Ex Province, tornano le elezioni dirette: si vota entro il 28 febbraio 2018

Ex Province, tornano le elezioni dirette: si vota entro il 28 febbraio 2018

Rosaria Brancato

Ex Province, tornano le elezioni dirette: si vota entro il 28 febbraio 2018

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mercoledì 12 Luglio 2017 - 05:33

Archiviata definitivamente la riforma-barzelletta. L'Ars nelle prossime settimane voterà sul ritorno alle elezioni dirette per sindaco metropolitano e consiglieri (ridotti però del 30%)

La riforma delle ex Province, detta anche “Crocetta-Giletti”, quella annunciata nella primavera del 2013 in diretta a L’Arena dal governatore e mai in fondo diventata realtà, finisce definitivamente nel cassetto.

Più che una riforma era diventata una sorta di “mostro a più teste”, modificata decine di volte, stravolta nello spirito e nei dettagli, finita oggetto di più impugnative del governo nazionale ed infine bocciata con il Referendum del 5 dicembre.

Da mesi era chiaro che il flop della riforma avrebbe comportato un ritorno all’elezione diretta dal momento che l’unico effetto finora è stato il commissariamento più lungo della storia. Grazie alla riforma tartaruga Crocetta è riuscito a piazzare i suoi uomini alla guida solitaria degli Enti per un periodo anche più lungo di un normale mandato.

Il de profundis era stato pronunciato nei mesi scorsi, ma adesso la commissione Affari istituzionali, ha approvato il disegno di legge per il ritorno alla democrazia diretta ed all’elezione diretta per i presidenti e i consiglieri di Liberi consorzi e Città metropolitane.

Va in soffitta quindi l’elezione di secondo livello che oltre ad essere contorta sotto il profilo normativo e dell’applicazione, consegnava mani e piedi il futuro degli Enti intermedi ad accordi tra partiti e gruppi di potere.

La parola definitiva passa all’Ars che dovrà esprimersi sul disegno di legge che ha avuto il via libera della Commissione, quasi all’unanimità.

Elezione diretta anche per il sindaco metropolitanto (la riforma prevedeva che il sindaco metropolitano coincidesse con il sindaco del Comune capoluogo) e per i consiglieri (la riforma prevedeva un’assemblea formata da consiglieri eletti tramite una consultazione di secondo livello tra i consiglieri dei singoli comuni con un sistema a quote in base alla popolazione).

Il numero dei consiglieri sarà però ridotto del 30% rispetto a quelli dei vecchi Consigli provinciali.

Le elezioni dovranno tenersi entro il 28 febbraio del 2018 (quindi prima delle Politiche), quasi 5 anni dopo le dichiarazioni in diretta di Crocetta che da Giletti annunciò: “ Ho fatto la riforma delle Province, da adesso tutti a casa”. Nella primavera del 2013, a conclusione dei precedenti mandati, non rinnovò più le elezioni e spedì nelle ex Province commissari scelti da lui o dai partiti della sua coalizione e che da allora hanno governato con pieni poteri.

Tanto rumore per nulla. Ma nel frattempo le ex province, tra tagli nazionali e regionali, sono sull’orlo del default, non si capisce più quali competenze abbiano mentre il futuro di migliaia di lavoratori è ancora incerto, per non parlare di servizi quali manutenzione strade provinciale ed assistenza trasporto disabili che sono stati letteralmente devastati dai tagli.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. tempostrettissimo 12 Luglio 2017 07:00

    …”consegnava mani e piedi il futuro degli Enti intermedi ad accordi tra partiti e gruppi di potere”.
    Ma perchè, invece così sarà diverso?
    Signora Brancato, con tutto il rispetto può spiegare meglio questo passaggio? Non sarà forse comunque così anche con l ritorno all’elezione diretta?
    Sarebbe bene che su questi temi i giornalisti fossero più chiari e più critici!

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  2. tempostrettissimo 12 Luglio 2017 07:00

    …”consegnava mani e piedi il futuro degli Enti intermedi ad accordi tra partiti e gruppi di potere”.
    Ma perchè, invece così sarà diverso?
    Signora Brancato, con tutto il rispetto può spiegare meglio questo passaggio? Non sarà forse comunque così anche con l ritorno all’elezione diretta?
    Sarebbe bene che su questi temi i giornalisti fossero più chiari e più critici!

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  3. si rispetta il principio democratico, prima comandava principalmente un unico pseudo partito ora con queste ultime decisioni ci sarà una pluralità di “partiti”, in soldoni aumenteranno i “santi” a cui rivolgersi , Beh è un bel passo avanti !

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  4. si rispetta il principio democratico, prima comandava principalmente un unico pseudo partito ora con queste ultime decisioni ci sarà una pluralità di “partiti”, in soldoni aumenteranno i “santi” a cui rivolgersi , Beh è un bel passo avanti !

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  5. Altri stipendi e vitalizi per la casta.

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  6. Altri stipendi e vitalizi per la casta.

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  7. I cittadini italiani votando NO al refendum costituzionale – la maggior parte per votare contro Renzi – hanno detto NO a tagli di spese improduttive nazionali e locali. Ecco il risultato! Prima di votare bisogna riflettere, lamentarsi di stipendi e vitalizi per la casta adesso non serve a niente. Lamentarsi che il sindaco di Roma eletto dai cittadini è un inetto, adesso non serve a niente. Speriamo che alle prossime elezioni ci sia qualcuno con esperienza e visione politica e proposte serie ed attuabili. ILLUSIONE !?!

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  8. I cittadini italiani votando NO al refendum costituzionale – la maggior parte per votare contro Renzi – hanno detto NO a tagli di spese improduttive nazionali e locali. Ecco il risultato! Prima di votare bisogna riflettere, lamentarsi di stipendi e vitalizi per la casta adesso non serve a niente. Lamentarsi che il sindaco di Roma eletto dai cittadini è un inetto, adesso non serve a niente. Speriamo che alle prossime elezioni ci sia qualcuno con esperienza e visione politica e proposte serie ed attuabili. ILLUSIONE !?!

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