitari periodici e, secondo il nostro Matteo Salvini, avere chiuso le “case” non è servito ad eliminare il fenomeno, con tutti i gli aspetti connessi, quali lo sfruttamento e anche di avere generato la libertà di esercitare il mercimonio in ogni dove e particolarmente lungo le strade delle periferie delle grandi città, in spregio ad ogni logica di rispetto delle persone e degli ambienti, con particolari gravissimi rischi di natura igienico-sanitaria. Ma il punto sul quale il Salvini insiste – e provate a dargli torto – sono i dati economici sconvolgenti che riguardano l’ attività. Secondo attendibili statistiche, la prostituzione in Italia produce un giro d’affari di novantamilioni di euro, ovviamente esentasse, ed è esercitata da 120mila operatrici provenienti dai paesi europei con maggioranza di nigeriane, e un’accertata presenza di minorenni pari al 40% rispetto al totale. A Matteo Salvini, dei cui eloqui (come per tutti gli aspiranti “governatori “) va fatta la dovuta cernita per distinguere le cose serie dalle fesserie bisogna dare atto che dal punto di vista della tassazione degli utili derivanti dall’attività la sua affermazione non fa una piega perché questo esercito di prostitute che opera sul territorio nazionale, “offre” la prestazione a novemilioni (numero attribuito per difetto) di italiani. Che se poi per caso qualcuno di noi maschietti viene intervistato sul tema, con la domanda finale: “Ma lei è stato mai con una prostituta” tutti, o quasi tutti, rispondiamo con un risentito e scandalizzato “Ma sta scherzando?" In passato il problema prostituzione è stato oggetto di estemporanee proposte di referendum o modifiche, tutte finite in letargo dentro qualche cassetto della Commissione parlamentare, senza contare che la Suprema Corte di Cassazione con sentenza dell’1-10-2010 ha affermato essere la PROSTITUZIONE, attività lecita, soggetta a tassazione e dunque la “cambiale” che il nostro Salvini promette di volere pagare se il prossimo 4 novembre andrà al Governo – almeno per l’aspetto fiscale – deve essere valutato un assioma. A proposito del tema, non va sottaciuto – per amore di verità – che la gioventù moderna si è adattata alle esigenze e più spontanee esperienze sessuali (niente a che fare con la prostituzione) mediante l’uso di protezione bilaterale. Quanto invece alle esigenze degli “anta”, basta aprire un qualsiasi quotidiano e in ultima trovi i cosiddetti A.A.A. o, in alternativa nelle grandi città – non a Casalpusterlengo, ma non è detto – basta entrare in un Centro massaggi – più facile in quelli gestiti da cinesi – e ti trovi un autentico solare bordello. E se poi la vuoi fare più, “in” vai su internet e trovi anche il “servizio a domicilio”. Insomma – per non farla lunga – oggigiorno chi cerca un luogo per fare sesso ha solo il problema della scelta – con portafoglio ben fornito ovviamente -. Attenzione però, a non fare la fine dell’asino di Buridano, che affamato e assetato, messo in mezzo a mucchi di fieno e secchi d’acqua restò indeciso nella scelta fino ad accasciarsi per l’ultimo respiro. Pensiero finale: può essere pure non si tratti del mestiere più antico del mondo; resta la certezza che avrà clienti e fornitori in “saecula saeculorum”. Amen.

Antonino Marino

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